mercoledì 16 marzo 2022

Il castello di mercoledì 16 marzo



SANGANO (TO) - Castello

Il castello nacque per volere dell’abbazia benedettina di San Solutore. Nel suo recinto vi era una chiesa dedicata a Santa Maria dell’Assunzione. Nel 1254 gli abati cedettero Sangano a Bonifacio, signore di Piossasco, per pagare alcuni debiti, ma ne rientrarono in possesso trent’anni dopo. In seguito alla distruzione dell’abbazia nel 1536, Sangano entrò a far parte dei beni degli Orsini, signori di Rivalta. Gli eredi Schiari-Riccardi (conte Domenico Alessandro e il figlio conte Edoardo con le rispettive famiglie) mantennero anche, con le cascine Schiari, cioè le circa 100 giornate di prati e campi tra il Sangone, e la strada di Bruino e il molino la proprietà del castello fino al 1920 quando passò al Sig. Saracco che lo tenne fino al 1930 circa. Subentrarono quindi i signori Casavecchia e nel 1941 il generale Bechis. Fu appunto la figlia di lui, Amalia Bechis ad associare alle sue ricerche alcuni compagni della Facoltà di Architettura dell’Università di Torino, (corso di Laurea di Architettura esame restauro documenti) e insieme, sotto la guida dell’ingegner Carlo Brajda, riportare alla luce le due absidi della chiesa benedettina, le fondamenta di due altari, e una terza abside attribuita al battistero o alla sacrestia dell’antica abbaziale oltre ai reperti di età romana e dell’area cimiteriale. Il castello ha così potuto, grazie a questi avvicendamenti, evitare i danni che lo stato di abbandono avrebbe ineluttabilmente arrecato e mantenere l’antica struttura medioevale, pur accogliendo taluni adattamenti interni ed elementi settecenteschi. Nel 1854 Emanuele Gonjn, fratello di Francesco, il pittore e incisore che illustrò su incarico del Manzoni l’edizione del 1840-45 dei Promessi Sposi, lo rese famoso riproducendolo nella serie delle incisioni dei castelli ancora facilmente reperibile. La parte esterna del castello presenta ancora tratti spiccatamente medievali, uniti però da alcune caratteristiche tipicamente settecentesche. L’interno fu più volte ristrutturato e rimaneggiato, per cui ha perso tutti i suoi caratteri originari. Un poco distaccata dal castello si trova la Torre, in origine campanile romanico poi trasformato in un elemento di difesa come si intuisce dal fatto che le bifore non sono state chiuse e che la cuspide è stata sostituita dalla merlatura. Il castello, più che dimora signorile, era abitazione del gastaldo, deposito bene attrezzato di un luogo agricolo in cui si lavora sulle terre padronali; pronto a diventare rifugio in caso di minacce dall’esterno del feudo. Diventava dimora signorile quando l’abate veniva per la firma di atti importanti, o per ricevere l’omaggio feudale e il rinnovo del giuramento di fedeltà da parte degli uomini delle località che facevano capo alla corte di Sangano (Palassoglio, Reano). I sanganesi per l’omaggio si radunavano nella chiesa o in mezzo alle due porte del castello, o sulla piazza antistante la chiesa abbaziale.

Fonti: https://fondoambiente.it/luoghi/castello-di-sangano?gfa, http://www.3confini.it/Foto%20Piossasco%201/Castello%20.htm

Foto: la prima (relativa al castello) è presa da https://fondoambiente.it/luoghi/castello-di-sangano?ldc, la seconda (relativa alla torre abbaziale) è presa da https://www.unitresangano.it/

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