Sorge sopra una collina al centro del paese. Le sue mura contengono un'area di 0,525 ha, a circa 120 metri di dislivello dal centro abitato. Alcune schegge di selce ritrovate sono state datate all'epigravettiano recente, poco dopo lo scioglimento del ghiacciaio in val Camonica. Al di sotto del torrione ghibellino sono stati invece trovati i reperti di una abitazione neolitica, di forma trapezoidale, larga 5 metri appoggiata a guanciali laterali di roccia. Le pareti erano in graticci intonacati con fango: tipico modo di costruire le mura in Val Camonica fino ad alcuni decenni fa. Nei pressi sono stati trovati reperti come utensili, vasi e due tombe, che gli studiosi definiscono cultura di Breno. Rimangono poche tracce di un'abitazione dell'età del rame, mentre sembra che durante l'epoca romana il sito fosse completamente abbandonato (forse a causa della vicinanza della "Civitas Camunorum". La prima costruzione d'epoca storica fu la cappella dedicata a San Michele arcangelo, protettore dei longobardi. Sono venute alla luce cinque tombe fra cui una di bambino. Attorno al XII secolo venne ampliata in chiesa romanica, venne poi demolita in un ampliamento del castello: oggi ne sono visibili i basamenti. Le costruzioni civili sorsero a partire dal XII secolo, e sono il grande "palatium" a due piani, oggi distrutto, forse residenza dei Ronchi, potente famiglia di feudatari guelfi, la torre adiacente alta una ventina di metri e coronata in origine di merli guelfi, e la casatorre signorile. Già attorno al 1250-1300 l'intera collina doveva esser cintata da una fortificazione, a cui si accedeva da una torre-porta. I palazzi civili vennero trasformati dai signori milanesi in roccaforti militari, destinate al comandante e alle sue guarnigioni, e si modificarono i merli guelfi in ghibellini. Tra il 1350 e il 1450 avvennero scontri tra i veneziani ed i milanesi per la conquista della valle. È databile a questo periodo una fossa comune contenente molti corpi smembrati. I Visconti inviarono Francesco Bussone, detto il Carmagnola, che il 16 marzo 1421 conquistò il castello di Breno, scacciando le forze di Pandolfo III Malatesta dalla Valle Camonica. A seguito della battaglia di Maclodio nel 1427 i milanesi ridussero le forze in Valle, permettendo al Carmagnola (allora schierato con la Serenissima) di raggiungere e conquistare il castello di Breno che venne messo sotto il comando di Giacomo Barbarigo. Pietro Visconti scese dall'alta valle fino a giungere a Lovere il 18 settembre 1438. Consolidate le posizioni sul lago d'Iseo tornò a Breno e ne pose il castello sotto assedio. L'assedio del castello di Breno si protrasse per sei mesi finché Pietro Avogadro, giungendo con soccorsi da Brescia, ruppe l'assedio dopo una lunga resistenza degli occupanti, tra cui l'eroico Giacomo Ronchi. Nel 1453 il castello di Breno, difeso da Pietro Contarini, Capitanio di Valle, Nicolò Rizzi, Castellano, Decio Avogadro, Pasino Leoni e la famiglia brenese dei Ronchi oppose una fiera resistenza. L'assedio iniziò nel novembre 1453, supportato dalla filomilanese famiglia Federici. Francesco Sforza, avendo difficoltà a risolevere l'assedio, ordinò al Colleoni di presentarsi con 1500 uomini e tramite l'uso dell'artiglieria da fuoco (qui per la prima volta in Valcamonica) i milanesi riuscirono a far capitolare la rocca. Il 9 aprile 1454, la pace di Lodi mise fine alle contese tra la Serenissima e Ducato di Milano per il controllo sulla valle: i territori bresciano e camuno passarono definitivamente sotto il dominio veneto. L'anno seguente, per evitare eventuali episodi di resistenza, Venezia ordinò la distruzione di tutti i castelli e rocche esistenti sul territorio valligiano, con l'esclusione di quello di Breno, che venne destinato a sede del reggimento locale, Cimbergo e Lozio, tenuti dalle famiglie Lodrone e Nobili schierate con la dominante. Le fortificazioni curvilinee sul lato sud del castello sono datate a questo periodo: senza spigoli vivi resistevano meglio alle armi da fuoco. Ripresa nel 1516 ai francesi, nel 1518 la rocca, non più indispensabile per il controllo territoriale, venne privata del presidio di sei uomini. Nella seconda metà del secolo il castello risultava "inhabitato": il Capitanio di Valle e gli altri funzionari avevano trovato sistemazione in paese. La torre grande e la torre di accesso sono meglio conservate, hanno strutture murarie in pietra tagliata e orizzonamenti lignei e voltati a botte con un manto di copertura. Il palazzo presenta due locali seminterrati con orizzontamenti voltati. Le mura e la torre di avvistamento sono delle rovine che presentano prevalentemente resti di muratura di vario tipo. La chiesa è riconoscibile per i resti della base delle murature che la costituivano. Gli orizzontamenti sono prevalentemente architravi o archi di aperture. Il castello è oggi sede di eventi musicali e manifestazioni ludico – motorie, tra cui la gara di tiro con l’arco e la caratteristica rievocazione storica delle Camunerie. Altri link interessanti: http://www.prolocobreno.info/app/VTCastelloBreno/castellodibreno.html (visita virtuale del castello), https://www.comune.breno.bs.it/media/mediafields/Allegato/40d9hn7rwp6ybz1azawhdpgh4y/66a89fcce69ba538f9bf69e0f15eb5b9.pdf, https://castellobrenobarristorante.it/ (sito del ristorante interno al castello), https://www.youtube.com/watch?v=j0akFaxWq_8 (video di Gianba Jhon Facco), https://www.youtube.com/watch?v=ZmEYoHap_48 (video di Zenith Aerial Solutions), https://youtu.be/d2TXxWTifUI (video di simone inverardi), http://www.antropologiaalpina.it/museocastellobreno.htm (visita virtuale)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Breno, https://www.bresciatourism.it/cosa-fare/castello-breno/, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1r020-00001/
Foto: la prima è presa da https://www.comune.breno.bs.it/luogo/il-castello, la seconda è una cartolina della mia collezione
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