SANTA ELISABETTA (AG) - Fortezza di Monte Guastanella
Nei tre secoli di dominazione bizantina (535-827) in cui la Sicilia fu lasciata in uno stato di incredibile abbandono, non si hanno testimonianze particolari, fino all’epoca delle prime incursioni arabe (827). In quell’epoca i saraceni avevano cominciato le loro sanguinose scorrerie nelle città costiere della Sicilia dove saccheggiavano, depredavano uccidevano, catturavano prigionieri e se ne andavano lasciando il terrore e la desolazione. I Bizantini difendevano l’isola come meglio potevano e, specialmente fino a quando non avevano perso ancora tutte le speranze, erigevano fortilizi e baluardi dove ci fosse qualcosa da difendere, cosicché nessuna altura o monte fu lasciato privo di fortificazioni. Fu proprio in questo periodo che costruirono il fortilizio sul monte Guastanella (609 m s.l.m.), probabilmente su una preesistenza del periodo punico. La costruzione di baluardi e luoghi fortificati, a nulla giovò giacché i Saraceni sbarcati a Mazara nell’827, si spinsero nell’interno dell’isola e nell’830 dopo avere occupato e distrutto Agrigento, si impadronirono dell’entroterra, insediandosi anche il territorio dell'attuale comune di Santa Elisabetta, occupando castello e villaggi anche se non definitivamente. Il fortilizio bizantino di Guastanella, godendo di una posizione strategica sulla vetta del monte da cui dominava un territorio circostante per decine di chilometri, oltre ad essere ampliato e potenziato, venne bene armato fino a renderlo praticamente inespugnabile come una vera e poderosa fortezza. Nell’860 insorsero alcuni castelli della Sicilia occidentale tra cui Platani, Caltabellotta e Sutera col territorio interposto e quindi anche le terre intorno a Guastanella; ma nella primavera dell’862 la rivolta si concluse infaustamente e i castelli furono riconquistati. I Normanni provenienti dalla Calabria, guidati dai fratelli Roberto e Ruggero della casa di Altavilla, invitati a partecipare alla lotta interna tra i vari signori arabi, si accinsero di buon grado all’avventura. Quindi nello stesso anno della caduta di Girgenti il Conte Ruggero conquistò i castelli vicini, pertanto anche quello di Guastanella. Sicuramente la capitolazione e distruzione di Guastanella e di altre fortezze arabe finitime è da inquadrare nella frenetica attività costruttiva e distruttiva di Federico II, come risposta del potere monarchico alle velleità politiche cittadine in questa parte dell’isola ed in secondo luogo per garantire l’obbedienza di città infide evitando di fornire loro la minaccia di fortezze inespugnabili ed insidiose per la monarchia: un provvedimento, al tempo stesso punitivo e preventivo. Il castello di Guastanella fu usato dai musulmani come luogo di deportazione, qui fu imprigionato il vescovo di Agrigento Ursone. Tra il 1221 e il 1232 Federico II di Svevia, tornato in Sicilia, combatté gli arabi, li sconfisse e distrusse anche la fortezza. La storia successiva di Guastanella è quella dei suoi proprietari feudali. Sulla cima della ripida collina si adagiano i ruderi di una roccaforte straordinaria, una fortezza rupestre di grandezza impressionante, che rappresenta un unicum nel suo genere, una preziosa ed unica testimonianza della civiltà medievale siciliana. La forte vocazione del sito alla difesa, il rapporto di continuità fra il costruito e l’imponente cuneo roccioso su cui sorge il castello, sono legati dall’unitario programma difensivo formulato per lo stesso territorio in epoca araba, che spesso utilizza e accentua naturali asprezze montuose che segnano strategicamente i punti nodali di tracciati e di antichi percorsi commerciali. Sulla cima del monte Guastanella si trovano antiche grotte scavate nella parete. S'ipotizza che il sito possa essere stato il luogo di sepoltura del mitico re Minosse; ipotesi che potrebbe essere avvalorata dalla descrizione di un'altura presente nel libro VII delle Storie di Erodoto. Presenti anche tombe a forno sul fianco della montagna mentre a valle sono stati ritrovati reperti bizantini, ceramiche protostoriche e protogreche. Un sentiero stretto e ripido conduce ad un poderoso muro di cinta che sbarrava l'ingresso all'area del castello (ca. 1200 mq), sviluppato su quattro livelli altimetrici. Costruito direttamente sulla roccia, il muro (ca. 0,75 m di spessore) è realizzato con pietre appena sbozzate, legate con malta. Le strutture meglio conservate sono due camere ipogee, una grande cisterna coperta a botte e un silo scavato nella roccia gessosa (2, 3, 4). Il castello presenta una omogeneità di progettazione tra le camere scavate nella roccia e le strutture in muratura, da fare propendere per un unico momento costruttivo. Ma rimane molto dubbia la datazione del complesso fortificato che le fonti citano dall'XI al XV secolo. Altri link proposti: https://www.italianostra.org/beni-culturali/castello-e-area-archeologica-di-monte-guastanella-a-santa-elisabetta-ag/, https://www.youtube.com/watch?v=dKhhuvMB-b4 (video di Sergio Galvano), https://www.youtube.com/watch?v=uioWE8SzibY (video di Zebbb), https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Guastanella, http://www.virtualsicily.it/Monumento-Castello%20arabo%20di%20Guastanella-Santa%20Elisabetta-AG-1626, https://www.youtube.com/watch?v=AmFURsKEtqY (video di Raymond Bondin)
Fonti: https://www.mondimedievali.net/Castelli/Sicilia/agrigento/provincia000.htm#guastanella, https://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Elisabetta_(Italia), https://www.icastelli.it/it/sicilia/agrigento/santa-elisabetta/castello-di-guastanella, https://www.turismoambientalesicilia.it/borgo-santa-elisabetta-e-il-mistero-di-guastanella/, https://fondoambiente.it/luoghi/monte-guastanella?ldc
Foto: entrambe prese da https://www.youontour.it/attrazione/santa-elisabetta-itinerario-4-nordovest/
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