lunedì 18 giugno 2018

Il castello di lunedì 18 giugno




BELLA (PZ) - Castello aragonese

Il centro storico di Bella, caratterizzato da urbanizzazione a cinte concentriche servite da numerose porte, ha origine medioevale. Il territorio dell’attuale Comune, abitato anticamente da gente osca, nel XII secolo comprendeva il vasto feudo di Santa Sofia, quello più piccolo delle Caldane e altri 16 minuscoli feudi, unificati, sotto Federico 20, in unico feudo denominato di Bella. C’era allora, alle falde del monte Castelluccio, un piccolo villaggio, detto, appunto, Castelluccio, scomparso, poi, nel XVI secolo. Passando da feudatario, la popolazione di Bella non patì in quei tempi vicende di rilievo. Nel 1405 Re Ladislao di Napoli le abbonò parte delle imposte dovute, commiserando i danni subiti per la guerra allora in atto. Nel 1560 il popolo, stanco dell’oppressione feudale, deliberò in pubblico parlamento di passare sotto il diretto dominio del Re. Ottenne l’assenso regio nel 1562 e pagò 14.700 ducati. In quell’occasione il Re approvò, su richiesta dell’Università bellese, uno Statuto in 26 Capitoli per garanzie autonomistiche in relazione ad un buon governo comunale. Nel 1564, però, il popolo, prostrato dal dominio regio, deliberò di riportarsi sotto il dominio feudale. Si offrì al barone Agostino Rondone di Melfi e gli prestò anche i 14.700 ducati necessari per il deliberato riscatto. Nel 1591 Saba Rondone vendette Bella, insieme a Santa Sofia, Caldane, Platano e Baragiano, a Camillo Caracciolo per 110.000 ducati. Da quel tempo i Caracciolo di Torella, che nel 1598 ottennero il titolo di “Marchesi di Bella”, tennero questo feudo fino all’eversione della feudalità (primo decennio del XIX secolo). La peste del 1656 mietè molte vittime fra i Bellesi e il disastroso terremoto del 1694 apportò loro gravissimi danni e numerosi morti. Nel 1799, sotto l’impulso ed il pretesto delle idee della Rivoluzione francese, scoppiarono in Bella feroci lotte tra famiglie, gruppi sociali e attacchi di popolazioni circonvicine, e culminarono nell’uccisione violenta e feroce di 28 cittadini. I successivi moti risorgimentali registrarono la presenza attiva di molti Bellesi per la causa della liberazione del Sud dai Borboni. Nel 1861 il paese subì l’obbrobrio e i danni dell’invasione di un’armata di 700 briganti circa, comandati da Crocco. Nel 1846 i Caracciolo vendettero al Principe di Sant’Antimo le vaste proprietà terriere che ancora tenevano in Bella, nelle vaste contrade rurali di San Cataldo, Sant’Antonio Casalini e Castelluccio del Principe. Esse, dopo la seconda guerra mondiale, furono requisite da un apposito Ente governativo di Riforma Fondiaria e distribuite in quote a centinaia di contadini delle contrade citate. Il Comune comprò dal Principe di Sant’Antimo, verso gli inizi del secolo scorso, il vecchio castello feudale e lo trasformò in edificio scolastico. Attualmente lo si sta riportando quasi al suo stato originario. Nell'XI secolo, un'orda di barbari invase l'Italia meridionale e nuove guerre si scatenarono in questo territorio tra Normanni e Saraceni, finchè questi ultimi furono cacciati dalla Lucania e da tutta l'Italia meridionale. I Normanni non furono meno barbari e saccheggiatori dei Saraceni: essi percorsero in lungo e in largo l'attuale tenimento di Bella, seminando ovunque terrore ed impossessandosi degli averi dei cittadini indifesi. Secondo la leggenda, la distruzione del paese fu impedita dal coraggio della bellissima Isabella, una fanciulla che decise di sacrificare la sua vita piuttosto che assistere alla distruzione del proprio paese. Indossato l'abito bianco da sposa, ella andò incontro agli invasori per di fermarli. Il capo normanno, sorpreso nel vedere quella fanciulla bellissima che, da sola e senza alcuna difesa, avanzava verso morte sicura, le promise che non sarebbe entrato in paese, le cinse il fianco con la sua spada e la nominò capitano del popolo. Da allora il paese fu conosciuto con il nome della fanciulla anche se il popolo, comunemente, lo chiamò "il paese della bella", in ossequio alla sua bellezza. Dopo la morte di Isabella fu stabilito che il paese si chiamasse Bella. Tra le memorie artistiche ed architettoniche del paese, figura il castello aragonese risalente all'anno 1000, ma completato nel 1567. Dopo varie modifiche e opere di restauro, della struttura originale rimangono oggi solo il portale e due delle quattro torri.Altri link suggeriti: http://lucania1.altervista.org/paesi_taddeo/t_612/p_monum/612_08.htm, http://www.aptbasilicata.it/Galleria-Immagini.1328+M5823abf7483.0.html#gallery

Fonti: testo del prof. Mario Martone su http://lucania1.altervista.org/bella/, https://patrimonioculturale.regione.basilicata.it/rbc/form.jsp?bene=132&sec=5, http://www.vacanzeinbasilicata.it/Basilicata/Potenza/Comuni/Bella/

Foto: la prima è presa da https://www.premioceleste.it/ita_artista_news/idu:39356/idn:4039/, la seconda è presa da http://www.bellabasilicata.it/

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