venerdì 1 giugno 2018

Il castello di sabato 2 giugno



ALCAMO (TP) – Castello dei Conti di Modica

Il castello sorse in pieno feudalesimo, quando i baroni erano in lotta tra di loro per la carenza del potere regio e non solo. Le potenti famiglie siciliane, infatti, si contendevano anche il controllo del frumento e delle grandi vie del trasporto granario, essendo sempre stata la Sicilia, per sua vocazione, una grande "azienda" agricola specializzata nella granocoltura. Alcamo, per la sua privilegiata posizione geografica, veniva ad essere lo scalo marittimo naturale per tutto il commercio di quel grano che si produceva alle spalle della terra alcamese e così, in epoca normanna, entrò a far parte di un grande feudo del quale sono investite le famiglie dei Peralta, dei Chiaramonte, dei Ventimiglia e dei Cabrera, conti di Modica. Da qui l'esigenza di costruire un castello, che insieme al Castello di Salemi e a quello di Calatafimi, costituì un triangolo fortificato contro le invasioni provenienti da Mazara e dirette verso Palermo. La necessità di costruire un castello prima non era stata avvertita, essendo Alcamo un semplice “casale", cosi come era stata definita almeno fino al 1317. Il "casale" di Alcamo allora sorgeva nel borgo di S. Vito. Dovettero passare decenni prima che l'abitato potesse allargarsi anche per il ritorno degli alcamesi dal Bonifato, luogo dove Alcamo sorse come casale arabo. Una volta che gli abitanti formavano un nucleo consistente e dal momento che strategicamente la terra di Alcamo si prestava per la difesa, i Chiaramonte, potenti feudatari, sentirono il bisogno di crearsi il castello come fortezza-difesa, oltre che come lussuosa dimora. Per questo i castelli, pur variando nella forma esterna, avevano sempre un denominatore comune: apparire minacciosi, inaccessibili, ostili, ma all'interno rimanere un luogo di tranquillità e di sicurezza. Nel 1340 re Pietro II aveva concesso a Raimondo Peralta terram Alcami et prefatum castrum Bonifati, senza alcuna menzione del castello; esso, infatti, si trova citato per la prima volta in un diploma del 1391. In questo documento re Martino I confermava ad Enrico Ventimiglia, la concessione fatta a suo padre, Guarnerio, da parte del re Federico III de la terra e lu Castellu di Alcamu. La costruzione del castello fu così iniziata dalla famiglia Peralta intorno al 1340 da Raimondo Peralta conte di Caltabellotta, e fu terminata nel 1350, sotto i feudatari Enrico e Federico Chiaramonte; esso venne utilizzato come dimora e struttura difensiva fino al XVI secolo. Nel 1400 erano addetti alla custodia del Castello, oltre al Castellano, dodici onorati compagni, impegnati con giuramento. Il Castello era allora di tale capacità che, rifornito di munizioni e di viveri, poteva sostenere per un mese e mezzo ben trenta compagnie di soldati. Inizialmente gli alcamesi videro nel Castello chiaramontano il baluardo della loro difesa e il simbolo di accresciuto prestigio, ma ben presto si accorsero che esso rappresentava anche il simbolo della loro perduta libertà. Per questo nel tempo, il Castello fu spesso assalito anche dagli stessi alcamesi per protestare contro gli esosi signori (per es. nel 1392, capeggiati dall'arciprete Pietro De Laudes, gli alcamesi insorsero contro Enrico Ventimiglia e nel 1402 contro Donna Violante De Prades, signora di Alcamo). Nel 1392 re Martino e la sua consorte furono ospiti del castello dopo la sconfitta dei Chiaramonte. Durante il suo ritorno dalla vittoria a Tunisi, il 1º settembre 1535, in una delle torri del castello soggiornò per tre giorni l'imperatore Carlo V, assieme alla sua corte e l'infanta Eleonora d'Aragona. La visita di Carlo V fu evento storico per la città di Alcamo, che allora contava circa 8.000 abitanti. L'imperatore entrò in Alcamo il 1 settembre 1535 e si fermò 2 giorni presso il Castello dei Conti di Modica. Carlo V definì Alcamo "città opulenta e gioconda". Erano allora signori di Alcamo Don Luigi I Enriquez de Aragona e Donna Anna Il Caprera Moncada (sotto questi conti, Alcamo quasi non sentì il peso dei feudatari, essendo essi molto pii e generosissimi). Il loro ritratto rimane in un dipinto esistente nella Chiesa di S. Maria di Gesù dei Frati Minori. Il ritratto, attribuito al palermitano Pietro Ruzzolone, mostra seduta in trono la Vergine col Bambino tra i due fondatori di ordini Religiosi, S. Francesco d'Assisi e S. Benedetto da Norcia; in ginocchio dal lato di S. Francesco vi é il conte Luigi con alcuni/cavalieri in un lussuoso mantello rosso; dall'altro lato si trova Anna Caprera con un gruppo di nobildonne, anch'ella inginocchiata a mani giunte in principesca veste di colore verde. Nel periodo tra il 1410 e il 1812 il castello fu proprietà dei Cabrera, Conti di Modica, da cui prese il nome. Nel 1534 il maniero subì l'attacco del pirata islamico Barbarossa. Tra il 1583 e il 1589 fu oggetto di tre restauri. Nel 1802 morì, senza lasciare eredi, Maria Teresa de Sylva, ultima contessa di Modica, e Alcamo passò sotto la sovranità dei Borboni. Nel 1816, il Castello, per debiti privati, fu venduto all'incanto e passò agli Stuart. A partire dal 1828, in seguito ad una sentenza del Tribunale di Trapani, il Comune di Alcamo prese possesso del castello e negli anni seguenti fu nuovamente oggetto di restauro (1870) e utilizzato come sede degli uffici comunali, prigione (fino al 1968) e stalla. Nel 1870 il castello fu trasformato in carcere. Tali trasformazioni, assieme alla mancanza di opere manutentive, contribuirono a degradare lo stato di conservazione dell’edificio, che venne messo in luce da un rilievo svolto nel 1979. Si resero necessari dunque ulteriori restauri (avvenuti tra il 2000 e il 2010), in seguito ai quali il castello è stato utilizzato per ospitare il Museo Etnografico, l'Enoteca Storica Regionale, il Museo del Vino e delle Tradizioni, un'esposizione permanente dei pupi siciliani, e una mostra dedicata alle opere scultoree di Nicola Rubino. Inoltre in un salone al primo piano vengono celebrati i matrimoni civili. A seguito della comparsa di alcune crepe nella struttura, il castello venne chiuso prima dal 2011 al 2013 e poi fino a dicembre 2015, quando venne riaperto al pubblico, sebbene alcune parti siano rimaste non agibili per motivi di sicurezza. La pianta della costruzione è romboidale, con al centro un cortile di forma pressoché rettangolare. La struttura è formata principalmente da conci in pietra tagliati in maniera grossolana, a parte in corrispondenza degli spigoli delle torri e delle aperture, dove sono state utilizzate delle pietre perfettamente squadrate e ammorsate tra loro. In corrispondenza dei vertici si ergono quattro torri merlate (due a pianta quadrata e due a pianta circolare), ciascuna delle quali aveva delle funzioni specifiche; in particolare:
· nella torre quadrata più alta (detta per tale motivo "torre Maestra"), collocata a sud-est, venivano torturati i prigionieri;
· la torre quadrata più bassa, collocata a nord-ovest, era riservata alle sentinelle;
· la torre circolare collocata a nord-est era utilizzata per ospitare gli ospiti di riguardo.
La torre circolare a sud-ovest reca uno stemma forse appartenuto a Federico Il o ai Peralta. Sui lati del castello si aprono inoltre finestre bifore e trifore di derivazione gotico-catalana. Il prospetto Nord fu ingentilito da due finestre ad arco acuto con rosone sormontate da un grande arco ogivale. Nel prospetto principale fu aperta una finestra bifora con colonnina marmorea bianca. La facciata Ovest risulta essere inglobata in corpi edilizi residenziali. Il pavimento è in pietra, in graniglia di marmo e in battuto di cemento. I locali del piano terra comprendevano una cappella, le stanze del cappellano e dei servi e una cella di isolamento, mentre al primo piano si trovavano un salone per ricevimenti con annessa anticamera, lo studio del conte, le camere da letto con relativo corridoio e un'altra cella di isolamento. In passato era cinto da mura che avevano lo scopo di ostacolare l'assedio del castello da parte di macchine da guerra. Originariamente era dotato di tre porte, disposte sui lati sud, ovest e nord. Ciascuna porta si apriva su una piazza:
· la piazza a sud era utilizzata come capitaneria delle milizie urbane a piedi e a cavallo;
· la piazza a ovest era chiamata "cittadella";
· la terza piazza era invece situata a nord.
Secondo un'ipotesi ancora da confermare, sotto il castello inoltre si troverebbero delle fosse carcerarie utilizzate tra la fine del XIV secolo e il XVIII secolo per la reclusione dei re. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=vf3ffG_nDMk (video di AlcaMondoBlog), https://www.youtube.com/watch?v=XmiYmP8Lxxo (video di Arturo Amore), https://www.youtube.com/watch?v=4FfVqotb5S0 (video di Immagina WebTv), scheda di Vita Russo su http://www.mondimedievali.net/castelli/Sicilia/trapani/alcamo.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_dei_conti_di_Modica_(Alcamo), https://www.icastelli.it/it/sicilia/trapani/alcamo/castello-di-alcamo

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è di giusi sottile su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/149903/view

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