GELA (CL) - Castello svevo (o "Castelluccio")
Si erge su una collina di gesso e domina la costa a difesa della città. Da lì è possibile godere di un panorama magnifico. Le origini del castello risalgono, secondo antichi documenti storici, al 1143 quando il conte Simone di Butera lo donò all'abate del Monastero di San Nicolò l'Arena di Catania. Il castello è stato costruito utilizzando la calcarenite gialla e grandi blocchi di calcare bianco che danno all'intera struttura un aspetto davvero gradevole ed imponente, si presenta inoltre privo di decorazioni e merletti, caratteristiche che ne esaltano maggiormente la sua funzionalità. La fortificazione risale al XIII secolo, periodo in cui veniva edificata da Federico II di Svevia, sui resti dell’antica Gela, la città di Eraclea. La fabbrica venne realizzata utilizzando i blocchi delle Mura Timoleontee divenute in quegli anni, assieme ai resti dei templi greci, vere e proprie cave per l’edificazione della città voluta dallo Stupor Mundi. Non è infatti difficile trovare tra i muri del Castello capitelli o rocchi di colonne sbozzati per la realizzazione dei muri perimetrali ed interni. Il Castello sorse con lo scopo di difendere la città da eventuali incursioni nemiche che arrivassero dall’entroterra siciliano, attraversato già a quel tempo da un gran numero di persone, prevalentemente mercanti ma anche briganti, con i secondi che assalivano i primi per privarli di ogni loro bene. Il Castelluccio nei suoi quasi otto secoli di vita, ha subito diverse trasformazioni e fasi di abbandono. Nel XVI secolo sotto i duchi Aragona Cortes e Pignatelli l’edificio venne in parte modificato con la costruzione di un primo piano e l’apertura di grandi finestroni. Ubicato nella contrada Spadaro è facilmente raggiungibile percorrendo la strada che da Gela porta a Catania e si trova a circa 10 km dalla città. Per quanto riguarda l'aspetto architettonico si può notare che la pianta è rettangolare, stretta e allungata, con mura spesse e due possenti torri situate ai lati: la torre ad ovest presenta ancora i resti di una cisterna e di un sala ancora in parte visibile, nella la torre ad est, invece, si può ammirare una cappella scavata nella parete. Il castello, probabilmente, era organizzato a più piani vista la doppia file di finestre visibili dall'esterno ed anche se ormai sono rimasti solo dei ruderi si possono ancora ricostruire le funzioni delle varie parti. Sono, comunque, ancora presenti parti degli ambienti dedicati alle stalle ed all'armeria e qualche sala residenziale. L’edificio al suo interno presenta un pianoterra diviso in 5 stanze principali, con feritoie e due grandi finestroni centrali di epoca successiva. Le stanze erano in origine divise da 5 archi ogivali che avevano anche funzione di sostegno del piano superiore in cui si articolavano altre stanze. Degli archi rimane oggi una centina, sottostruttura che aveva il compito di “reggere” l’arco ogivale. Dopo alcuni lavori di restauro, purtroppo, è stato abbandonato, rientrando così nel novero dei magnifici castelli siciliani prima restaurati e poi abbandonati nuovamente al proprio inesorabile destino. Sono numerose le leggende legate al Castelluccio, tra cui quella che un tempo fosse abitato da una bellissima castellana dalla lunga chioma scura, il corpo esile, le labbra truccate con un rossetto verde. Il suo compito era quello di occuparsi della servitù e prendersi cura dei cavalli durante le riunioni del padrone di casa, ovvero suo marito. Inoltre, era solita deliziare con la sua bellissima voce i contadini e i passanti. Tutti quanti erano attratti dalla castellana, che però scompariva nel nulla ogni volta che qualcuno cercasse di avvicinarla. La castellana era insomma una figura piuttosto singolare: bellissima ma crudele, molto severa con i servitori, ma anche molto ambigua. Infatti, si narra anche che nessuno faceva visita al castello ad eccezione dei nobili che prendevano parte alle riunioni del padrone del maniero e che chiunque volesse discutere di affari con la donna preferiva inviarle dei messaggeri o dei piccioni viaggiatori, che però scomparivano nel nulla prima di fare ritorno. Attorno al Castelluccio di Gela, pare si aggirasse anche un cavaliere armato, che però nessuno tra i contadini era mai riuscito ad avvicinare. Gli stessi contadini raccontavano, inoltre, che tra le mura del maniero si aggirassero strane ombre, che probabilmente erano fantasmi del passato,forse per proteggere, secondo i locali, "a trovatura", il prezioso tesoro. Tuttavia nessuno è mai riuscito, nel corso dei secoli, a trovare l’ambito forziere o alcun documento in merito, nemmeno spulciando le tante leggende popolari di Gela. Altri link suggeriti: https://youtu.be/UAy-AEEwHVw (video con drone di Sicily Tourist), http://www.gelabeniculturali.it/Castelluccio.htm, http://www.virtualsicily.it/Monumento-Castelluccio%20-%20Gela-CL-517, https://www.youtube.com/watch?v=Oppkky-mWUs (video con drone di In giro con Milo), https://www.facebook.com/watch/?v=2547438462221963 (video), https://www.youtube.com/watch?v=txEtV_nbuNg (video di Urbex Sicilia Abbandonata), https://www.youtube.com/watch?v=tBal3vn5nPo (video di PersonalDrones)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castelluccio_di_Gela, https://fondoambiente.it/luoghi/castelluccio?ldc, https://sicilyintour.com/luogo/castelluccio-di-gela-castello-svevo/, https://www.gelaleradicidelfuturo.com/tours/castelluccio/, https://www.balarm.it/news/una-castellana-un-cavaliere-armato-e-strane-ombre-i-fantasmi-del-castelluccio-di-gela-121797, https://gela.italiani.it/il-castelluccio-di-gela/
Foto: la prima è presa da https://www.gelaleradicidelfuturo.com/tours/castelluccio/, la seconda è presa da https://gela.italiani.it/il-castelluccio-di-gela/
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