giovedì 8 dicembre 2011

Il castello di giovedì 8 dicembre



BOSA (OR) – Torre Aragonese di Bosa Marina

Detta anche torre dell'isola Rossa, è la più antica e importante della zona, una delle più imponenti di tutta la Sardegna. Venne edificata intorno al 1572 ed era in stretto collegamento visivo con la Torre di Columbargia a sud e la Torre Argentina a Nord in quanto, ovviamente, venne costruita con scopi di difesa dalle invasioni saracene. Si articola in forme massicce con una base troncoconica sovrastata da un cilindro di circa 20 m di diametro. La volta a cupola è sorretta da nervature e da un pilastro centrale. Secondo gli studiosi di architettura militare essa presenta caratteristiche ascrivibili al XV secolo. Il riempimento e la scarpatura della base, separata dalla parte superiore, cava ed appiombata da un toro (redendone), con la funzione di deviare eventuali schegge di proiettili, assieme alla bertesca caditoia e protezione del boccaporto), rispettano le teorie del Martini, architetto della fine del '400. Altrettanto dicono le troniere poste all'interno. L'arma che campeggia sopra l'ingresso (quattro pali verticali) potrebbe appartenere ai Villamarì, signori della città fino al 1556, che accrebbero notevolmente i diritti di commercio del porto. Nel Parlamento del 1586, il sindaco della città chiedeva che “si perfezionasse il lavoro della torre perchè, da alcuni anni, i barbareschi erano più frequenti in questi mari giacchè la città ed i paesi vicini avevano fatto assai per costruirla nella maggior parte”. Il Parlamento del 1643 accordò al consiglio cittadino di “sistemare la cisterna” con “l'apertura all'interno” della torre stessa. Il provvedimento non fu mai attuato, come dimostra un'identica richiesta, anch’essa inevasa, del 1773. Nel 1796 vi furono imprigionati i fratelli Areddu di Mores e don Massidda di Busachi, implicati nei moti angioini. La torre rimase attiva fino al 1843. I cannoni collocati come bitte nel porto sottostante sono probabilmente precedenti a quelli in uso al momento dello smantellamento. Oltre che come difesa contro i barbareschi, assolse a funzioni doganali, sanitarie e di guardia del porto, con autorizzazione alla riscossione dei diritti di ancoraggio.Considerata la sua importanza, fu sempre presidiata da un contingente di uomini superiore alle altre torri e passò molto presto a carico del Regio Erario. Agli inizi del 1700 richiedeva una delle spese più alte dell'isola: costava, tra manutenzione e personale, 883 lire (relazione Remy). Nello stesso secolo era difesa, secondo il resoconto di varie ispezioni, da otto uomini: un alcaide, un artigliere e sei soldati. Alla torre erano anche assegnati sei forzati, adibiti probabilmente a lavori domestici (relazione Davisto). Armata sicuramente, nel 1500, di petrieri che sparavano dalle troniere, aveva nel 1600, quattro cannoni e, nel 1700, sei cannoni, due petrieri, quattro mortai, un consistente corredo di granate e di bocce da fuoco. Vi era anche un grande numero di pietre da lanciare dagli spalti. Si accedeva all'interno tramite una scala di legno che veniva calata all'alba e ritirata al tramonto.L'ingresso era protetto da un boccaporto di legno rivestito di lamine di ferro. A protezione del corridoio d'ingresso calava una serraglia che, nel 1773 dovette essere bruciata perchè, troncatasi la catena, aveva inprigionato gli stessi torrieri. L'interno, tramezzato, ospitava le camere dell'alcaide e dell'artigliere. C'era ancora una piccola prigione, mentre la nicchia di una troniera era adibita a casamatta. Sulla piazza d'armi, alla destra della garitta delle scale, una tettoia in canne e coppi (mezzaluna) riparava i soldati e le munizioni. In posizione opposta alle scale era la garitta della latrina, che scaricava all'esterno. Talvolta la Torre Aragonese viene utilizzata per l'allestimento di mostre. Normalmente essa è visitabile la domenica dalle 16 alle 19.

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