TORRITA TIBERINA (RM) – Castello Savelli
Sorge nella parte più alta del paese a circa 650 metri di altezza a dominio della valle del Tevere e della Sabina e risale nel suo nucleo più antico alla seconda metà del Duecento, momento in cui il borgo passò nelle mani dei Savelli. Ancora prima, nel 700, a Torrita fu eretta una torre di segnalazione che da quel momento assunse la sua funzione emblematica e nei secoli successivi venne probabilmente inglobata nel castello. Nel medioevo la storia di Torrita (che diventerà Tiberina soltanto sul finire del 1800) è infatti indissolubilmente legata alla nobile famiglia Savelli. Il loro interesse per Torrita Tiberina si materializzò nel 1285 quando Giacomo Savelli, figlio di Luca e nipote di Papa Onorio III, salì al soglio pontificio con il nome di Onorio IV. Due papi in una generazione garantirono al casato diversi beni tra cui estesi possedimenti a Roma e nel Lazio. Torrita è parte dei beni lasciati da Onorio IV al fratello Pandolfo e al nipote Luca che porta lo stesso nome del padre del papa. Il testamento venne inutilmente contestato dai Benedettini di Sant’Andrea in Flumine in quanto li privò di una consistente porzione di terre assegnate in passato all’abbazia. Appianato il dissidio con i monaci, i feudatari diedero impulso alla fortificazione del borgo munendo il castello di una nuova cinta muraria e di due torri circolari. In seguito per i Savelli di Torrita ebbe inizio una lenta e progressiva decadenza che li costrinse a vendere il feudo agli Orsini, i quali lo detennero per circa due secoli. Nel 1586 l’abate di Fossanova Valerio Orsini, per esigenze economiche, lo vendette a Tommaso Melchiorri dei marchesi di Recanati. Si devono ai cospicui interventi di queste due ultime signorie, le forme attuali della fortezza. I marchesi di Recanati, nel 1819, vendettero il feudo di Torrita alla principessa Cristina di Sassonia che lo mantenne sotto la sua giurisdizione per circa trenta anni durante i quali si effettuò il restauro del Palazzo Baronale. Nel 1853 la principessa lo cedette al principe Alessandro Torlonia. Il castello era posto a difesa dell’ingresso al borgo, che avveniva per mezzo di un fossato e di un ponte levatoio. La struttura oggi si presenta a pianta quadrangolare con due massicce torri angolari circolari su base a scarpa. Numerose sono state le trasformazioni subite dal complesso durante i vari passaggi di proprietà , tra le quali quella che interessò una delle torri del castello, impiegata nella costruzione della chiesa di San Tommaso. Di proprietà comunale, è oggi divenuto albergo e ristorante, gestito dalla cooperativa sociale "Le Mille e una notte - onlus". La finalità della cooperativa è quella di creare un posto nuovo che differisca da qualsiasi altro ristorante non solo per la qualità del servizio ma soprattutto per le motivazioni e gli ideali che l'hanno fatto nascere e crescere. L’edificio si compone di 5 piani e 44 vani comprensivi di "casa, corte, molino, tinello e grotta".
2 commenti:
Torrita è un luogo bellissimo e ora è in atto una interessante mostra d'arte contemporanea a cui siete invitati e con l'occasione fate pure un giro in barcone ecologico sul Tevere
Grazie Castelliere per questo interessante sito!
Ciao Margherita, molti anni fa capitai a Torrita con i miei genitori...spero di ritornarci prossimamente. Grazie per il commento e continua a seguire il mio blog, di cui sono onorato ! Valentino
Posta un commento