ROPPOLO (BI) - Castello
La particolare posizione strategica del sito in cui sorge il castello aveva fatto sì che già nel III secolo d.C. vi fosse sorta una fortificazione, in seguito utilizzata come basamento dell'attuale edificio. Dopo essere appartenuto a diversi nobili della zona, nel 1225 il castello divenne proprietà dei conti Bichieri, una potente e ricca famiglia di Vercelli, i quali trasformarono l'ormai fatiscente fortificazione collinare in un vero e proprio castello medioevale, che si dimostrò molto utile alla famiglia durante le lotte fra guelfi e ghibellini. Ancora oggi, sulla parete principale dell’ala duecentesca del maniero, domina lo stemma dei Bichieri: tre bicchieri riempiti a metà di vino sotto il cappello cardinalizio del grande Cardinale Guala. I Bichieri del XIII secolo diedero splendore al paese. Fu anche costruita una casa monacale, la Santa Margherita, che servì anche da lazzaretto durante la peste. Lì, sorgerà l'attuale villa dei Rampone (XIV secolo) che si affaccia sulla piazza omonima, e dove ancor oggi si può ancora vedere la chiesetta dedicata alla beata monaca domenicana Emilia Bichieri da Vercelli (1238-1314). Il castello, così come il vicino borgo, passarono poi in mano ai longobardi Visconti nel 1315, i quali iniziarono a usarlo come dimora signorile. In seguito, come per la vicina Viverone e altri borghi vercellesi, il territorio roppolese fu barbaramente conquistato dal condottiero Facino Cane, al soldo del Marchese del Monferrato. Roppolo, tornato sotto i Savoia nel 1427, divenne quindi signoria dei conti Valperga. A questi ultimi si deve la ristrutturazione dell'edificio con l'aggiunta dell'ala Est, di stile rinascimentale definendo così nei suoi elementi essenziali quella che poi è rimasta fino ad oggi la sua fisionomia edifica. Furono costruiti il cortiletto e il porticato est, inoltre venne eliminata la torre-porta con ponte levatoio, oggi sostituita da un arco barocco. La storia del castello si lega inoltre ai Valperga per un singolare episodio: nel 1459, dopo aver perso una disputa contro il rivale Ludovico Valperga di Masino, un tal cavalier Bernardo di Mazzè venne posto in un'armatura e murato vivo nel castello. La veridicità della vicenda sarebbe confermata dal ritrovamento in una profonda intercapedine, nella terza stanza della torre, a seguito dell'apertura di un muro parietale, dei resti di un uomo in armatura. La scoperta avvenne durante i lavori di restauro compiuti nel XX secolo nel maniero. Il fatto fece sì che la famiglia Valperga di Caluso-Masino venisse condannata a restituire il castello e il territorio roppolese ai Savoia. Ne nacque una lunga causa, che si prolungò sino al 1630, anno in cui il ramo dei Caluso-Masino si estinse e i Savoia tornarono pienamente in possesso del castello e del borgo. Nel XVI secolo poi, i Savoia fecero costruire una chiesetta con facciata prospiciente al piccolo piazzale dell'ingresso pedonale del castello stesso, conosciuta come la "Chiesetta del Castello", ma ufficialmente dedicata a San Michele Arcangelo, eretta sui resti di una più antica chiesa romanica del XII secolo, quest'ultima ancor visibile dal versante orientale, e nella quale è conservata un'icona lignea di Gaspare Serra (1738). Nel 1632 il castello divenne presidio di Tomaso di Savoia contro le invasioni francesi. Ma, quando questi ultimi si allearono con gli stessi sabaudi nel 1640, Roppolo fu ceduta ai marchesi Guido Villa di Cigliano e Giandomenico Doria di Ciriè. Tuttavia, nel 1730, alcuni discendenti dei Valperga riemersi dalla storia, pretesero - e ottennero - nuovamente la proprietà di borgo e castello. Secoli dopo, nel 1837, la casata dei Valperga, ormai decaduta, vendette il castello a Ignazio Anselmi, un ricco possidente, che ristrutturò il castello trasformando il maniero medievale in un elegante residenza di campagna, aspetto sotto il quale ci è oggi pervenuto. Questi, a sua volta, in epoca risorgimentale, cedette la proprietà al senatore e generale Gustavo Mazè de la Roche; in seguito il castello passò alla famiglia Chio e, in tempi più recenti, ai Gruner. Sotto la famiglia Novarese di Moransengo negli anni '80, il castello venne modificato per renderlo in parte sede di un ristorante e soprattutto, poiché l'economia di Roppolo e della zona era ancora basata su enologia e agricoltura, venne istituita nel 1981 al Castello, con l'ausilio delle amministrazioni delle Province e della Regione Piemonte, la sede dell'Enoteca Regionale della Serra, che venne poi trasferita nel 2015 ed è attualmente a Lessona come Enoteca Regionale del Biellese e della Serra. Successivamente, dopo un periodo di chiusura al pubblico, nel 2015 il castello fu acquistato dalla famiglia Saletta che, nel maggio del 2018, lo ha riaperto al pubblico, arricchendolo con una pregiata collezione di quadri, mobili antichi, armi medievali e reperti archeologici, rifornendo le cantine con i vini locali che ne completano la rinnovata armonia con i sapori e le storie del territorio. Il castello si sviluppa intorno ad una torre edificata verso il X secolo che costituisce le fondamenta di quella attuale. Si tratta di un mastio quadrato dalle linee severe ed essenziali, che si distingue sia per gli elementi costruttivi che per i rapporti volumetrici. La parte inferiore, interrata, presenta una volta a botte in pietra. L’aspetto attuale del castello è quattrocentesco con un giro continuo di beccatelli in laterizio e ha caratteristiche di abitazione signorile. La sua pianta trapezoidale è occupata su tre lati da edifici, in prossimità del quarto, invece, si erge un muro di collegamento con le altre parti del complesso. Nel lato più lungo si trova la porta d’ingresso, fronteggiata da un grazioso porticato, costruito anche sull’altro lato per unire il corpo al mastio. Dal portone d’ingresso si diramano due strade: una conduce al piazzale del castello, l’altra all’antico ricetto sottostante, un tempo annesso al castello come mostrano le strutture difensive esterne e la torre, porta d’accesso comune. Restano tracce delle mura nella direzione sud-ovest. Le cantine dell’Enoteca sono del XVI secolo, con volte di mattoni a vista e muri di pietra; gli scaffali hanno la caratteristica struttura ad archetti degli antichi “infernotti”. Il ricetto risale ai primi decenni del XV secolo ed è un tipico caso di struttra acclusa al castello signorile, col quale ha in comune le strutture difensive esterne (le mura del lato interno) e la torre-porta, ma ne è indipendente come struttura fisica, infatti era situato a sud-ovest del castello. Ora esso è in abbandono e ne restano poche tracce: due cellule vicine all’ingresso, un’altra è vicino alla strada del castello e presenta un portale in cotto. Altri link suggeriti: https://www.turismotorino.org/it/esperienze/cultura/castello/castello-di-roppolo, http://www.slowlandpiemonte.it/arte-cultura/visita-castello-roppolo/, https://www.youtube.com/watch?v=uPosXmruIq8 (video di Obiettivo Sabato Gruppo fotografico), https://www.youtube.com/watch?v=g3PcLAa0Zi8 (video di I bellissimi viaggi di Giovanni), https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_BI_Roppolo.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Roppolo, https://it.wikipedia.org/wiki/Roppolo#Il_Castellohttps://www.lagodiviverone.org/it/resource/poi/castello-di-roppolo/, https://www.comune.roppolo.bi.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-2025-1-e8382011c61f257675fcc45f50c4937b, http://archeocarta.org/roppolo-bi-castello-e-ricetto/, https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/castelli/castello-di-roppolo
Foto: la prima è presa da https://www.comune.roppolo.bi.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-2025-1-e8382011c61f257675fcc45f50c4937b, la seconda è una cartolina della mia collezione
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