TERRE ROVERESCHE (PU) - Castello di Barchi
Già dal toponimo si può intuire quanto sia importante il tempo andato di questo minuto paese poggiato tra le valli del Metauro e del Cesano: il termine Barchi affonderebbe infatti le sue radici in un nome proprio, quello di Asdrubale Barca, condottiero cartaginese che trovò la morte nella celebre Battaglia del Metauro e che proprio in queste terre sembrerebbe essere stato sepolto. Diversi sono i reperti – zanne d’elefante, ossa umane e rottami di carri – che gli agricoltori hanno rinvenuto lavorando la terra da queste parti, e ciò pone un interrogativo: e se il famoso scontro tra l’esercito romano e quello nord-africano avesse avuto luogo qui e non, come raccontano i libri di storia, nel fermignanese? Agli studiosi la sentenza. Le vicende di questo territorio, però, cominciano ben prima dell’epica battaglia: sembra infatti che i primi insediamenti si siano sviluppati addirittura nel quinto millennio avanti Cristo. Umbri, Galli, Etruschi e Romani furono soltanto alcune delle popolazioni che abitarono questi incantevoli luoghi. Sono tuttavia Medioevo e Rinascimento le epoche che hanno lasciato tracce indelebili sulla struttura del castello, tracce ancora perfettamente visibili. A lungo oggetto di contese, a spuntarla furono i Malatesta. Fu Papa Eugenio IV a conceder loro, nel 1446, l’investitura per la città di Fano e per il Vicariato Cesanense. Seguì un periodo di pace che durò fino all’estate del 1457, ovvero fino a che Federico da Montefeltro decise di prendere Barchi e altri castelli con la forza, riuscendovi. L’annessione al Ducato d’Urbino segnò una svolta decisiva per i commerci di questi luoghi, commerci focalizzati in maniera preponderante sulla esportazione di vasi e terrecotte. Il benessere così diffuso e protrattosi nel tempo, sotto il dominio dei Montefeltro prima e dei Della Rovere poi, permise alla comunità di realizzare opere importanti, e ai nobili di abbellire i loro palazzi. E’ per questo che oggi il paese, se pur di modeste dimensioni, possiede tono di cittadina. Una cittadina bellissima, per la verità. E allora non ci resta che scoprirla. Simile ad una grande imbarcazione affiorante con la sua torre-pennone dal sottostante mare di valloni, Barchi è uno dei "castelli" dell'articolata area collinare che separa la valle del Metauro da quella del Cesano. L'antico "castello" sorge all'interno di un territorio che vide l'insediamento di ville e fattorie fin dall'epoca romana e fu poi luogo fortificato durante l'intero medioevo. Fece parte del vicariato di Mondavio fino al 1531, anno in cui divenne autonomo con dominio su cinque castelli limitrofi (Rupoli, Montebello, Villa del Monte, Sorbolongo e Reforzate). Nel 1571 il duca Guidobaldo II Della Rovere incaricò l'architetto Filippo Terzi di ristrutturare interamente l'abitato. Sono due le porte che consentono l’accesso al castello. Dal momento che Porta Vecchia ha perso ormai da tempo l’arcata e il suo ponte levatoio, e risulta oggigiorno poco caratteristica, cominceremo la nostra visita da Porta Nova, una struttura assieme semplice e raffinata che permette al visitatore di immettersi nel lunghissimo corso che fende l’abitato da parte a parte. Collocato pressappoco a metà via, vi è il maestoso Palazzo Municipale con la sua Torre campanaria cuspidata, il cui orologio funziona ad unica lancetta. I quattro archi che vanno a comporre il loggiato erano con tutta probabilità sede del mercato coperto. A contribuire a tale supposizione è anche la presenza di un vecchio sistema di misurazione – oggi poco intellegibile - incastonato nella struttura. A fianco del bel Palazzo Municipale troviamo l’antica Chiesa della Santissima Resurrezione, sulla cui facciata in laterizio si aprono tre ingressi. Quello centrale, più grande, è sormontato da un timpano. Percorrendo la via che dal Palazzo Municipale conduce a Porta Vecchia si scorge sulla destra quello che era il Palazzo Ducale, oggi edificio privato (degli eredi Canestrari), dotato di portale e finestre con cornici stemmate in pietra. A quel che si dice, la struttura avrebbe ospitato per anni Lavinia Della Rovere, il cui volto è celebre per essere stato ritratto da Raffaello nell’opera "La Muta". La nobildonna fu sposa di Giulio Da Varano da Camerino, assassinato nella rocca di Pergola da uomini al soldo di Cesare Borgia. Il caratteristico vicolo dinnanzi a Palazzo Ducale viene detto “degli ebrei” e testimonia la presenza storica della comunità ebraica in paese. Altri link suggeriti: https://youtu.be/RtTxqTticaM (video di Federico Channel), https://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/comuni-del-bacino/scheda/8017.html, http://www.comune.barchi.pu.it/c041004/zf/index.php/storia-comune
Fonti: http://www.turismo.pesarourbino.it/elenco/comuni/barchi.html, https://www.ilfederico.com/castello-di-barchi/
Foto: la prima è presa da https://marchetravelling.com/pesaro-e-urbino/barchi/, la seconda è presa da https://turismo.comune.terreroveresche.pu.it/borghi/00-cosa-fare-a-barchi-2/01-monumenti-storia/
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