martedì 12 gennaio 2021

Il castello di martedì 12 gennaio



LAVIANO (SA) - Castello normanno

In epoca longobarda (dal VI sec. d.C.) Laviano appartenne al gastaldato di Conza (Conpsa) e rientrò nel Principato Citra. I Longobardi, riorganizzando i percorsi tra il mare Tirreno (in particolare da Salerno) e quello Adriatico, aprirono nuove strade seguendo il corso dei fiumi e modificarono, conseguentemente, sia il ruolo sia lo sviluppo delle aree interne e, soprattutto, di alcuni centri come, ad esempio, Conza. Sotto i Normanni (X-XII sec.) venne creata, invece, la contea di Laviano e ne fu Conte anche Guglielmo che prese il cognome "de Laviano" e poi "Laviano". Tale contea ebbe una certa importanza dato che dalla medesima dipendevano a livello militare ed amministrativo vari paesi circostanti. A Guglielmo successe Oddone poi sconfitto dal Duca di Brienne mandato dal Papa Innocenzo III. Al periodo normanno risalgono le origini sia della Chiesa Madre dell'Assunta, sia del Castello medievale. Quest'ultimo, proprio per volere del citato Guglielmo, venne ubicato in posizione strategica in modo da facilitare l'osservazione e la difesa, ossia sulla sommità del promontorio, a picco sulla rupe dell'Olivella e sul vallone. Fu munito di fossato con ponte in pietra, nonché di un avamposto e/o baluardo verso il nucleo abitato che, fino al sisma del 1980, era incastonato lungo il pendio collinare sottostante. Originariamente tale borgo ha accolto le persone che si ritiravano dai luoghi posti lungo le vie militari e che non erano in grado di subire gli svantaggi dovuti all'obbligo di dare alloggio ed assistenza a tutte le autorità del Regno, civili e militari, le quali viaggiavano per servizio in quel territorio. Il Castello, pur avendo subito nel corso dei secoli ampliamenti e ristrutturazioni, aveva conservato sino al 1980 prevalentemente l'aspetto difensivo, un impianto planimetrico irregolare con torri cilindriche angolari (delle quali la maggiore, considerata il "mastio", è collocata a nord/ovest) anche su base a scarpata romboidale, corpi di fabbrica a due e a tre livelli ai quali si accedeva dalla corte interna trapezoidale, copertura a falde con manto esterno in coppi, vani principalmente con solai piani in travi lignee, ma anche ambienti voltati (tra i quali una possibile cappella) ed un loggiato con volta a crociera nella parte sud-ovest che prospetta sul vallone con una apertura arcata. I vani finestra del piano rialzato erano, così come riscontrabile ancora in due aperture prospicienti la corte interna, contorniati da cornici e soglie in pietra. Il livello inferiore era adibito presumibilmente a cantine, depositi e forse celle, mentre quello rialzato rispetto alla corte interna era destinato anche alla residenza. Infine l'ultimo, munito di feritoie, era utilizzato, presumibilmente, per scopi difensivi ed armerie. Sottostante al cortile si trova un'ampia cisterna voltata e munita di grata. Probabilmente la disposizione planimetrica irregolare del complesso fortificato è stata determinata dalla configurazione morfologica del terreno. Di notevole valore erano i sobri, quanto maestosi, portali lapidei risalenti al XVII sec., con conci decorati (prevalentemente alla base dei piedritti, all'imposta dell'arcata ed in chiave) collocati all'ingresso principale ed al fabbricato ubicato all'inizio dell'area fortificata (probabilmente un posto di guardia) caratterizzata quest'ultima, soprattutto, dalle mura perimetrali poste alla sommità del pendio collinare tuttora leggibili in particolare nella parte nord-ovest come pure dal fossato munito di ponte su due arcate entrambi in muratura di pietrame. Gli elementi di tali portali, che sono crollati con il terremoto, sono stati recentemente rinvenuti in loco. La costruzione, ovviamente, è in muratura di pietrame locale che nelle parti a vista si presenta per lo più regolare nei ricorsi orizzontali senza stilatura di giunti e che è impreziosita dagli elementi sempre lapidei sia decorativi, sia di pezzatura maggiore compatta e lineare nei cantonali e nelle parti di delimitazione. Tale Castello si inserisce nel sistema di fortificazioni normanne e sveve realizzate dal X secsolo, spesso su preesistenti insediamenti difensivi lungo l'alta valle del Sele ed in Basilicata a ridosso delle vie di comunicazione con la Puglia. Il fenomeno dell'incastellamento medievale che ha interessato tutte le regioni del Mediterraneo, anche nelle zone non costiere, e ha rappresentato un fenomeno epocale che ha portato ai paesi interni ed arroccati anche un miglioramento delle condizioni di vita. In tale periodo la valle del Sele è diventata una sorta di micro regione con un'identità culturale singolare, che in qualche modo ha conservato anche nei secoli successivi. Ne sono testimonianza le numerose fortezze ed emergenze architettoniche tuttora presenti in zona. Nel medioevo, inoltre, il fiume Sele ha avuto un ruolo importante connesso allo scambio ed al trasporto delle merci (compreso il legname utile nella costruzione delle navi). A seguito di indagini di archivio risulta che nei vari secoli i territori di Laviano, come anche il castello, furono possedimenti di diversi signori e/o feudatari e tra questi si ricordano: i Marino e Pirro d'Alemagna sino alla famosa "Congiura dei baroni" alla fine del XV secolo, la famiglia Carafa Guzman de Marra (noti anche come principi di Stigliano) e la Regia Corte spagnola nel XVII sec. nonché la famiglia D'Anna (che li ha avuti in proprietà dalla fine dal 1696 sino al 1865 in base al catasto Onciario del 1753 ed a quello Murattiano del 1815). Nel XIX il Castello è diventato di privati ed alla fine degli anni '50 è stato acquisito al patrimonio comunale e, conseguentemente, utilizzato per fini pubblici. Inoltre, dai documenti esaminati, si evince che tale costruzione aveva nel complesso 6 bassi, la cappella ed un locale adibito a scuderia al piano seminterrato e circa 20 stanze ai piani superiori. Nonostante i crolli determinati dagli ultimi terremoti e le attuali precarie condizioni statiche il Castello di Laviano costituisce tuttora una delle testimonianze più significative dell'architettura fortificata presenti nell'alto Sele. Di particolare interesse e valore resta, infatti, questo monumento tuttora caratterizzato dall'individuazione della perimetrazione murata esterna della fortificazione, dai resti dell'avamposto (e/o baluardo) del quale in ogni caso si individua la consistenza plano-volumetrica preesistente), il fossato delimitato dalla muratura in pietra e/o dalla roccia viva con il suo ponte, la consistenza muraria dell'intero castello del livello inferiore e parti significative del piano rialzato (quali, ad esempio, la facciata prospiciente la corte interna del corpo a nord-est con i setti retrostanti ed i lati perimetrali sia a sud, che a nord/est), il cortile con la sottostante cisterna visibile dallo squarcio che si è creato nel terreno ed i livelli medio/bassi di tutte le torri. Significative sono anche le tracce e gli elementi riscontrabili in loco che contribuiscono a comprendere maggiormente l'organizzazione interna come anche la ripartizione altimetrica degli spazi e l'articolazione compositiva dei prospetti. Particolarmente suggestiva ed emergente resta, infine, la sua ubicazione alla sommità del rilievo collinare ed a picco sul vallone molto profondo nei lati ad ovest. Il terremoto del novembre del 1980 ha distrutto Laviano e provocato danni ingenti anche al Castello dove gran parte della muratura è crollata e tutti i solai piani lignei sono andati perduti, sfondati dal peso delle macerie, oltre alla quasi totalità delle volte. Inoltre, anche l’avancorpo (o baluardo di guardia) è stato molto compromesso ed un ampio tratto della volta a botte che copre la cisterna dell’acqua (posta al di sotto della corte interna) ha ceduto. Al sisma è seguito un lungo periodo di totale abbandono e, perciò, di massima esposizione agli agenti atmosferici nel corso del quale sono avvenute ulteriori scosse telluriche (ripetutesi anche negli anni più recenti): per molti anni tale fortilizio sembrava essere stato ringhiottito dalla terra. L’intervento sul Castello, eseguito dalla Soprintendenza tra il 2004 - 2008, ha rappresentato il primo "restauro" realizzato a Laviano dopo il terremoto del 1980: è stato, perciò, non solo il primo bene culturale, ma in assoluto il primo immobile recuperato e restituito al paese.La Regione Campania ha, infatti, assegnato alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino (così come attualmente denominata) un finanziamento della Comunità Europea di importo limitato, date le condizioni in cui versava l’immobile (ammontando complessivamente a 981.268,10 euro), ma molto importante. La Soprintendenza, con detti lavori di consolidamento e restauro, non è riuscita a completare il recupero del Castello e molto resta ancora da fare, ma ha raggiunto, comunque, risultati molto significativi poiché, oltre a rendere nuovamente leggibile il Complesso fortificato, ha fatto riscoprire alla collettività lavianese (e non solo ad essa) questo monumento di notevole interesse artistico-architettonico e per un lungo periodo dimenticato nonché di rilevante valore sociale ai fini della riappropriazione della memoria storica e dell'identità culturale dei luoghi. Infine, tale intervento ha avviato un riavvicinamento del passato non limitato alla costruzione, ma inteso come ricucitura del nucleo con il contesto ambientale circostante e riqualificazione delle importanti risorse soprattutto naturali del territorio di Laviano. Dal 2009 il Castello è stato riaperto al pubblico seppure con delle difficoltà e limitazioni. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=oVCzJhJsh7s (video con drone di Alberto Tarantino), https://www.youtube.com/watch?v=LHhhjXktjL0 (video con drone di Angelo Giordano), https://www.youtube.com/watch?v=urXTO9d7A0g (video di Giovanni Piserchia), https://www.youtube.com/watch?v=oNUDINdLrsg (video con drone di Francesco De Girolamo), https://www.youtube.com/watch?v=-8KteUzYU44 (video di Impresa Diretta)

Fonti: http://www.comune.laviano.sa.it/index.php?action=index&p=338, http://www.lavianonostra.it/il-castello-di-laviano/, https://www.beniculturali.it/evento/il-restauro-del-castello-di-laviano-sa

Foto: la prima è presa da https://www.destinazioneseletanagrovallodidiano.info/Musei-e-Architettura/Castello-Medievale-e-Ponte-Tibetano.html, la seconda è di Gianfranco Adduci su https://www.ecoturismocampania.it/ponte-tibetano-laviano/

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