LIVO (TN) - Castel Zoccolo
Di Livo era originaria l'omonima famiglia dei Livo, che divenne una delle più importanti del Principato Vescovile di Trento nel XII secolo; la famiglia, di probabile origine longobarda o comunque germanica, ebbe varie ramificazioni (i Metz o Mezzo, i signori di castel Zoccolo, quelli di Altaguardia, quelli di Cis e forse altri). Nel 1183 il feudo di Livo venne concesso, dal principe vescovo di Trento Salomone, ad Arnoldo e Anselmo dei Livo di Metz, del ramo poi detto "di Metz" o "da Mezzo"; più avanti, assumendo il nome di Kronmetz, essi divennero vassalli dei conti di Tirolo. Livo era sede di una gastaldia, che aveva giurisdizione anche sugli abitati di Revò, Romallo e Cagnò. La storia di Livo presenta pochi eventi di rilievo; con tutta l'area del Mezzalone, il paese venne coinvolto marginalmente nella guerra rustica, rimanendo in genere fedele al Principe Vescovo. Le prime fonti documentarie che attestano la presenza del castello sono del XIII secolo: al 1233 risale infatti il primo testo in cui viene menzionato un "castro Zochulli plebis Livi". La struttura sorge a 700 m di quota, sulla sommità di una collinetta nel comune di Livo, di fronte all’abitato di Cis. Probabilmente la sua nascita si inserisce nel contesto di esplosione edilizia castellana che ha caratterizzato il territorio anaune a partire dal XII secolo. I primi proprietari furono i nobili Zoccolo, signori di Livo, vassalli dei conti Flavon ed Enno tra XI e il XII secolo, e nel XIII secolo di Mainardo II conte del Tirolo, mentre dalla seconda metà del XV secolo il castello passò ai nobili Thun. L’atto di conferimento della proprietà, datato al 1447, fa riferimento soltanto ad “una torre detta Zoccolo nella Valle di Sole”. Dalla documentazione disponibile è possibile supporre che tale struttura costituisse la parte più antica e consistente del complesso. Il nome di castello potrebbe quindi derivare dall’edificazione, nei secoli successivi alla fondazione, della residenza signorile accanto alla torre. Nel 1469 venne riconfermata la proprietà della torre alla famiglia Thun, che la detenne sino alla fine del Settecento, periodo in cui il complesso fu abbandonato. In seguito venne custodito dalla famiglia Rodeger. Nel corso del XIX secolo venne abbattuta la torre e la residenza viene trasformata in casa colonica. Attualmente Castel Zoccolo si presenta come un’abitazione rurale fatiscente in cui si scorgono a fatica le tracce del suo passato. In un documento del 1307 si ricorda il torchio del signor Zifredo di Livo, funzionante nel “Castelo di Zoceli”: le viti vennero infatti coltivate per secoli nella zona del castello, e un vigneto cresceva proprio addossato alla torre del castello. Pare inoltre che proprio la famiglia Zoccolo, prima proprietaria del castello abbia trovato origine nei signori di Livo. Oggi a causa dell’incuria il castello sta crollando letteralmente a vista d’occhio. L’edificio presenta notevoli tracce del suo antichissimo passato, il lato nord ribassato nel tetto negli anni Cinquanta, dopo che nel 1880 fu rasa la torre, è il più spoglio anche se appare ancora una finestrella inferriata; un forte terrapieno si affianca alla strada comunale che gira intorno al muro basso di cinta e scende alla località Pil, è il risultato di anni di accumulo rottami dell’edificio. L’accesso odierno come in antico è posto a nord, salendo una rampa che parte da una piccola edicola votiva in pietra; in quel punto era un tempo la cinta muraria con un arco carrabile in pietra appena al di là di un ponte levatoio, che isolava la collinetta. L’arco smontato nel 1880, è ora rimontato in una casa nel centro di Livo al n.12, conserva anche lo scudetto degli Zockel Thun, scolpito nella chiave di volta dell’arco. Salendo verso ovest, si nota nel muro al primo piano, lo sporto del forno da pane, a circa tre metri di altezza, ormai semidistrutto nella sua voltina tufacea. Il portale di ingresso, è in pietra con arco a pieno centro, nella chiave di volta conserva il monogramma IHS; il cortile, anticamente ciottolato, ombreggiato da monumentali alberi di robinia, ontano e noce; l’edificio a sinistra nord, ormai in rovina, aveva due stanze a “stube” con voltine a crociera; al lato nord era la torre antica, alta ben 16 metri, demolita in parte nell’800, poco più sotto si scendeva ad un secondo portale che dava direttamente sul giardino a sud ovest, primitivo ingresso dalla strada proveniente da sud. A sud sud-est, l’edificio residenziale a tre piani, crollato nel 1990, si apriva in finestre rivolte sia a ovest che a est; all’estremo sud l’edificio finiva con uno sperone pentagonale, alla base quasi arrotondato e diviso in quattro vani ad uso di magazzini; al piano di sopra un piano unico, che fungeva fino a qualche anno fa da fienile, vi si accede oggi salendo un ponte in cemento. L’insieme dello sperone, a sud e a ovest, è fortemente suggestivo se visto dalla strada sottostante, costeggiata dal forte muro che era la prima cinta del castello; da quel lato esiste dentro le mura una cisterna per la raccolta dell’acqua, che fu riempita di rottami negli anni Cinquanta.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Livo_(Trentino-Alto_Adige), http://www.castellideltrentino.it/Siti/Castel-Zoccolo, https://www.mondimedievali.net/Castelli/Trentino/trento/provincia000.htm#zoccol
Foto: la prima è di Burgenfuzzi su www.panoramio.com, la seconda è presa da https://www.fondoambiente.it/luoghi/castel-zoccolo?ldc
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