MELISSA (KR) - Castello
Il Castello di Melissa rappresenta il simbolo della cultura storica ed archeologica della presenza degli Aragonesi e della tradizione feudale del borgo. Ad oggi sono visibili solamente alcune parti della struttura e della cinta muraria che lambiva il borgo. Il castello fu costruito in epoca medievale e sono ancora visibili le torri. La sua importanza strategica, che fu decisiva all’epoca della sua costruzione, per fronteggiare possibili incursioni dal mare, lo fa primeggiare ancora oggi tra le altre fortificazioni nel territorio crotonese. L’edificio servì a contrastare soprattutto nel XV secolo, le continue tentate incursioni da parte dei Turchi. Proprio per questo tra la fine del Quattrocento ed i primi anni del Cinquecento il castello e le mura dell’abitato furono oggetto di alcuni importanti interventi. Fu migliorata la difesa con la costruzione della “torre nuova” e della cortina contigua e l’armento del castello fu potenziato con alcuni pezzi di “arteglieria de ferro” ed altre armi. Nei primi decenni del Cinquecento “per le fabriche et reparatione del castello” i feudatari di Melissa e dei paesi vicini, come testimonia il caso del conte Andrea Carrafa, obbligarono gli abitanti con i loro animali a fornire calce ed a lavorare gratuitamente. Al tempo del barone di Melissa Giovan Battista Campitelli (1516-1561) il castello risulta armato e ben arredato come evidenzia l’inventario dei beni compilato dopo la morte di Beatrice Caposacco, seconda moglie del barone. Dopo essere stato per lungo tempo un presidio regio, divenne proprietà della famiglia Campitelli fino al 1668, anno in cui passò alla famiglia Pignatelli. Alla metà dell’Ottocento Giovan Francesco Pugliese, nella sua opera “Descrizione ed istorica narrazione di Cirò”, trattando di un “Cenno per Melissa” così scrive: “Nell’abitato di Melissa non si offre altro di antico, che un rovinato Castello Baronale, luogo di dissolutezze e di barbarie, … era tra le prerogative del Conte il nefario jus primae noctis.”. Il Pugliese si dilunga narrando un fatto cruento accaduto alla metà del Seicento, che secondo l’autore aveva causato la morte del conte Francesco Campitelli, il quale voleva imporre con la violenza lo “ius primae noctis” ad una coppia di sposi. La vicenda leggendaria, che si sarebbe svolta tra la chiesa di San Giacomo, di iuspatronato dei conti Campitelli, ed il vicino castello, sarà ripresa in seguito da Angelo Vaccaro con l’articolo “Nuova luce nella tragedia feudale di Melissa del 1633”. Per il Vaccaro l’episodio ha un fondamento storico anche se altri sono i protagonisti della vicenda. In seguito la vicenda venne romanzata anche dal professore Giuseppe Barberio nel romanzo “Il castello di Melissa”. Il fatto, almeno nella sua stesura originale, non regge all’analisi storica come è stato chiaramente dimostrato nell’ opera “Melissa medievale e moderna” di Antonio Cosentino. Pur non avendo alcun fondamento il castello e la vicina chiesa rimasero per sempre legati nella memoria collettiva ai Campitelli ed ai molteplici soprusi e prestazioni feudali patiti dalla popolazione melissese. Dalla metà del Seicento il castello cominciò a decadere. I Campitelli e poi i Pignatelli cominciarono a spostare il loro interesse e la loro residenza nel castello di Strongoli e nella Torre di Melissa (https://castelliere.blogspot.com/2012/12/il-castello-di-mercoledi-5-dicembre.html) e poi nel nuovo casino di Fasana. Nell’inventario dei beni fatto per ordine del principe di Strongoli Domenico Pignatelli per morte dello zio Francesco Campitelli (1624-1668), il notaio Francesco Tortora così il 26 giugno 1668 descrive sommariamente il castello: “Il castello feudale di d.a terra consistente in più et diversi membri superiori et inferiori con la torre maestra dentro il quale nella parte superiore vi sono trovati l’infr.tti beni vd Quattro trabacche vecchie con quattro matarazzi di lana, sei seggie vecchie e rotte, e nella parte inferiore vi sono trovate dieci botte vacuoe per conservare vino, diverse giarre vacoue per conservare l’ogli”. In seguito al tempo del conte Geronimo Pignatelli (1690-1728) il lento declino è evidenziato dall’inventario del 1703. Allora il castello non era ancora degradato nelle sue strutture principali ed era costituito da sala, camera, camera contigua, camera contigua, camera del forno, camerone, scrivania, camerino contiguo, cortile, cantina, p(rim)o cellaro, 2.o cellaro e cocina. Pur essendo ancora abitabile, l’arredamento tuttavia denota lo stato di abbandono. Morto Geronimo Pignatelli nel 1728, il feudo di Melissa passò alla figlia la contessa Lucrezia Pignatelli (1729-1760), sposata con Ferdinando Pignatelli. In questi anni il castello è definitivamente abbandonato. Infatti nel catasto onciario di Melissa del 1743 così è descritto: “… possiede nel ristretto della med.a t.ra di Melissa un castello, quale per non essere stato abbitato per molti anni minaccia delle rovine”. Collegato attraverso passaggi segreti alla Chiesa di S. Giacomo apostolo, del castello risalente al XV secolo, oggi rimangono solo resti, ma inizialmente era formato da tre torri circolari e costruito su di un alto costone roccioso. Altri link suggeriti: http://www.archiviostoricocrotone.it/chiese-e-castelli/il-castello-di-melissa-e-la-torre-di-torre-melissa/, https://www.youtube.com/watch?v=JKitr9KWBYQ (video di Borghi d'Italia), https://www.youtube.com/watch?v=CWDfqC2Dbfs (video di Comunicando Leader)
Fonti: https://www.e-borghi.com/it/sc/crotone-melissa/2-castelli-chiese-monumenti-musei/458/castello-di-melissa.html, http://www.archiviostoricocrotone.it/chiese-e-castelli/un-inventario-cinquecentesco-del-castello-di-melissa/, http://www.turiscalabria.it/website/?lang=it&categoria=/dove-andare/mete-marittime/&view_type=s&id=141&title=le-origini-greche-della-citta-del-miele.html, https://www.mondimedievali.net/Castelli/Calabria/crotone/provincia000.htm#melissarest
Foto: la prima è presa da https://www.melissaturismo.it/localita-castello&lang=IT, la seconda è presa da https://www.melissaturismo.it/localita-castello&lang=IT
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