SAN GINESIO (MC) - Castello di Roccacolonnalta
Appartenuto in passato alla famiglia nobile Brunforte, è un rudere situato nella frazione di Rocca. In passato il castello forse conteneva una piccola cappella. Secondo alcune ipotesi ricostruttive, la sua costruzione potrebbe essere opera dei crociati dell'ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, vista la sua somiglianza con il Krak dei Cavalieri situato in Siria. Nel 1265 vi fu la concessione da parte del legato della Marca Simone Paltinieri, che cedette il “castrum Colonati” a San Ginesio. Il lodo arbitrale del 24 febbraio 1278, lodo perduto e che possediamo solo nella parziale trascrizione di metà Cinquecento di Marinangelo Severini, stabilì che "Rinaldo di Brunforte debba possedere il Poggio di S. Michele e il castello di Colonnato, ad eccezione di 12 famiglie, lasciando ai ginesini il possesso del monte di Colonnato, di cui si danno i confini che vanno fino al Fiastrone, e la possibilità di costruire una strada di uso pubblico larga 12 piedi dal Sasso Rosso fino al castellare di Pieca". Nella divisione di beni del 1313 tra i Brunforte, ai fratelli Nallo, Scattone e Ottavianuccio, figli di Ottaviano fratello di Rinaldo, toccò il “castrum Colonnati cum girone et burgo et sua senayta”, segno che a quel tempo non vi era solo il castello, che sappiamo già costruito almeno a metà Duecento, ma anche il girone, cioè la parte più interna, più alta e meglio difesa del centro murato e il borgo, che può corrispondere alle case costruite a poca distanza dalle stesse mura castellane. Il castello di Colonnato, oltre al girone e al borgo, aveva anche la sua “sinaita”, cioè la sua confinazione territoriale (il termine, come è noto, è di derivazione longobarda), e di conseguenza il suo “districtus”. Nel 1317 Vanne di Ottaviano Brunforte vendette “nobili viro” Corrado di Bonconte da Sentino, abitante a Sarnano, il monte di Colonnato di sua pertinenza per 216 lire di ravennati piccoli secondo i confini che toccavano i castelli di Monastero dell’isola, Fiastra e Brunforte. Ma è più importante, al di là della compravendita in se stessa, il fatto che essa venne stipulata “in palatio Colonati”, segno che già in tale anno nel castello di Colonnato vi era sicuramente un palatium nobiliare di residenza. Nel primo quarto del Trecento abbiamo dunque il castello con girone fortificato, palazzo e borgo, ma non ancora la rocca o arce, o almeno non ne abbiamo notizia, rocca che i documenti registrano invece più avanti. Infatti nel 1330 Giovanni di Ottaviano Brunforte, che agì anche a nome del fratello Ottaviano, vendette a San Ginesio per 8000 fiorini d’oro il “castrum Colompnati cum rocca, domibus, muris et munimentis suis”, terre, boschi, acque, mulini e tutto ciò che si conteneva nel suo territorio insieme alla rocca di Ragnolo con relativo distretto e vassalli secondo i confini (del castello di Colonnato e della rocca di Ragnolo) che toccavano il Fiastrone e i territori di San Ginesio, Sarnano, Col di Pietra, Monastero dell’Isola e Brunforte (castello). Dalla seconda metà del XIV secolo e fino ai primi decenni del XV la rocca di Colonnato, strategicamente importante per la sua posizione, fu nelle mani dei Varano signori di Camerino e di numerose altre località, tra le quali San Ginesio, in maniera quasi ininterrotta. Altrettanto fece Francesco Sforza durante il suo decennio di dominio nella Marca tra il 1433 e il 1443, fino a quando il castello e la rocca di Colonnato tornaroo nel pieno dominio di San Ginesio, che nell’arce manteneva stabilmente un proprio castellano con almeno tre addetti (famuli) di età non inferiore a 18 anni e adatti a portare le armi (“acti ad arma portanda”). La rocca, tuttavia, continuava a mantenere ancora la sua importanza, se Innocenzo VIII con breve del 23 marzo 1487 concesse ai ginesini di applicare per tre anni il denaro da versare per le taglie “in arcis Colunnati reparationem”, e la scelta della persona per la custodia della rocca era ritenuta di grande importanza, come mostra la rubrica XIX del II libro degli statuti di San Ginesio del 1582, dalla quale si ricava che il castrum, cioè il castello, situato come riferisce un documento quattrocentesco intorno e ai piedi della rocca, era ormai scaduto a villa, dunque sotto forma di un nuovo insediamento privo di mura e di elementi difensivi come appare al giorno d’oggi, che ha conservato il nome di Rocca. La rocca del castello di Colonnata perse mano a mano la sua importanza e il Cinquecento e il Seicento furono pieni di cause e di contrasti tra l’amministrazione ginesina e gli abitanti di Rocca, eredi dell’antico castello-rocca, per pretese autonomie da essi godute e per i diritti di pascere e legnare sul monte Colonnato e sul Ragnolo. Nel 1664 Il comune di San Ginesio, essendo la Rocca completamente abbandonata, ne autorizzò l’uso dei materiali per il restauro della chiesa di S. Maria di Pieca e per questo motivo tutta la prima cinta muraria esterna è ridotta a pochi metri in elevato rispetto alla fondazione. Anche la vicina frazione Rocca è stata costruita utilizzando il materiale del vicino castello e questo a detta degli abitanti della frazione fino ai primi anni cinquanta, quando rotolavano le pietre dalla parte a monte della Rocca fino al campo pianeggiante sottostante per poi trasportarle con i carri nella vicina frazione. Va ricordato anche alcune parti distrutte della torre nord-ovest verso Coldipietra sono derivate al gioco dei militari durante l’ultima guerra che sparavano con artiglierie, dalla collina di Coldipietra su questa torre, usata come bersaglio, tanto per passare il tempo e questo è quanto riportano i racconti degli abitanti della frazione Rocca. Nel 1762 Paolo Riccomanni può scrivere che si riconosce “l’antichità di questo castello dalla sua rocca formata a grosse semicolonne tutte murate ed incorporate nelle forti pareti di essa con porta saracinesca di fortissima struttura, lavorata all’uso antico e romano con calce e rena, ancora in piedi esistente benché abbandonata”, mentre nel 1846 Gaetano Moroni nel vol. XL del suo notissimo Dizionario di erudizione ricorda che “i camerinesi tolsero affatto ogni avanzo alla rocca Ragnola esistente già nel territorio”, di cui infatti non si conosce oggi l’esatta ubicazione, mentre “si vedono ancora grandiosi avanzi” della rocca di Colonnato, “che dominando il castello fu sempre tenuta pel più munito e sicuro propugnacolo esterno de’ ginesini”. Altri link: http://www.roccacolonnalta.it/index.php?a=1, https://www.larucola.org/2018/12/22/un-pezzo-di-storia-dellalto-maceratese-la-rocca-di-colonnalta/, https://www.youtube.com/watch?v=2KQskMi8meU (video di Marco Buccolini), https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Catalogo-beni-culturali/RicercaCatalogoBeni/ids/70147
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/San_Ginesio, testo del Prof Rossano Cicconi su http://www.luoghidelsilenzio.it/marche/07_castelli/03_macerata/00038/index.htm,http://www.iluoghidelsilenzio.it/rocca-di-colonnalta-san-ginesio-mc/
Foto: la prima è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/rocca-di-colonnalta-san-ginesio-mc/, la seconda è presa da http://www.luoghidelsilenzio.it/marche/07_castelli/03_macerata/00038/index.htm
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