sabato 13 agosto 2011

I castelli delle vacanze - 3



LAVELLO (PZ) - Castello

Fu fondato molto probabilmente in epoca Normanna dal signore del posto, Arnolino, feudatario di Guglielmo Braccio di Ferro. Secondo alcune fonti però, il responsabile dell’edificazione del fortilizio sarebbe stato invece il Conte normanno Umfredo. In ogni caso i primi documenti storici che vi fanno riferimento sono gli Statuta Officiorum federiciani (risalenti agli anni 1241-46) che lo menzionano come domus. Fu infatti ristrutturato e ingrandito da Federico II che ne fece residenza per il periodo di caccia. Il castello venne saccheggiato nell'agosto del 1268 ad opera di Ruggero Sanseverino per punire la rivolta antiangioina del Giustizierato di Basilicata, che aveva aderito all'avventura di Corradino di Svevia. Una violenza maggiore fu esercitata dagli Angioini a fine secolo (1298) quando Carlo II ordinò l'incendio della città. I danni riportati dalla fortezza furono gravi. L'aspetto odierno del castello evidenzia le trasformazioni tardo-quattrocentesche volute dalla famiglia Del Balzo-Orsini, di cui si conserva lo stemma sul portale durazzesco d'ingresso, collegato alla strada adiacente da una rampa, indispensabile per il superamento del dislivello di circa tre metri. In particolare vennero realizzati un loggiato dalle classiche forme durazzesche con archi (in un primo momento tre e poi cinque) ed una torre, mentre le ventidue finestre originali furono sostituite da balconi. L'impianto originale del castello ha pianta pressoché quadrata, con ingressi a settentrione (in seguito chiuso) e a occidente, che immette nel cortile centrale dove fa bella mostra un monumentale pozzo di pietra con abbeveratoio (su cui troneggia lo stemma dei Del Tufo, feudatari nel '500) e dove affacciano ampi ambienti destinati a magazzini, stalle, alloggi del corpo di guardia e depositi. Al primo piano con l'appartamento del feudatario vi sono il salone della corte, un giardino pensile e una loggia interna, nonché le residenze dei cortigiani e dei servi. Il castello è munito di due gallerie sotterranee: una per scopi militari, per condurre gli abitanti del castello fuori dall'abitato, l'altra collegata a una chiesa per garantire al feudatario un tranquillo esercizio dello jus primae noctis. Particolare curioso è l’esistenza di una stanza senza porta e con una piccola finestra, di cui non si è mai scoperta la destinazione d’uso e che ha fatto sbizzarrire l’immaginazione con la creazione di tante storielle fantastiche al riguardo. Il carattere difensivo dell’edificio, espresso in particolare dalle torri, non sembra essere stato interessato da interventi di consolidamento in epoca successiva a quella normanno-sveva, come si evince dalle dimensioni di una semitorre a sinistra della cortina principale, denominata Torre normanna. Il castello ricostruito nel 1600 è attualmente sede del Municipio e ospita in alcune sale l'Antiquario, in cui si possono ammirare vasi di epoca greca, reperti dell' età del ferro, provenienti dalla zona, ceramiche indigene e italo-greche e varie iscrizioni in lingua latina ed ebraica.

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