ACQUAPENDENTE (VT) – Torre del Barbarossa e Torre Julia de’ Jacopo
Torre del Barbarossa – Secondo la tradizione essa non è altro che l'ultima parte dell'antico castello di Federico I Barbarossa, eretto nella parte più alta del paese, in cui risiedeva il suo governatore Guelfo VI, scaricato dalla popolazione in seguito alla ribellione del 1166. La torre, localmente detta anche “L’Orologione”, compare fin dalla prima stampa della città (1572) mentre è assente sulla stampa a volo d'uccello del Guicciardi (1582), per poi ricomparire con tanto di orologio nella riedizione del De Rossi (1686). Orologio che già esisteva nel 1588 come annota lo storico locale P. P. Biondi . La forma attuale della torre è dovuta ai rifacimenti dell’Ottocento che hanno aggiunto la cella campanaria ed i merli. Il parco che si sviluppa tutto intorno alla torre si è venuto formando nel secondo dopoguerra dopo esser stato per tutto l'ottocento coltivato ad orto, a seminativo ed a vigneto da parte di vari proprietari tra cui i frati di S. Francesco e S. Agostino, la confraternita della Buona Morte, del S. Sacramento ed altri enti e privati cittadini.
Torre Julia de’ Jacopo - già Porta S. Sepolcro, fu così chiamata in onore della fanciulla aquesiana, che il 18 gennaio 1550, con la sua prontezza, riuscì a bloccare l'ingresso ai soldati nemici. Prima del 1198, data della storica e disastrosa guerra contro il Comune di Orvieto, Acquapendente era dotata di forti e solidissime mura, in alcuni tratti raddoppiate e dotate di ben sei porte, anch'esse doppie. Esse erano state più volte danneggiate, a causa della posizione strategica in cui il paese si trovava (era divenuta una pericolosa zona cuscinetto sottoposta alle mire espansionistiche di Siena ed Orvieto), ma mai completamente distrutte. Dopo quella data, però, i Consoli Senesi, assurti ad arbitri di pace, ordinarono un loro notevole ridimensionamento, attraverso l'abbattimento di tutta la fascia superiore. Solo le porte furono salvate e fu dato l'ordine categorico di non ricostruirle senza il permesso dei Consoli d'Orvieto. Nel Rinascimento le mura vennero nuovamente fortificate attraverso l'edificazione di torri e bastioni ma purtroppo, nei secoli successivi, esse andarono incontro ad un lento ma inesorabile deterioramento fino a quando, nel XIX secolo, non ne rimasero che pochi ruderi. In questo periodo esse furono nuovamente ristrutturate e sfruttate a scopo abitativo. La Torre Julia è proprio il resto principale di questa cinta muraria e ancora oggi sembra posta a guardia del paese. Attualmente ospita al piano terra il centro visite della Riserva Naturale Monte Rufeno, un punto informativo e un punto vendita di prodotti tipici e dell'artigianato locale.
Al piano superiore si trovano dei locali in cui sono stati raccolti ed esposti reperti di ceramica medievale frutto degli scavi condotti nel centro storico di Acquapendente dalla sede locale dell'Archeoclub d'Italia. Gli scavi effettuati nel centro storico, hanno portato alla luce reperti che testimoniano quella che fu l’antica tradizione ceramica aquesiana, sin dal XIII secolo. Il museo ospita gli importanti, e tipologicamente vari, reperti di maiolica arcaica, dipinti in ramina e manganese con stemmi araldici, figure umane e antropomorfe, motivi vegetali e geometrici, che sono stati rinvenuti negli scavi dell’ex convento di S. Agostino in Acquapendente.
Nessun commento:
Posta un commento