MALVITO (CS) - Castello Longobardo-Normanno
Di origini Longobarde, è stato ampliato e modificato dai Normanni di Roberto d'Altavilla detto "Il Guiscardo". Dalla documentazione esistente si può stabilire che Malvito, il cui nome sembra derivare dal latino malvetum, ovvero “luogo di malve”, ebbe origine tra la fine del VII secolo e gli inizi del successivo, questo grazie al cronista longobardo Paolo Diacono che indica il centro dell' Esaro come una delle più importanti città dell'Italia meridionale. In età longobarda fu sede di gastaldato e durante il pontificato di Benedetto VII (anno 983), la chiesa di Malvito fu elevata a diocesi fino a quando, nel 1160, fu accorpata a quella di San Marco Argentano. Nel 1057 subì conquista Normanna di Roberto d'Altavilla chiamato il Guiscardo (furbo). Durante il periodo Normanno venne elevata a contea, come attesta il diploma (che si sottoscrisse nel 1083) di Roberto di Scalea, conte di Malvito, detto Scalone, terzogenito del Guiscardo e della principessa Longobarda Sikelgaita. I caratteri di fortezza medievali sono ancora oggi visibili: le case sovrapposte in un caratteristico groviglio di viuzze strette che, di tanto in tanto si aprono su improvvisi larghi dove si trovano antichi palazzi con artistici portali in tufo. Le origini del castello
sono da collocare nel IX - X secolo. E' composto dal Mastio normanno (torre principale) di forma cilindrica cui si può accedere tramite una scaletta elicoidale. Si può anche entrare dal cortile centrale attraverso una scala che comunica alla cortina. Nel cortile vi è anche l'ingresso ad una sala interrata a forma di cripta. Con la dominazione sveva Malvito godette del titolo di città demaniale, come attesta il diploma di Federico II del luglio 1224 dato a Siracusa. Ma un cambiamento decisivo si ebbe nel 1266 quando Carlo I d’Angiò strappò il trono alla Casa di Svevia e affidò Malvito nel 1269 a Nicola de Orta che ne divenne il primo feudatario, dopo un lungo periodo in cui Malvito godette della demanialità regia. Nel 1497 i malvitani ottennero, dai principi Sanseverino, gli statuti civici, cioè le prime concessioni scritte in ordine ai diritti dei cittadini: una vera e propria conquista, dal momento che il Popolo poteva appellarsi a queste regole e norme per limitare i soprusi e la protervia dei Signori locali.
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