martedì 6 settembre 2011

Il castello di martedì 6 settembre



RACALMUTO (AG) - Castelluccio svevo (o Gibillina)

Situato a circa 7 km dal paese sul monte Castelluccio , a 720 m s.l.m., è raggiungibile percorrendo in parte la strada comunale ed in parte una stradella selciata. E' in contatto visivo con i castelli di Caltanissetta, Enna, Mazzarino, Naro, Favara, Agrigento, Caltabellotta, Torre del Salto, Muxaru, Rocca Motta, Cammarata, Monte Conca, Sutera, Mussomeli, ecc.. Esso deve avere avuto origini arabe (X secolo). Probabilmente i musulmani costruirono l'attuale fortezza al posto di una preesistente torretta bizantina.Verso il XIII secolo i Chiaramonte lo abbellirono nella sua forma attuale. Nel XIV secolo subì delle trasformazioni. Nel 1358, Federico IV concesse a Bernardo de Puigvert (de Podioviridi) e ai suoi eredi il castello di Gibillini, posto vicino il casale di Racalmuto, già appartenuto al defunto conte Simone Chiaramonte - Cosentino. Confiscato da Re Martino nel 1392, assieme ad altri domini chiaramontani fu devoluto a Guglielmo Raimondo Moncada conte di Caltanissetta ed in seguito, per la fellonia di questi, assegnato a Filippo De Marinis signore di Favara. Nel 1568 il castello e la baronia vennero ceduti per due terzi a Maria de Marinis, mentre il restante terzo della baronia formò il feudo della Balatazza dove nel 1635 venne fondato il comune di Montedoro. Nel 1615 Beatrice de Marinis e Sanchez de Luna vendettero il feudo e la fortezza a Luigi Arias Giardina, principe di Santa Ninfa e Ficarazzi. Nel 1798 - Giulio Giardina Grimaldi principe di Ficarazzi, concesse in enfiteusi 1'intero feudo al sacerdote Niccolò Tulumello che trasformò il Castelluccio in masseria. Infine nel 1812 Diego Giardina Naselli si investì della baronia e del Castelluccio. Nel 1860 vi si asserragliarono quattrocento rivoltosi filoborbonici. Durante l’ultima guerra fu saccheggiato degli infissi e del tetto. Uno dei fittavoli cedette la campana alla chiesa rurale del Serrone ed asportò dall’alloggiamento, visibile sopra l’ingresso principale, uno stemma ormai illeggibile. Nel XIX sec. nell'androne principale venne inserita una copertura a volta a botte sorretta da quattro piloni, al fine di realizzare alcuni vani abitabili (diruti) nel piano superiore ed, inoltre, fu aggiunto al piano sottostante un corpo di fabbrica, adibito a stalle, sul lato nord-ovest. Il Castelluccio possiede impianto un planivolumetrico di prisma a base rettangolare (m 29,40 x 18,70) ancorato saldamente allo sperone di roccia su cui sorge. La configurazione e molto semplice, priva di torri e rientranze.Il castello si eleva su due livelli aventi una differenza di quota di m 2,00 circa. Attraverso un ampio ingresso si accede al cortile interno dove si aprono i vasti ambienti del pianoterra. L'ingresso principale è costituito da una corte fiancheggiata da tre vani tra loro comunicanti, coperti da volte a botte e illuminati da finestre strombate. Al livello piu alto del piano terra si accede attraverso una scaletta diruta. Salendo una seconda scaletta si perviene al piano superiore, che presenta muri cadenti ed una finestra con sedili laterali in pietra bianca e due feritoie. In questo piano si trova una passerella utilizzata probabilmente come cammino di ronda che si sviluppa lungo 1'intero perimetro delle mura esterne. Lo stato di conservazione del castello è mediocre, poichè non si è provveduto nel tempo a salvaguardarlo con interventi conservativi e restauri, tuttavia il complesso architettonico è conservato nelle parti principali. E' di proprietà comunale e sulle sue mura si può godere di una incomparabile vista, dalle Madonie al Mare Africano, dall’Etna ai Monti Sicani. Una leggenda narra della presenza di cosiddetti 'Signureddi', spiriti dispettosi delle anime vaganti dei vecchi proprietari del castello. Secondo i racconti di alcuni anziani e di abitanti delle campagne circostanti, nel sito, durante le notti estive era possibile sentire strani rumori di ferro contro ferro e lamenti provenire dal pianoro antistante il Castelluccio. Sembra infatti che durante l'avanzata dell'esercito invasore saraceno, verso la fine dell' 877, le uniche schermaglie siano avvenute proprio nei pressi del castelluccio che era un 'Pirizin', cioè fungeva da torre di avvistamento che con l'ausilio del fuoco segnalava la presenza di invasori o intrusi. Messa a tacere questa torre, i difensori non poterono ricevere aiuto soccombendo velocemente. Le loro urla echeggiano ancora nelle notti d'estate a ricordo di feroci combattimenti contro l'invasore moro. Per altre notizie si può visitare il seguente link: http://www.prolocoracalmuto.it/racalmuto/castelluccio.html

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