giovedì 19 marzo 2020

Il castello di giovedì 19 marzo



ERICE (TP) - Castello Spagnolo

Il Quartiere Spagnolo sorge su uno sperone che si affaccia sul Monte Cofano. Nel XVII secolo, con la dominazione spagnola in Sicilia, vigeva l'obbligo della cosiddetta "posata" e cioè l'impegno vincolante per tutte le città di offrire gratuitamente vitto e alloggio ai soldati della guarnigione posti a presidio di esse. Anche Erice dovette sottostare a tale obbligo e i suoi cittadini si tassarono per costruire un fortilizio utile ad ospitare i militari. Come se non bastasse, nel 1547, i Dominatori avevano venduto la Città “ col mero e misto Impero” al mercante fiorentino Pandolfo Malagonelli. Erice si riscattò versando alle casse dell’Erario spagnolo 14.000 scudi d’oro. Per questo riscatto ottenne il titolo di “ Fidelissima”. In seguito a costanti e preoccupate sollecitazioni dei Giurati, nei primi anni del XVIII secolo, il Governo Viceregio autorizzava finalmente l’Universitas a costruire a proprie spese una caserma per alloggiarvi la fanteria spagnola di stanza in Città. Dopo lunghe vicende, nel 1627, si procedette all’inizio della costruzione. Il progetto, fornito dallo stesso Governo, prevedeva un grande edificio da costruire dietro la chiesa di sant’Antonio. In data 3 marzo 1624 per atto rogato dal notar Antonio Curatolo stabilì le modalità dell’appalto che rimase aggiudicato a un tale Francesco Maurici da Trapani. Deputati a tale costruzione erano Vincenzo Palma, Francesco Badalucco, Francesco Giacometta e Filippo Anselmo. Nel 1632 i lavori per l'erigenda costruzione vennero bruscamente interrotti e l’opera non fu mai portata a termine; rimaneva realizzata solamente in parte. Non si conoscono i motivi di tale abbandono che potrebbero essere riconducibili al trasferimento in altra sede di quel presidio militare (nel Castello Normanno) o alla cacciata degli Spagnoli dalla Sicilia. Si sa solamente che quel pittoresco rudere rimase abbandonato per tanti lunghi anni: decenni e poi secoli e fu sede di fantasmi per il popolo, e di greggi per i pastori. L’edificio col tempo divenne sempre più fatiscente per il crollo di alcune parti. Verso la fine dell’Ottocento il Pepoli propose all’Amministrazione Comunale di restaurare integralmente tutto l’edificio a sue spese e di ospitare in esso i preziosi reperti archeologici da lui scoperti ai quali avrebbe aggiunto le opere d’arte, quadri, statue e preziosi gioielli, maioliche, plastiche, monete dal patrimonio di famiglia. La sua proposta non fu accolta e il Pepoli deluso si trasferì a Trapani per attuare il suo prestigioso progetto della realizzazione di un Museo. Completamente restaurato nel 2005, oggi il Quartiere Spagnolo è utilizzato come centro di ricezione turistico-culturale. Vi sono ospitate le due mostre permanenti "Arti e mestieri di una volta..." (ove e possibile osservare attrezzi della vita contadina) ed "Erice terra di mare” (mostra multimediale delle attività marinare trapanesi). Una leggenda narra che in particolari notti di tempesta nel castello aleggi lo spirito del Capitano della guarnigione denominato “Birrittedda russa” che non trova pace per la morte violenta subita.

Fonti:https://www.fondazioneericearte.org/quartiere-spagnolo.php, testo di Anna Burdua su http://www.larisaccamensiletrapanese.it/wp/?p=1230, http://www.prolocoerice.it/index.asp?pag=informazioni&cat=3&sotcat=26&art=69, http://www.turismo.trapani.it/it/1285/quartiere-spagnolo.html

Foto: la prima è presa da http://www.itineraridelgustotrapani.it/arte/quartiere-spagnolo/, la seconda è presa da https://www.myguidesicily.com/sights-and-attractions/quartiere-spagnolo---spanish-quarter

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