giovedì 26 marzo 2020

Il castello di giovedì 26 marzo



FAVIGNANA (TP) - Castello di Santa Caterina

Il castello, o forte, o fortezza di Santa Caterina si trova sulla collina dell’isola di Favignana a 314 mt di altitudine. Dalla cima di Favignana, a occhio nudo, si possono scorgere chiaramente tutti gli approdi dell’isola, e inoltre è possibile abbracciare con lo sguardo: Marettimo, Levanzo, l’isolotto di Formiche e Maraone, lo Stagnone, e la costa trapanese della Sicilia, da Capo San Vito a Capo Lilibeo. Il ruolo del castello era di posto d’osservazione e di segnalazione, in quanto il mare delle Egadi pullulava di pirati.Secondo l’interpretazione divulgata dalla storiografia locale si vorrebbe che il castello o forte di Santa Caterina sorga nel luogo dove preesisteva una torre di avvistamento, costruita dai Saraceni durante la loro dominazione (a. 810), contemporaneamente a quella eretta nel sito in cui fu costruito il castello di S. Leonardo (dove è collocato l’attuale Palazzo Florio), e ad un’altra, della quale non resta quasi traccia, denominata la Torretta. Queste torri avrebbero dovuto costituire il sistema difensivo saraceno, e da esse potrebbe avere avuto origine lo stemma del comune di Favignana, cioè tre torri sulle quali poggia un uccello rapace, dove le tre torri rappresentano la difesa dagli attacchi dei nemici, simboleggiati dall’uccello rapace. Secondo la storiografia locale, Ruggero I d’Altavilla trasformò le prime due torri nelle fortezze di Santa Caterina e San Leonardo, non apportando cambiamenti alla terza torre, ma facendo costruire il forte di S. Giacomo (1074-1101). Purtroppo attualmente è solo intuibile la traccia archeologica dell’impronta saracena o normanna nelle fortezze. Successivamente il castello di S. Caterina fu dato in concessione a Palmerio Abate, che i regnanti svevi avevano nominato governatore del castello di Favignana. Dopo gli Svevi, sulla scena siciliana si imposero gli Angioini, che con le loro pressioni fiscali indussero ben presto i Siciliani alla rivolta. Secondo la leggenda uno dei cospiratori contro gli Angioni fu proprio Palmerio Abate e, quando scoppiò la rivolta in tutta la Sicilia (31 marzo 1282), la popolazione di Favignana, sotto la guida dell’Abate, sterminò il presidio francese. E’ quindi probabile che già dall’età angioina il castello costituisse una sorta di possedimento ereditario della famiglia trapanese degli Abate. Infatti, scacciati gli Angioini, il re Pietro d’Aragona nominò signori di Favignana Palmerio Abate e i suoi eredi. Sotto la dominazione aragonese, il signore di Favignana Andrea Riccio fece ricostruire, sul finire del 1400, i due castelli di S. Caterina e di S. Giacomo, pressappoco nella forma attuale, e munì di fortificazioni l’isola. Tra il 1568-1571 cominciò il restauro e l’ampliamento del forte, che inglobò la struttura medievale, nel progetto del vicerè marchese di Pescara. La relazione di Spannocchi del 1577-1578 documenta che il “castello del monte”, cioè Santa Caterina, era “antico ma di buona fabbrica” ma necessitava di restauro e di un ampliamento per creare tre dammusi per i soldati di guarnigione e per crearvi sopra una piazza per l’artiglieria, inoltre consigliava la creazione di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Vi erano di guardia sei uomini ed un caporale pagati dall’arrendatario (affittuario) dell’isola il trapanese Giovan Antonio Barlotta. Il principale ruolo del presidio di Santa Caterina era la continua sorveglianza e lo scambio, con gli altri fortilizi, principalmente con quelli di Marettimo e Trapani e con le imbarcazioni in mare, utilizzando segnali di vario tipo. Tra la fine del secolo XVI (1597) e i primi anni del secolo XVII (1616), Erasmo Magno da Velletri, che era cronista al seguito di una flotta militare che pattugliava il Mediterraneo per difenderne le coste dalle continue incursioni barbaresche, descrive, nel disegno, Santa Caterina composta di tre volumi: una torre a Mezzogiorno, con una finestra che guarda la Piana e la costa siciliana fra Capo san Vito (Trapani) e Capo Lilibeo (Marsala); un muro merlato, accostato alla prima torre e al centro; una seconda torre, sormontata da un’alta e ampia guardiola con il tetto a punta, dietro il muro merlato e verso nord-ovest. In un’immagine risalente al 1640 (in: “Atlante di città e fortezze del regno di Sicilia” di Negro e Ventimiglia) “il vecchio castello” è completamente ristrutturato. Aveva un bastione a sud, rinforzato agli angoli. Vi si accedeva per un piccolo ponte levatoio, protetto da un caditoio, munito di fossato, posto in angolo, sul lato nord della base. Nelle pareti vi erano poche e piccole aperture. Non era ancora stato costruito il bastione a nord che invece risale alla fortificazione richiesta dal vicerè Rodrigo Mendoza, durante la sua visita al castello, nel 1655. Nell’Atlante di Gabriele Merelli (tavola.3, Isola della Favignana), del 1677, la forma del castello di “S. Catarina”, appare molto simile a quella odierna. In un codice madrileno attribuito a Castilla Carlos, del 1686, nel particolare del castello in cima al rilievo montuoso di “Favinana”, si scorgono chiaramente quattro torrette angolari, con cupole rosse. Il castello di S. Caterina fu eretto in pietra calcarea locale a forma rettangolare con sporgenze simmetriche ai quattro angoli. Il piano terra era infossato nella roccia e fu qui che, a partire dal XVII secolo, languirono i prigionieri politici. Il primo piano era costituito da locali probabilmente di alloggio per la guarnigione e sovrastato dalla terrazza di avvistamento. Un piccolo fossato correva lungo la facciata e l’ingresso era possibile attraverso un ponte levatoio. La luce all’interno del castello penetrava attraverso un gran numero di finestre ogivali, feritoie, spiragli e buche. Sull’estremità dello stipite destro della porta d’ingresso del castello era collocato uno stemma che certamente si riferiva alla casata aragonese; sotto lo stemma vi era un’iscrizione in spagnolo, che certificava che il castello venne rifortificato nel 1616. Un’ altra iscrizione si trova nel muro rientrante dell’angolo sinistro, di fronte alla scala, che immette nel corridoio pensile d’ingresso al castello. Non è di facile interpretazione a causa dell’usura, ma si può intravedere il nome della città di Catania e la data 1655, che rappresenta una notizia rilevante poiché indica che in quel anno il castello fu rimesso in efficienza. Nel piano superiore del castello vi erano una serie di stanze a volta basse e ormai in macerie che dovevano appartenere agli ufficiali e ai soldati. Vi era anche una cappella intitolata a S. Caterina dove il prete officiava la messa per i detenuti. Si può quindi presumere che il nome di S. Caterina derivi dalla chiesetta o cappella di cui i Normanni munirono il castello omonimo. Durante gli anni del dominio borbonico (1734-1848) sulle Due Sicilie, non mancarono cospirazioni contro la dinastia dei regnanti considerati tiranni. I Borboni attuarono una politica di repressione estrema contro i cospiratori. Circa 32000 persone patirono il carcere e molte di queste furono condannate alla detenzione nel forte di S. Caterina. Il forte venne in parte demolito e devastato nel 1860 dai rivoltosi, che portarono via dall'edificio perfino le inferriate, e devastarono anche la cappella. L’8 giugno, subito dopo l’ingresso di Garibaldi a Palermo, da Trapani fu chiesto al Comitato civico di Favignana di far sventolare il tricolore sul forte di Santa Caterina. Il castello, affidato alla Regia Marina, fu destinato a stazione semaforica. Nel particolare di una foto, di Samuel Butler, scattata nell’anno 1893, vediamo l’antica silhouette del Castello di Santa Caterina non ancora alterata dalle modifiche che precedettero la II guerra mondiale. Unica novità, rispetto all’epoca borbonica, è la torretta bianca al centro che dal 1861 ospitava la stazione semaforica. Nel 1924 Alessandro Cataliotti annotava che accanto al castello era sorta una “palazzina per il comodo degli ufficiali”. Oggi è solo intuibile la traccia archeologica dell’impronta saracena o normanna nel castello e nelle fortezze-castello delle Egadi. Il ponte levatoio del castello di S. Caterina oggi è sostituito da un corridoio. Lo stemma riferibile alla casata aragonese è ancora in sito, ma ormai quasi illeggibile; sotto lo stemma era posta una piccola lapide con un’iscrizione in spagnolo non più presente. Fortunatamente un’altra iscrizione, già citata, corrosa dal tempo e sita nel muro rientrante dell’angolo sinistro, di fronte alla scala che immette nel corridoio pensile d’ingresso al castello, è ancora al suo posto e con essa il tempo è stato più clemente. Attualmente gli ambienti delle segrete sono stati occlusi e, di conseguenza, anche i messaggi dei detenuti non sono più visibili. Dopo la Seconda Guerra mondiale, il castello di S. Caterina fu requisito dalla marina militare e, sul finire degli anni ’50, fu affidato ad un custode assunto dalla stessa marina militare. La stazione semaforica chiuse nel 1969 e il castello fu abbandonato. Oggi l'edificio presenta in maniera molto evidente i segni del tempo e soprattutto dell’incuria in cui si trova ormai da parecchi anni. Ma la vista che si può ammirare dalla parte superiore del castello è meravigliosa. Si può raggiungere grazie alla strada che percorre gran parte del colle di S: Caterina con vari mezzi (auto, scooter,biciclette e a piedi); la parte di strada guidabile è circa metà di quella complessiva, dopo di che si deve proseguire a piedi percorrendo un sentiero a gradoni. Altri link suggeriti: https://www.favignana.biz/forte-di-santa-caterina-favignana/ (in fondo alla pagina tante foto ravvicinate e degli interni), http://www.virtualsicily.it/Monumento-Favignana-%20Castello-S.Caterina-TP-405, https://www.youtube.com/watch?v=QjN2NCbnwng (video di LeVidèoPro), https://www.youtube.com/watch?v=RM5d_o8Qyrc (video di enrico malato), http://www.villamargherita.it/favignana/castello-di-santa-caterina/ (video e foto)

Fonti: https://www.egadivacanze.it/favignana/castelli/il-castello-di-santa-caterina.html, https://www.visitegadi.eu/SANTA%20CATERINA

Foto: la prima è presa da http://www.lanotiziatrapanese.it/?p=22822, la seconda è presa da https://www.favignana.com/montesantacaterina/

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