CISTERNA DI LATINA (LT) - Castello di Torrecchia Vecchia
Il Monumento Naturale di Torrecchia Vecchia si trova a nord del territorio di Cisterna di Latina e riunisce i resti di un antico borgo medievale, immerso in una macchia boschiva di oltre 200 ettari e circondato da circa 2 ettari di un giardino inglese di rilevanza internazionale. L’area naturale è caratterizzata da un sistema eterogeneo di biotopi, quali boschi e macchie di sclerofille sempreverdi, radure di prati naturali permanenti, corsi d’acqua, notevoli per la ricchezza e le peculiarità adattative della flora e della fauna ospitate e habitat di numerose specie animali. Inserita nel paesaggio agrario della bonifica dell’agro-pontino, con il suo carattere di vasto comprensorio agroforestale, l’area presenta un indubbio valore storico testimoniale e una particolare importanza ecologica, assicurando la connessione tra territori di pregio naturalistico. Le origini di Torrecchia risalgono all’epoca dei Volsci, antico popolo italiano del VI e V secolo a. C. I lavori di restauro, realizzati dal principe Carlo Caracciolo, sono iniziati nel 1991 e hanno permesso di ritrovare reperti appartenenti a popolazioni etrusche e romane. Torrecchia, era allora collegata al latifondo della celebre famiglia romana Iulia (dinastia Giulio-Claudia) da cui discende Giulio Cesare. In seguito alla caduta dell’Impero romano, già dal IV secolo d. C., il territorio si ricongiunge con quello appartenente al papato. Torrecchia è stata citata per la prima volta in un documento ufficiale nell’aprile del 1101, nella bolla papale di papa Pasquale II nella quale ringrazia gli abitanti di essergli stati fedeli durante il conflitto in cui si opponeva all’anti papa Clemente III. Nel 1111, Enrico V del Sacro Romano Impero catturò papa Pasquale II e lo costrinse a incoronarlo imperatore. Tolomeo di Tuscolo membro della potente famiglia dei conti di Tuscolo e stretto conoscente dell’Imperatore, s’impadronì di Torrecchia e di Ninfa scaturendo feroci lotte fra i partigiani del papato e quelli del Sacro Romano Impero Germanico. Troviamo negli scritti di papa Gelasio II, la storia dell’attacco del 1118 da parte di Enrico V, Imperatore del Sacro Romano Impero, contro la tenuta di Torrecchia, che all’epoca contava circa 800 abitanti. Dal 1202, Torrecchia passò nelle mani della famiglia Conti e divenne proprietà del papa Innocenzo III per poi passare al fratellastro Pietro degli Annibaldi. Eccetto brevi periodi durante i quali Torrecchia appartenne alla famiglia Frangipane (1262 a 1264) e alla famiglia Caetani (verso il 1455), la tenuta restò nelle mani della famiglia Conti fino al 1628 e fu residenza di cinque diversi papi. Queste guerre, legate al grande scisma d’Occidente, furono talmente devastanti che, in un documento legato all’imposta sul sale del 1416, Torrecchia è citata fra le terre distrutte e spopolate della Campania. Nel 1482, in seguito ad un breve periodo di pace e di ricostruzione, il comandante Roberto Malatesta fece riposare le sue truppe nel castello di Torrecchia poco prima di una delle battaglie più violente del medioevo: la battaglia di Campo morto. Circa cinquecento uomini raggiunsero i ranghi organizzati di Papa Sisto IV contro le truppe dell’esercito del Re di Napoli, Ferdinando d’Aragona. Il 25 aprile 1498, Prospero Colonna, alleato con il re francese Carlo VIII durante la prima guerra d’Italia, saccheggiò il castello di Torrecchia appartenente alla famiglia Conti. Nel 1521, il Cardinale Camerlengo Francesco Conti morì a Torrecchia lasciando il castello al papa Leone X, figlio di Lorenzo dei Medici (Lorenzo il Magnifico), il quale però decedette lo stesso anno. Con l’autorizzazione del papa Urbano VIII, nel 1628 le famiglie Conti e Salviati poterono vendere una parte di Torrecchia alla famiglia Borghese. Come attesta il celebre catasto Alessandrino del 1660, la tenuta di Torrecchia apparteneva alla famiglia Borghese, che la detenne sino alla fine del XVIII secolo. Fu durante questo periodo che l’influenza della famiglia Borgia iniziò a crescere all’interno della tenuta. In effetti, la parrocchia di Santa Maria di Torrecchia era allora sotto controllo dell’arcivescovo di Fermo, Alessandro Borgia. Questa cappella, scavata e scolpita nella roccia di tufo vulcanica, è anteriore al 1596 ed è stata probabilmente costruita per volere della famiglia Borghese per i circa 350 abitanti che all’epoca lavoravano ancora a Torrecchia. I principi Borghese cedettero finalmente Torrecchia nel 1908 alla famiglia Sbardella che gestiva le loro terre. Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, la famiglia Sbardella, così come numerosi abitanti delle città vicine si rifugiarono all’interno delle innumerevoli grotte in tufo presenti a Torrecchia. Nel 1991, la tenuta divenne proprietà del Principe Carlo Caracciolo di Castagneto, il quale decise di acquisirla su un’intuizione e senza neanche vederla! Gae Aulenti, celebre architetto noto per aver collaborato al restauro del Museo d’Orsay, fu incaricata di restaurare il castello e con l’aiuto del paesaggista Dan Pearson venne creato un magnifico giardino inglese all’interno delle mura, dove nel 1819 il principe Borghese faceva pascolare i animali. Altri link suggeriti:
https://fattoalatina.it/2019/11/02/torrecchia-vecchia-un-altro-gioiello-per-cisterna/,
https://www.youtube.com/watch?v=3GXZvAcIQeM (video di 9cento),
https://www.youtube.com/watch?v=TuikUcxnAcY (video di Mauro Masullo)
Fonti:
http://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/lt/cisterna-di-latina/monumento-naturale-torrecchia-vecchia/,
https://www.torrecchia.it/storiaFoto: la prima è presa da
https://fattoalatina.it/2019/11/02/torrecchia-vecchia-un-altro-gioiello-per-cisterna/, la seconda è presa da
https://www.greenplanetnews.it/il-giardino-magico-di-torrecchia/
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