LOGRATO (BS) - Castello Morando
Il Castello fu edificato, nel luogo dove sorgeva una domus romana, dall’antica famiglia degli Emilii grandi proprietari terrieri in Lograto, Navate, Maclodio. Nei pressi del castello furono trovati reperti che fanno supporre che lo stesso edificio fosse stato costruito nel luogo dove sorgeva l'antica domus. Infatti, nel XV secolo, l'archeologo Ferrarini segnalava di aver visto nel parco del castello, la pietra con i fasci littori dei consoli. Nel XV secolo, ritenuti una rendita stabile e sicura, i fondi agricoli si concentrarono nelle mani dei nobili cittadini che investirono i loro capitali nell’acquisto e bonifica delle terre fertili della Pianura Bresciana. Nel parco del Castello sono conservati reperti archeologici facenti parte di un monumento funerario o religioso dedicato al dio Attis, di età flavia (69-96 d.C.). In seguito alle divisioni ereditarie la proprietà non fu più appannaggio di una sola famiglia: nell'estimo del 1641 parte del castello risultava dei fratelli Ottavio e Fabrizio Emili di Francesco, parte di Fabio Emili di Giustiniano, e metà della stessa costruzione apparteneva a Marco Secco di Orazio, erede di Agostino Emili. Marco Secco vendette la sua proprietà a G. Battista Calini. Eredi Emili e Calini continuarono a possedere la parte loro assegnata degli edifici che costituivano il castello, fino a quando morì Antonio di Ottavio, l'ultimo rappresentante della famiglia Emili di Lograto. Nel catasto napoleonico del 1809 egli risultava ancora proprietario di una porzione del fabbricato del castello, così come di altri stabili in paese: nel 1815 dispose per testamento che le sue proprietà fossero destinate all'ospedale di Brescia. Il castello fu in seguito completamente acquistato dai conti Calini i quali, nel 1815, iniziarono a sistemare e piantumare il parco circostante, che ancor oggi conserva alberi secolari. Il Castello attuale è il risultato di una radicale trasformazione dei primi del Novecento voluta dall’allora proprietario G.G. Morando, erede dei Calini. Non sono molte le tracce rimaste della costruzione originaria. L'edificio fu trasformato nel 1905-08, aggiungendo merlature e torrette in cotto. La parte centrale è in stile settecentesco e nell'interno i soffitti sono decorati. Sia il castello, sia il palazzo furono residenze di villeggiatura di nobili, che avevano investito i loro capitali nell'agricoltura. Attorno a queste case ruotò gran parte dell'economia e di conseguenza dell'edilizia locale: si costruì infatti una serie di grandi e medie corti, che segnarono l'aspetto del centro storico di Lograto. Accanto al castello sorsero diverse cascine: il Torcolo, dove si torchiavano i semi da olio, la Martina, che aveva perso il nome da Martino Calini, la cascina Emili, adiacente alla chiesa, la Cortina 1 e la Cortina 2 (ex proprietà Chiari) in via Tito Speri. Anche la cascina Fitti, sulla strada provinciale SP BS 235, era dei Calini del castello. Al palazzo si appoggiarono invece le vaste cascine Restello e Palazzo, nonché la casa padronale dei Bonetti e altre case e corti più piccole. Non bisogna inoltre dimenticare che la maggior parte della cascine sparse nel territorio era sempre di proprietà dei Calini: quindi sia il castello, sia il palazzo costituirono centri di potere da cui partivano le direttive che regolavano la vita economica locale, imperniata sull'agricoltura. Ambedue le residenze nella prima metà del novecento, per volontà dell'ultima proprietaria, diventarono sede di centri di assistenza, cambiando radicalmente la loro funzione iniziale.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Lograto, https://fondoambiente.it/luoghi/castello-lograto, http://www.fondazionemorando.it/it/chi-siamo/storia/
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da https://www.fondoambiente.it/luoghi/castello-lograto?ldc
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