giovedì 9 settembre 2021

Il castello di giovedì 9 settembre



CETO (BS) - Casa-torre in frazione Nadro

Non sono pervenute documentazioni precise del periodo compreso tra l'età dei metalli e la caduta dell'Impero romano d'Occidente ma si sa che a partire dal 774 anche Nadro, come tutta la Valle Camonica, divenne feudo dei monaci benedettini di Tours, grazie alla donazione di Carlo Magno. Tra il X e l'XII secolo il borgo di Nadro gravitò nell'orbita dei feudatari vescovili De Figna, probabilmente discendenti da un ramo della famiglia Martinengo. È da notare in proposito come il cognome di questa casata permanga come toponimo sia per una zona a monte di Nadro, sia per il torrente che scorre accanto al paese. Gli storici non sono concordi, però, sul fatto che i feudatari abbiano mantenuto il nome del luogo d'origine, o viceversa, il toponimo sia derivato proprio da loro. Certo è che vi fosse un castello presso la località Figna, un tempo forse sede di una dogana sulla strada degli alpeggi della Val Paghera. La famiglia De Figna governò Nadro fino al 1302. In seguito, il 14 ottobre 1336, il Vescovo di Brescia Jacopo de Atti assegnò i diritti delle decime a Maffeo e Giroldo della famiglia Botelli di Cemmo. In seguito, però, questi ultimi caddero in disgrazia agli occhi del Vescovo quando, per accaparrarsi i beni ecclesiastici, si allearono con i ghibellini Federici. È riportato da Gregorio Brunelli che nel 1397, al momento della pace di Breno, i Botelli inviarono per Nadro Salvagnirio di Antonio e Andreolo Bettoni a schierarsi dal lato ghibellino del fiume Oglio. Il 13 ottobre 1423 Giovanni Gaioni da Edolo si vide confermare le rendite (concesse dal vescovo di Brescia Guglielmo Pusterla già nel 1408) di Nadro. I Gaioni erano una famiglia ghibellina proveniente da Edolo, concorrenti dei Federici in alta Val Camonica. Essi si sostituirono ai Botelli ed a loro si deve la riedificazione della casa torre, che domina ancora oggi il paese. A partire dal 1454, quando la Valle Camonica divenne parte della Terraferma Veneziana, il potere dei feudatari venne ridimensionato a favore delle amministrazioni locali, chiamate vicinie. Esse erano un'antica istituzione di autogoverno degli abitati, formata dai capifamiglia originari di un paese, al fine di gestire i beni comuni quali i boschi, le acque, i ponti, le strade. Non vi erano compresi i nobili, gli ecclesiastici e gli stranieri. Il giorno 22 aprile 1474 è riportato che si presentarono dal Capitanio di Valle a Breno due rappresentanti della vicinia di Nadro al fine di accusare la comunità di Cimbergo di interrompere il flusso dell'acqua del torrente Figna, che alimentava i mulini del paese. Agli abitanti di Cimbergo, che utilizzavano l'acqua per irrigare la campagna, venne intimato dalle autorità veneziane di non interrompere il corso del torrente. Sebbene la sentenza fosse stata emessa, la questione continuò a riproporsi per tutto il Cinquecento. Nel 1797, con l'arrivo di Napoleone e la nascita della Repubblica Cisalpina, vennero instaurati i comuni ed abolite le vicinie ed i privilegi feudali. Nel febbraio 1798, a seguito della legge "6 ventoso anno VI" del cantone di Montagna, il comune di Nadro venne unito a quello di Ceto, col nome di Ceto e Nadro. Il primo sindaco del neonato comune fu tale Cristoforo Gaioni. L'ultimo rampollo della nobile famiglia Gaioni, Giovanni Bettino, morì invece decapitato per un colpo di mannaia infertogli da Paolo Pezzoni nel 1856. Tra il 1816 ed il 1859 il comune venne denominato Ceto con Nadro, mentre dal 1859 Nadro fu declassato a frazione, comparendo nel nome solo Comune di Ceto. La casa-torre è un edificio medievale che sorge al centro dell'abitato e a partire dal quale si sviluppò il centro storico del paese. La torre, a base quadrata, è alta circa 25 metri e misura esternamente circa 5,50 x 5,50 m ed internamente 2 x 2 m. Lo spessore dei muri varia tra 1,70 m alla base e 1,30 m al terzo piano. La muratura è costituita da conci di arenaria, graniti e pietre calcaree di dimensioni variabili. Non si conosce la data di costruzione del fortilizio, tuttavia sembra che nel XIII secolo esistesse una torre di proprietà vescovile, acquistata e rimaneggiata nel 1423 dalla famiglia Gaioni. A piano terra l'edificio presenta un elegante portale in pietra serena a tutto sesto architravato con particolarissimi decori a motivi floreali. Di notevole fattura anche l'ampiezza della volta che copre il piano terra. Volti a botte sono anche quelli del p.T./ p.1/ e piano ultimo della torre. Da notare le ampie feritoie sul fronte verso la vallata. Altro link suggerito: https://3dwarehouse.sketchup.com/model/72855b9f115c50437ae29ac8282420d/Casa-Torre-di-Nadro-di-Ceto

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Nadro, https://it.wikipedia.org/wiki/Casa-torre_(Nadro), https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1r050-00068/

Foto: la prima è di Luca Giarelli su https://it.wikipedia.org/wiki/Nadro#/media/File:Torre_di_Nadro_-_Ceto_(Foto_Luca_Giarelli).jpg, la seconda è di Daniele Quetti su https://mapio.net/images-p/52139457.jpg

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