martedì 25 ottobre 2011

Il castello di martedì 25 ottobre





PENNABILLI (RN) – Castello Carpegna di Scavolino

Scavolino è una frazione del comune di Pennabilli la cui prima menzione storica è fatta nel diploma di Ottone I datato 962, documento che i più ritengono essere però un falso. La successiva citazione della frazione è in un testamento del Conte Girardo di Bertinoro datato 1062 dove, fra i castelli lasciati in eredità al figlio, risulta esservi anche Scavolino. Prima del 1343 il castello rimase di proprietà dei Montefeltro: a quest'anno è infatti datato l'acquisto di metà della struttura da parte del Conte Nerio Carpegna. In un documento dell'anno 1371, che attribuisce la proprietà del castello a Rinalduccio Carpegna e Bandino Carpegna, è scritto che nell'area prossima al castello si contavano diciotto famiglie. Da questo periodo Scavolino fu per lungo tempo senza dubbio possesso dei Conti di Carpegna. Nel 1458, a seguito dell'alleanza fra i Carpegna ed i Malatesta, Federico Montefeltro, preoccupato dalla vicinanza dello storico nemico, cinse d'assedio i castelli dei Carpegna, forte dell'appoggio della Chiesa e di Alfonso d'Aragona, re di Napoli. Le guerre si conclusero nel 1462 con la disfatta dei Malatesta sul Cesano. Il castello di Scavolino, come la gran parte dei possedimenti carpentini, venne saccheggiato dalle truppe di Federico d'Urbino. A seguito dei trattati di pace e delle divergenze in seno agli stessi Carpegna sulla politica delle alleanze, il 4 dicembre 1463 il castello di Scavolino passò assieme a quelli di Gattara, Bascio e Miratoio nelle mani del Conte Francesco. Ben presto, nel 1465, a costui successe il figlio Ugo che portò avanti un valido lavoro diplomatico sfociato nel 1484 con la concessione alla Contea della protezione papale da parte di Innocenzo VIII e con il patto d'accomandigia con la Repubblica Fiorentina stipulato il 26 marzo 1490. Nel 1491, a seguito della rivendicazione di Giannicolò Carpegna, il duca d'Urbino invase la Contea, ma dovette recedere dai suoi propositi a seguito dell'intervento del Granduca di Toscana. Al Conte Francesco successe il figlio secondogenito Tommaso, signore di Scavolino, Bascio, Soanne e Miratoio, che costruì sul preesistente castello un palazzo-fortilizio e bonificò il lago che si trovava ai piedi della rocca trasformandolo in un'area tutt'oggi utilizzata per le coltivazioni. Così come lo descrive Mons. Lancisi nel 1705, data in cui fu ospite del palazzo, questo era di maestosa imponenza, aveva ponte levatoio, numerosi fanti di guardia, parapetti, sentinelle, cannoni, torri a difesa; costruito su due piani era diviso in piccole stanze ma fornite di ingegnose scalette segrete ed aveva al suo interno anche il teatro, la foresteria e la cappella. Di tanta magnificenza rimane oggi il perimetro delle possenti mura che vegliano sulla piazza di Scavolino, su cui si affaccia l’antica sede del palazzo Comunale. I ruderi del castello, in parte ricoperti dalla vegetazione, non sono visitabili.

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