SASSOCORVARO (PU) - Castello di Piagnano
Piagnano è un piccolo borgo fortificato all'interno del comune di Sassocorvaro in provincia di Pesaro-Urbino. In posizione isolata, lo si raggiunge attraverso una deviazione, all'altezza di Caprazzino, della provinciale n.3 che da Sassocorvaro porta verso Lunano. Fuori dai circuiti turistici tradizionali della valle il complesso, chiamato anche Castello di Piagnano, è stato recentemente valorizzato da importanti interventi di ristrutturazione che hanno interessato le mura esterne, alcuni edifici, la chiesa e la torre campanaria. La storia della famiglia che per secoli esercitò il potere su Piagnano e su altri borghi del luogo è antica, pare sia da rintracciare negli anni in cui la lotta tra Papato e Impero era al suo apice. Nel vuoto di potere dovuto a questa aspra contesa emersero tante famiglie dell’aristocrazia locale, nobili legati alla terra, che miravano a veder riconosciuto il dominio sui loro possedimenti. Ma non poteva essere la Chiesa a concedere loro tale riconoscimento giuridico dal momento che essa rivendicava la sovranità su tutti i territori dell’antico Stato Ecclesiastico. E’ per ciò che codeste famiglie si schierarono a favore degli imperatori di Casa Sveva. Fondamentali, per ricostruire la storia dei Signori di Piagnano, sono due documenti, datati rispettivamente 1216 e 1233, in cui compare la figura di Partinello da Piagnano. In particolare nel documento più recente, un atto di sottomissione a Rimini, Partinello – probabilmente signore del borgo non ufficialmente riconosciuto come tale – viene citato assieme al nobile signore Bisaccione, figlio del fu Signore Ugolino Berardini di Cavallino. Ed è proprio Bisaccione, imparentato per via di matrimonio con la famiglia piagnanese, a ricevere con tutta probabilità per primo l’investitura di Conte. Nel 1247, sotto minaccia di confisca dei territori da parte del pontefice Innocenzo IV, i Conti di Piagnano si accostarono ai guelfi. Ma ciò non impedì loro di approfittare della sommossa del 1375 che interessò tutto lo Stato Pontificio e annettere ai loro possedimenti di Monastero, Campo, Pirlo, Pietra Cavola, Lupaiolo, Antico, Soanne e Petrella anche San Sisto e Piandimeleto. Ogni medaglia, tuttavia, ha il suo rovescio: ora la contea si trovava su più fronti a pericoloso contatto con i domini dei potenti Montefeltro. Va da sé che l’alleanza con i Malatesta fosse ora mossa obbligata. Tra il 1300 e 1400, anche grazie alle buone remunerazioni che i Conti di Piagnano percepivano in qualità di mercenari e finanche di governatori di importanti città, il borgo si ampliò, si ampliò tanto che ad una seconda cinta muraria ne fu presto affiancata una terza. Nei primi decenni del ‘400 i Conti elessero la più comoda Piandimeleto a loro residenza principale e Piagnano, rimanendo pur sempre la culla della contea, si dovette rassegnare a una lenta decadenza. Fu il Conte Ugolino ad assumere per primo l’appellativo di Oliva. Egli godette della stima del grande papa Martino V, il quale, nel corso degli anni, gli conferì diversi incarichi prestigiosi e contribuì al riavvicinamento tra Oliva e Montefeltro. Ma tale riavvicinamento non fu amore vero, semmai una cotta di scarsa durata, se è vero che Gianfrancesco, figlio dello stesso Ugolino, alleato di Sigismondo Pandolfo Malatesta, fu sconfitto dalle truppe di Federico da Montefeltro nella battaglia del Cesano, scontro avvenuto nell’anno 1462 che segnò l’inizio della rovina per i Malatesta. Paradossalmente, qualche anno dopo, Federico da Montefeltro prese le difese del figlio del defunto Sigismondo contro Paolo II nella battaglia di Mulazzano, mentre Gianfrancesco e suo figlio Carlo Oliva si schierarono con le truppe ecclesiastiche ed ebbero la peggio. Narrano le cronache che i due Oliva si batterono come leoni, ma sopraffatti dal gran numero di nemici stavano andando incontro a morte sicura, quando il Duca d’Urbino intervenne e li salvò. Si dice che Federico li liberò il giorno successivo lo scontro senza pretendere alcun riscatto, e questo gesto munifico fu l’inizio di un rapporto di lealtà e amicizia tra le due casate. La morte di Carlo Oliva, avvenuta nel 1495 per l’infezione dissenterica rimediata sui campi di battaglia di Fornovo, segnò l’inizio della fine: la piccola contea venne divisa tra i figli di costui, Ugolino e Roberto, fin troppo giovani per essere preparati al ruolo di tutta importanza che ereditarono. Nel 1574 Piagnano tornò definitivamente sotto il dominio papale. Il borgo medievale, con il castello posto al suo interno, si sviluppa in forma ovale, il tutto arroccato su di uno spuntone roccioso a 400 metri d'altezza. Il borgo si presenta al visitatore con una imponente struttura, restaurata di recente, costituita da due torri con un ingresso arretrato e sormontato da beccatelli in laterizio (Porta Maggiore o Porta Grande), protetto ai lati da due possenti corpi quadrangolari. Sul fianco destro dell'ingresso, si può notare un tratto di mura ristrutturate, unici resti della terza cinta che proteggeva il borgo. Al di sopra dell’arco esterno è un vuoto che si fa notare: una nicchia enorme che doveva ospitare un voluminosissimo stemma del casato. Superata la porta si entra nel piccolo borgo e subito si notano alcuni angoli caratteristici benchè non tutte le case siano con le facciate in pietra. Lo stretto e breve vicolo ci porta ad una seconda porta a sesto acuto di dimensioni contenute, porta che faceva parte della seconda cinta muraria. Subito dopo il vicolo si apre, sulla sinistra le case si interrompono per una decina di metri per poi riprendere nuovamente con un edificio dalla forma curva per assecondare le pendici del colle. Sulla destra si fiancheggia la chiesa dedicata a San Salvatore dalla bella facciata semplice e lineare, chiesa che viene aperta solo in determinate occasioni e/o cerimonie religiose. Proseguendo per il vicolo in salita si giunge nel punto più alto dove è presente la torre campanaria. Da qui un piccolo balcone apre al panorama su alcune valli circostanti. La visita finisce presto perchè questo è un piccolo borgo ma indubbia bellezza e tranquillità. Dell’edificio fortificato attorno al quale si andò costituendo, a partire dal XII secolo, il borgo murato di Piagnano, non rimane granché: non vi è più traccia né dell’antica rocca né della poderosa torre difensiva, torre che doveva incutere più di qualche timore ai malintenzionati e, al contempo, contribuire a levar via dalla mente dei tanti signori locali strane idee di conquista. Oggi al loro posto vi è un’abitazione in rovina. Fuori le mura uno stretto sentiero costeggia le fortificazioni e conduce ad una seconda porta caratterizzata da un arco a sesto acuto che, dicono, era parte dell'antico castello. Altri link suggeriti:
https://www.youtube.com/watch?v=weO0SW8FPkQ&feature=emb_logo (video di alisei.net),
https://www.youtube.com/watch?v=34vXlR1IfYk&feature=emb_logo (video di Federico Channel),
https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-piagnano-sassocorvaro-pu/Fonti:
https://www.alisei.net/borghi/piagnano.html,
https://www.ilfederico.com/il-borgo-di-piagnano/,
http://www.turismo.pesarourbino.it/elenco/borghi/sassocorvaro-piagnano.htmlFoto: la prima è presa da
https://www.alisei.net/borghi/piagnano.html, la seconda è presa da
https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-piagnano-sassocorvaro-pu/
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