venerdì 29 maggio 2020

I castelli di sabato 30 maggio



FALERIA (VT) - Castel Foiano e Castel Paderno

Immerso nella macchia di Fogliano di mezzo, Castel Foiano è situato sopra una stretta sella tufacea tra le forre del fosso della Mola e del fosso della Banditaccia, in un area molto interessante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, in prossimità dell'area protetta del Parco suburbano valle del Treia. Il sito era abitato fin dall’epoca preromana dai Falisci, una popolazione poi sottomessa dai Romani, che aveva assimilato in parte la cultura etrusca. Il luogo è infatti tipicamente etrusco, circondato sui lati più lunghi dalle caratteristiche forre, che rendevano più facile la difesa dell’insediamento, le fortificazioni infatti venivano costruite sui lati più corti. Nel Medioevo fu rioccupato dalle popolazioni che cercavano scampo dalle invasioni barbariche, ma fu abbandonato di nuovo in epoca moderna perchè lontano dalle più importanti vie di comunicazione. I resti dell’insediamento fortificato di Castel Foiano presentano caratteristiche analoghe agli altri insediamenti sulla valle del Treja, il Borgo fortificato, con mura perimetrali, due torri angolari e bastione curvilineo, presenta un ingresso ad arco; a sud, una torre a base quadrata si affianca alla chiesa (resti dell’abside e del presbiterio). Le rovine sono state sommerse dalla vegetazione della macchia mediterranea: lecci, cerri, corbezzoli, ginestre in fiore. Il sito di questo villaggio rappresenta uno dei modelli più tipici della cosiddetta "posizione etrusca" inaccessibile sui due lati più lunghi e facilmente rinserrabile entro brevi mura sul lato più corto, dove è localizzata la porta di accesso principale, che attraverso una stradina tortuosa scavata nel tufo conduce nel fondovalle .

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Castel Paterno è un antico insediamento medievale, sorto a protezione di Civita Castellana, dopo l’abbandono di Falerii Novii da parte degli abitanti tornati sul pianoro originale di Falerii Veteres,dove si trova oggi la città. Il sito sorge su di un colle tufaceo, in una posizione dominante sulla valle del Treia, in mezzo ad un fitto bosco, proprio nel punto in cui il fosso di Stabia si immette nel fiume Treja. Attualmente la sua collocazione risulta decentrata rispetto alla viabilità principale ma nell’antichità, questo promontorio isolato e particolarmente protetto, era considerato un’importante roccaforte difensiva. Questo luogo risulta già essere abitato in epoca preromana e rappresentava uno dei tanti pagus che costellavano il territorio dell’Agro Falisco, come dimostra la presenza di una modesta quanto bellissima necropoli, le cui tombe a camera furono utilizzate come abitazioni rupestri nel Medioevo. Intorno all’anno mille castel Paterno assunse grandissima importanza, in quanto venne scelto come dimora temporanea dall’Imperatore Ottone III di Sassonia, che vi morì il 23 gennaio del 1002. Quest’ultimo, giunto dalla Germania in Italia, fu incoronato imperatore il 12 aprile 996, a Monza. L’influenza bizantina che aveva esercitato la madre Teofano su di lui e la sua ferma convinzione che Roma dovesse essere ancora al centro del mondo, portò l’imperatore alla volontà di restaurare il Sacro Romano Impero. Impose così Gerberto Aurillac come nuovo Papa, con il nome di Silvestro II. Il greco e il latino vennero imposte come lingue ufficiali dell’impero, sostituendo così il tedesco. Completamente soggiogato dai bizantinismi della sua corte e da Gerberto, Ottone III trasferì la capitale del regno a Roma, facendosi chiamare console, senatore ed imperatore dei romani. L’insurrezione di quest’ultimi nel 1001, causata dalla mancata concessione della villa Adriana di Tivoli, comandata da Gregorio I dei Conti di Tuscolo, lo costrinse a fuggire da Roma, insieme al papa Silvestro II. Si rifugiò dunque a Castel Paterno dove l’anno seguente morì, alla sola età di 22 anni. Le fonti medievali attribuiscono la sua morte alla malaria contratta molto probabilmente nelle malsane e paludose saline di Ravenna, mentre gli antichi romani sostenevano che Stefania, vedova di Crescenzio, l’abbia fatto innamorare di sé e che poi, con un tranello, lo abbia avvelenato. Questo castello fu scelto da Ottone III come base militare per la riconquista di Roma per la sua prossimità alla via Flaminia e al percorso naturale del fiume Treja, oltre ad essere ben collegato con Civitas Castellana governata dai conti Sassoni, una famiglia verosimilmente legata alla dinastia imperiale. Oltre due secoli dopo , nell’anno 1244, Innocenzo IV lo diede al monastero di San Lorenzo al Verano e molto più tardi, nel XIV e XV secolo divenne un possedimento della famiglia degli Anguillara. Questa fortificazione risulta già essere abbandonata nel XVI secolo, tanto che nella convenzione del 1549 tra Flaminio ed Everso Anguillara, si ricorda che tra i confini di Stabia vi è la presenza di un terreno chiamato”Castri Diruti Paterni”. Posto nel punto centrale della maglia difensiva intorno a Civita Castellana a poca distanza dalla via consolare Flaminia, controllava questo accesso verso Roma. L’attuale via d’accesso al castello, la Strada del trullo, conserva ancora oggi il suo antichissimo tracciato ed è chiamata così perché anticamente, circa a metà strada, sorgeva un sepolcro romano, di cui oggi rimane l’enorme base a forma circolare. Nel Medioevo il sepolcro fu trasformato in una torre fortificata, avente funzione di vedetta del castello di Paterno. Dopo aver costeggiato per un tratto le mura esterne del castello, le quali ancora conservano una serie di feritoie difensive, si arriva alla porta d’ingresso della struttura. Una volta all’interno ci si rende conto della grandezza di questo sito anche se purtroppo spine, erbacce, accumuli di terra non permettono di attraversarlo e di poterlo ammirare in tutta la sua maestosità. Il castello ha una pianta trapezoidale e per buona parte la cinta muraria è ancora visibile, o quantomeno immaginabile vista la fitta vegetazione che la sovrasta. In un avancorpo a nord si apriva una delle porte d’ingresso e due torri rafforzavano il lato occidentale, mentre nell’estremità opposta, sommersa anche questa dalla vegetazione, sono in parte visibili i resti di una terza torre. Oltre ai muri perimetrali appartenenti alla fase più antica, nel bosco circostante il castello sono ancora oggi conservati, seppur in maniera pessima a causa del loro stato di abbandono, alcune abitazioni ricavate da antiche tombe di epoca falisca. Al loro interno si possono ammirare delle colonne, alcuni loculi per deporre i defunti ed i segni di un passato oramai quasi dimenticato da tutti. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=ZwzBtcMr_zQ (video di Argilla turismo Agro Falisco), https://www.avventurosamente.it/xf/threads/da-calcata-a-civita-castellana-per-i-castelli.24094/, http://www.parchilazio.it/valledeltreja-itinerari-232-la_via_narcense_e_i_castelli, https://www.inagrofalisco.it/in-agrofalisco/i-borghi/faleria/castel-paterno

Fonti: testo di Alesprint su https://fiorievecchiepezze.wordpress.com/2012/06/08/castel-fogliano/, https://lazioeventi.com/eventi/escursione-castel-fogliano-e-eremo-di-san-famiano/, http://www.comunedifaleria.it/fogliano.html, testo di Luca Panichelli su https://tesorinascostiagrofalisco.wordpress.com/2016/03/02/castel-paterno-faleriavt/

Foto: la prima (Castel Foiano) è presa da https://lazioeventi.com/eventi/escursione-castel-fogliano-e-eremo-di-san-famiano/, la seconda (Castel Paterno) è presa da http://www.comunedifaleria.it/paterno.html

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