FINALE EMILIA (MO) - Castello del Carrobio in frazione Massa Finalese
Il castello del Carrobio è una delle maggiori residenze presenti nel territorio della bassa modenese. L'edificio venne edificato dal 1898 al 1900 da Vittorio Sacerdoti, conte di Carrobio ed ambasciatore del Regno d'Italia e facoltoso ebreo, al fine di realizzare una residenza di rappresentanza in cui organizzare feste e ricevimenti con altri nobili o ospiti illustri (tra cui quali il duca di Pistoia Filiberto e Umberto di Savoia nel 1935, all'epoca principe del Piemonte). Dal 1911 al 1914 il castello venne ampliato su progetto dell'ingegnere Ettore Tosatti di San Felice sul Panaro. Il palazzo è ispirato al castello tedesco di Tobitschau (oggi Tova
čov nella Repubblica Ceca), che era di proprietà del fratello di Elena von Gutmann, moglie del conte Vittorio Sacerdoti. Durante la seconda guerra mondiale il castello venne sigillato dai nazisti, in quanto la famiglia dei conti di Carrobio era di origine ebraica. Peraltro, il proprietario Vittorio Sacerdoti, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, decise di farsi battezzare il 4 dicembre 1938, facendosi poi cambiare il cognome da "Sacerdoti" a "Carrobio di Carrobio" nel 1941. Dopo la seconda guerra mondiale continuò a non essere più abitato, anzi fu oggetto di numerose spogliazioni. L'edificio venne poi acquistato da Primo Stefanelli (proprietario della Rocchetta Mattei) che voleva trasformare la struttura in una casa di riposo, ma non ottenne le autorizzazioni necessarie. Per tali motivi, il castello cadde abbandonato in rovina, per poi essere restaurato negli anni 1990 dalla famiglia Folchi grazie ai quali tornò ad essere residenza. Dal 1997 al 2014 l'immobile è stato oggetto di pignoramento a causa di difficoltà economiche della società proprietaria. Il castello è stato lesionato dal terremoto dell'Emilia del 2012. Il castello è realizzato in stile neomedievale mitteleuropeo, con un grande impianto scenografico, all'interno di un parco rigoglioso (oggi divenuto pubblico in parte), che un tempo faceva parte del bosco della Saliceta (, una ex tenuta ducale che si trovava tra i comuni di Camposanto e San Felice sul Panaro), il quale era stato acquistato da Vittorio Sacerdoti nel 1909. Le facciate sono realizzate in pietra faccia a vista, con finestre neogotiche in marmo. Gli interni del castello sono particolarmente decorati, con opere in stile liberty del pittore veneziano Peres. Altri abili artigiani hanno contribuito ad impreziosire l'intero complesso con inferriate e cancellate assai elaborate. All'epoca in cui i conti di Carrobio erano proprietari del castello, vi si entrava dall'ingresso principale percorrendo il lungo viale fiancheggiato da tigli che inizia di fronte alla chiesa: il viale è oggi integrato nel parco pubblico cittadino. All'interno del castello e del suo parco venne realizzato nel 1971 il film "Tutti defunti... tranne i morti" del regista Pupi Avati. Altri link suggeriti:
http://www.albarnardon.it/26106-2/,
https://www.tourer.it/scheda?castello-carrobio-massa-finalese-finale-emilia,
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_del_Carrobio,
https://it.wikipedia.org/wiki/Massa_Finalese#Castello_del_CarrobioFoto: la prima è di Claudio Pedrazzi su
https://mapio.net/pic/p-1832550/, la seconda è presa da
http://www.albarnardon.it/26106-2/
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