giovedì 28 maggio 2020

Il castello di giovedì 28 maggio



TORA E PICCILLI (CE) - Torre normanna

La più antica attestazione del toponimo Tora è in un documento di Montecassino del 745 anche se resta dubbia l’identificazione del luogo come in altri documenti del X secolo. Il sito attuale appare come un feudo nel Catalogus Baronum (1150-70) intestato a Polido de Thora; nello stesso documento è citato, il milite Hector de Thora, barone di Riccardo de Aquila conte di Calvi e Teano. Quindi, si può solo supporre che, a controllo e per trarre vantaggio dal vicino asse viario dell’antica via Latina, già nella tarda età longobarda esistesse una curtis. Si deve ai Normanni, durante il XII secolo, la prima fortificazione del centro abitato di Tora, ai tempi del regno di Guglielmo d’Altavilla, quando signore del feudo risultava essere Polido de Tora. Tutti coloro che si spostavano tra Lazio e Campania, sul versante orientale del Roccamonfina, non potevano sfuggire al controllo delle guardie appostate sulla torre che, nonostante i vari rifacimenti, ha sempre conservato l’originaria funzione di punto di avvistamento. Ai tempi di Federico II divenne feudataria di Tora la potente famiglia ducale dei Marzano di Sessa, durante il regno aragonese il possedimento passò ai nobili Galluccio. Nel 1627 a causa di continui dissidi l’università di Piccilli si separò dal ducato di Tora e le due comunità furono riunite in un’unica entità amministrativa solamente nel 1807. Nel XVIII secolo l’università di Tora passò ai Filangieri, duchi del ramo di Arianiello, a cui rimase fino all’eversione della feudalità. La torre medioevale, per il suo carattere di costruzione isolata posta al centro di una struttura fortificata, va fatta risalire almeno all’epoca normanna ed è, quindi, databile tra la fine del XI e la seconda metà del XII secolo. Più volte rimaneggiata e parzialmente ricostruita nel corso dei secoli, essa conserva la sua funzione di torre di avvistamento sulla vallata, luogo di transito obbligato per l’ingresso da nord e da ovest della pianura campana. La cella campanaria custodisce il campanone datato 1888, fuso da maestranze napoletane sul posto, nonchè l’antico meccanismo dell’orologio. La torre, dichiarata monumento nazionale nel 1939, è stata riaperta interamente al pubblico nel luglio del 2018. Altri link suggeriti: http://blog.zingarate.com/borghicastelli/tora-e-piccilli/, https://www.facebook.com/watch/?v=1408804845866906 (video di Orme Associazione Culturale), https://www.youtube.com/watch?v=QRgtJ3mYhjE&feature=emb_logo (video di Il Punto a Mezzogiorno)

Fonti: testo di Fabio Speranza su http://www.comune.toraepiccilli.ce.it/zf/index.php/storia-comune/, https://www.paesenews.it/?p=130378, testo di Pietro Di Lorenzo su http://monumenti.altervista.org/tora-piccilli-ce-torre-tora/, https://mediovolturno.guideslow.it/itinerari/passeggio-borghi-del-vulcano-roccamonfina/

Foto: la prima è presa da https://mediovolturno.guideslow.it/itinerari/passeggio-borghi-del-vulcano-roccamonfina/, la seconda è presa da https://www.teleradio-news.it/2018/05/12/tora-e-piccilli-assedio-alla-torre-normanna-rievocazione-storica-nel-terzo-week-end-di-maggio/

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