martedì 12 maggio 2020

Il castello di martedì 12 maggio



VOLTERRA (PI) - Rocca di Monte Voltraio

Situato a 3 km ad Est di Volterra, il Monte Voltraio emerge e si differenzia dal paesaggio argilloso circostante col suo inconfondibile profilo pressoché piramidale dovuto alla sua costituzione geologica in sabbie e calcari arenacei che danno luogo, sul lato più orientale del rilievo, ad una vera e propria scarpata rocciosa verticale. Proprio in virtù di tali caratteristiche naturali (che ne garantivano dunque una facile difendibilità da ogni versante, rendendo la spianata sommitale praticamente inespugnabile), questo piccolo rilievo (458 m.) divenne sede di un insediamento fortificato a controllo delle vie di transito provenienti dal territorio senese e dalla Val d’Era. Vari scrittori di storia nostrana, a seguito della corruzione che il vocabolo ha subito nel tempo, lo chiamano Monte Veltraio e, oggi, Monte Voltraio, ma il suo originario nome è Monte Vultraio. Stabilire, ora, con certezza la sua effettiva origine è pressoché impossibile; al riguardo possono essere avanzate solo alcune supposizioni. Taluni affermano che la parola Vultraio derivi da voltura, oppure da Velathri, cioè dal nome etrusco di Volterra. Altri, invece, sostengono che sia derivato da vultur, cioè dal vulture o, per meglio intendersi, da quell’uccello rapace, comunemente chiamato avvoltoio, che nell’antico si dice avesse dimora sulla cima di quell’altura. Le prime notizie di una fortificazione risalgono al 967 attestandone la proprietà al vescovo di Volterra, che vi esercitò la propria signoria fino alla prima metà del XIII secolo quando il castello divenne oggetto di vertenze e di contese col comune di Volterra che lo assalì nel 1218 e che, dopo alterne e prolungate vicende belliche, finì per ridurlo sotto il proprio dominio (1252). Conquistata dai fiorentini nel XIV secolo, la rocca fu quindi restituita ai volterrani, che ne reclamavano la proprietà, a condizione che fosse smantellata; assalita nuovamente dai volterrani nel 1427 fu infine danneggiata irrimediabilmente nel 1433 dalle masnade al seguito di Niccolò Piccinino. Oggi rimangono solo pochi resti visibili, parti di torri, della cinta muraria, della pieve e delle abitazioni. Gli edifici più importanti si trovavano sulla sommità della collina, mentre la pieve ed il borgo, a loro volta circondati da una cinta muraria, erano sulle pendici. Nella prima metà del Duecento, quando il territorio del comune di Volterra contava circa 7.000 abitanti, la rocca e il borgo di Monte Voltraio ospitavano circa 1.000 persone: una prova ulteriore del ruolo rilevante svolto da questo insediamento nell’organizzazione e nel controllo di una zona strategica del territorio volteranno durante il Medioevo. La parte più importante dell’area era denominata cassero, cioè una fortezza dentro un’ampia fortificazione, come ulteriore ed ultimo baluardo di difesa, comprendente anche vani, detti caneva, idonei a raccogliere e conservare le scorte di derrate, nonché la cisterna, per lo più costruita nelle fondamenta dell’edificio più grande, dove venivano convogliate le acque piovane, al fine di costituire consistenti riserve di questa grande e gratuita ricchezza naturale, per poi utilizzarla al meglio, sia in tempo di pace che durante eventuali assedi. I ruderi di questa antica fortificazione fiancheggiano l’estremo limite del massimo vertice della collina e i muri che ne delimitano la sua area furono costruiti sul masso, detto panchino, che, in alcuni punti delle varie coste del colle stesso, fuoriesce dal terreno anche per un’altezza di tre metri circa. Anche la costa situata a sud è a strapiombo e si eleva nei pressi della villa del Palagione. Pur essendo anch’essa ricoperta di vegetazione, tuttavia appaiono in alcuni punti tratti di masso, per lo più caratterizzato da fessurazioni che possono dare luogo a limitate frane per distacco. L’arce di Monte Voltraio si trova sul vertice massimo della collina e fu detto, per questo, Rocca di Sopra. La sua area è limitata a 2500 metri quadrati circa e all’interno si trovano i resti di alcune costruzioni che, almeno per il momento, non possono essere individuate nella loro struttura ed uso, ad eccezione di quella di metri 3.40 per 2.80, che è da riternersi la parte interrata di una torre. La parte più ampia di detta fortificazione, ora ricoperta in massima parte di vegetazione, è libera da ruderi perché in passato fu dissodata e destinata a terreno semi nativo. I ruderi delle mura, che delimitano la cinta dell’area dell’aree, sono tutti di consistente bozzato, per lo più di uno spessore di 70 centimetri circa. In alcuni punti, però, forse per la particolare conformazione del terreno, le mura hanno uno spessore più ampio perché sono formate da una doppia fila di bozze. L’area di Monte Voltraio comprendeva, poi, il palazzo del Vescovo, la chiesetta del cassero, forse detta anche del Casato, nonché la torre maggiore, detta dei Griffolini, la torricella nuova, la torricina nuova e tante altre come quella dei Carnenventri, dei Franceschi, degli Uberti, degli Ughi, dei Quavia, degli Scotto di Colle, degli Aliotti, dei Danese, dei Poscha, dei Castiglioni, dei Cacciaconte, dei Gulliccioni, dei Beringeri, dei Baldinotti, dei Gualandelli, dei Ruggerini, degli Spada e varie altre costruzioni dette semplicemente casa o casalina. È chiaro che tutte queste costruzioni non potevano avere grandi dimensioni e, per lo più, come sta ad indicare la denominazione torre, si sviluppavano in altezza, allo scopo di supplire alla mancanza di spazio all’interno della limitata area. Non è da escludere, inoltre, in conseguenza delle scarse e un po’ confuse notizie a noi pervenute, che fra i nomi rammentati vi siano comproprietari di porzioni di una torre, o che alcuni di essi siano succeduti fra loro nella proprietà della torre stessa. È da rilevare, infine, che tanto le mura che i vari edifici erano eretti in base alle caratteristiche e alla conformazione del terreno e che ogni costruzione era in pietra, perché sul posto o nelle vicinanze si poteva disporre di ottimo panchino e ben difficilmente, fino al 1300 circa, anche in Volterra fu fatto ricorso ai mattoni di cotto. La funzione della costruzione del Balco era molto importante; oltre che per la difesa, era destinata all’avvistamento al fine di evitare di essere colti di sorpresa da attacchi nemici, con una visuale panoramica su tre lati. Non è da escludere che, su tale muro, siano esistite anche delle torrette, per consentire riparo alle sentinelle che si avvicendavano in detto servizio. L’origine della sua denominazione è germanica e si riferisce all’odierno balcone, cioè, per meglio intendersi, alla terrazza, dalla quale è possibile una migliore veduta che da una semplice finestra. Attualmente è costituito solo da un muro lungo 56 metri e largo 4, che inizia dalla cosiddetta porta murata e si dilunga fino allo strapiombo rivolto a nord e su un terreno assai friabile tanto che, in vari punti di questa costa del colle, si verificano frane anche di bozzato e di acciottolato in genere. Detto muro è formato ai due lati di bozze di 70 centimetri circa e, il suo interno, è ripieno di sassi e di terra. Alla base del Balco, sulla costa di levante, si trova un lungo ed ampio pendio, cioè terreno assai dirupato, per questo chiamato ripa. Altro elemento di rilievo di Monte Voltraio è la Costa di ponente, tutta ricoperta di fitta vegetazione, molto scoscesa e in parte agibile attraverso alcuni ripidi viottoli che, alcuni, ritengono invece antiche vie di accesso alla fortificazione. Questa opinione è molto discutibile, perché gli atti a noi pervenuti testimoniano l’esistenza di un solo accesso alla fortificazione, ravvisabile per le sue caratteristiche in quello situato sulla costa opposta. Detti passaggi, anche se esistiti nel periodo storico in argomento, non sembra siano stati vere e proprie vie di accesso, ma dei semplici tratturi. Non è da escludere, poi, di essere in presenza di viottoli imposti da esigenze connesse al taglio del bosco. Ai piedi di questa costa si trova la strada detta del Pian dei Meli, che tuttora presenta vari tratti di selciato e che un tempo arrivava fino al casale Rocca. Sulla Costa di levante, anch’essa ricoperta di vegetazione, oltre a snodarsi la ripida strada di accesso alla fortificazione, si sviluppava l’antico terrazzato borgo di Monte Voltraio. Detta strada, che passa nei pressi del luogo in cui si trovava l’antica pieve di San Giovanni, prima di essere ampliata per via di riprese cinematografiche del «Cammina Cammina», era larga un metro e quaranta centimetri e presentava ancora vari muretti di bozzato, eretti a sostegno del terreno soprastante, e alcuni piccoli tratti di selciato. A fianco del Balco, si trovava la Rocca di Sotto, detta appunto anche Rocca del Balco. Si trattava di un ulteriore fortilizio, eretto in una zona del colle che, senza di esso, sarebbe tato di facile espugnazione. La Rocca del Balco era detta Rocca di Sotto perché si trovava ad un’altitudine di poco inferiore, circa dieci metri, da quella di Sopra e consisteva in una torre, distinta con quella denominazione perché costruita sul lato sinistro del Balco, cioè a fianco di quel muro lungo 56 metri e largo 4. La sua denominazione dette senz’altro origine alla nobile casata dei Balco e, forse, era la costruzione più importante del fortilizio di Monte Voltraio perché posseduta da una delle più potenti e nobiliari famiglie di quel distretto, della quale troviamo la prima notizia intorno al 1190 con un certo Arrigo di Balco, che fu uno dei signori più potenti di detta terra. A dimostrazione dell’importanza che i nobili di Balco hanno avuto nel distretto di Monte Voltraio, è da segnalare che con atto in data 19 Agosto 1235, rogato dal notaio Lamberto: «Altimanno del Balco, del fu Tancreduccio, e Piero, figlio di detto Altimanno, vendettero e consegnarono a Filippo Sinibaldi, magistrato volterrano acquirente per il Comune di Volterra, tutto quanto avevano nel castello, Balco e rocca del Monte Vultraio, nella relativa curia e distretto e specialmente la metà pro indiviso di una casa con terreno posta sul detto Balco, cui da un lato è la via, dal secondo la proprietà Pescetti di Agnano, dal terzo è la rocca, dal quarto la proprietà di Guglielmo Spada. Inoltre una casa con terreno, posta sulla rocca di detto castello, sopra il Balco, cui da ogni parte è la strada. Inoltre uno spazio di terra, posto presso detta casa, cui da un lato è la casa di Bonaccorso Uberti e di Bernardino Cavalchetti. Inoltre un’altra casa con terreno, posta presso la casa di Ouerceto, cui da un lato è la proprietà di Bedo, dall’altro il suo orto, al di opra è la via, al di sotto il muro castellano». Ma l’importanza e la potenza di tale nobile casata è ulteriormente dimostrata da altri due atti in data 17 Agosto del 1236, rogati dai notai Niguardo e Bembone, dai quali risulta che «Enrico del Balco del fu Tancreduccino e Tabernario e Leone, figli di detto Enrico, vendettero e consegnarono a Filippo Sinibaldi, acquirente a nome del Comune di Volterra, tutto ciò che avevano e tenevano nel castello, rocca e Balco del Monte Vultraio e tutta la giurisdizione che avevano in detto castello, Rocca e Balco del Monte Vultraio, nella sua curia e distretto e specialmente la metà pro indiviso di una casa con terreno, posta in detto castello sopra il Balco, cui da un lato e la via, da un altro la proprietà Fascetti di Agnano, di sopra è la rocca e dal quarto è la proprietà di Guglielmino Spada. Inoltre una casa con terreno, posta in detto luogo, cui da un lato è la proprietà di Guglielmo, dal secondo quella delle figlie di Passafolle, da un capo è la rocca e dall’altro la via. Inoltre la metà pro indiviso di un’altra casa, posta in detto luogo, cui da ogni parte è la strada. Inoltre una parte di nove parti di una torre nuova e dello spazio, che è presso la torre e fa con essa un solo complesso, posto in detto luogo, cui dal primo lato è la piazza, dal secondo la via e la proprietà di Tedicio, dal terzo quella di Ormanno e Aliotto e dei figli di Forteguerra e la torricina nuova, dal quarto il muro castellano, e in tutte le terre, spazi, possessi e diritti posti in detto cassero e sopra il Balco del Monte Vultraio per acquisto fatto per loro da Gullo e Beringerio Cavalcalombardi di Montignoso e da Upizzino Ilduini». Altri link consigliati: https://www.volterracity.com/volterra-tesoro-nascosto-monte-voltraio/, https://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2002/02/17/LND03.html, https://www.youtube.com/watch?v=NqR5ajePxEc (video di Brici 00)

Fonti: https://volterratur.it/poi/rocca-di-monte-voltraio/, testo di Mario ed Elio Pertici su https://www.volterracity.com/volterra-monte-voltraio/

Foto: la prima è del mio amico Claudio Vagaggini su https://www.facebook.com/CastelliRoccheFortificazioniItalia/photos/a.10152169445920345/10150285262070345/?type=3&theater, la seconda è di Alessio G su https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g194951-d19804816-Reviews-Rocca_di_Monte_Voltraio-Volterra_Province_of_Pisa_Tuscany.html#photos;aggregationId=101&albumid=101&filter=7&ff=444037513

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