lunedì 27 luglio 2020

Il castello di lunedì 27 luglio



AGROPOLI (SA) - Castello Angioino-Aragonese

Nell'882 i Bizantini furono cacciati dai Saraceni, i quali costruirono un ribàt (nuova fortificazione): da qui partivano gli attacchi ai paesi vicini fino a Salerno. Nel 915 i Saraceni furono cacciati e Agropoli tornò in mano ai vescovi, che intanto si erano stabiliti a Capaccio. I vescovi dominarono la città per tutta l'epoca medioevale, insieme ai centri di Ogliastro ed Eredita, e ai villaggi di Lucolo, Mandrolle, Pastina, San Marco di Agropoli e San Pietro di Eredita, che componevano il feudo di Agropoli. Nel 1412 i feudi di Agropoli e Castellabate furono ceduti da papa Gregorio XII al re Ladislao di Durazzo (1386 – 1414) come parziale pagamento di debiti accumulati nell'arco di alcune guerre. Il 20 luglio 1436 Alfonso V d'Aragona concesse i feudi di Agropoli e Castellabate a Giovanni Sanseverino, già conte di Marsico e barone del Cilento, che come compenso doveva versare ai vescovi di Capaccio 12 once d'oro l'anno. Solo nel 1443 il re riprese possesso del territorio. Successivamente Agropoli passò sotto il dominio di diverse casate: tra il 1505 e il 1507 i D'Avalos marchesi del Vasto e, fino al 1552, i Sanseverino. In seguito alla perdita dei suoi possedimenti da parte del principe Ferrante, ultimo rappresentante dei Sanseverino, accusato di tradimento nel 1553, Agropoli passò ai D'Ayerbo d'Aragona, nel 1564 ai Grimaldi, nel 1597 agli Arcella Caracciolo, nel 1607 ai Mendoza, nel 1626 ai Filomarino già principi di Roccadaspide, nel 1650 ai Mastrillo, che si alternarono per un breve periodo con gli Zazzero d'Aragona. I Sanfelice, duchi di Laureana, conservarono il potere sulla cittadina fino all'abolizione del sistema feudale. A pianta triangolare e con tre torri circolari, il castello si erge sul promontorio incastrandosi come un vertice nell'interno dell'area del borgo antico, mentre la base si protende fuori del nucleo abitato, come fortificazione avanzata sul versante collinare dal pendio più dolce e più esposto agli assalti. Attorno alle mura del castello si trova un fossato largo e profondo, ora distinguibile sul lato verso il borgo, mentre è quasi scomparso il dislivello sul lato orientale a causa dei lavori agricoli e dei cedimenti del terreno avutisi nel corso dei secoli. I Normanni (1077-1189) ne avviarono le prime importanti ristrutturazioni con la costruzione della cortina muraria che protegge l’abitato a sud. A differenza della cinta muraria dai caratteri normanno-svevi, il castello è stato oggetto di continui rifacimenti per adattarlo alle innovazioni dell’arte militare. Nel corso del XV secolo i Sanseverino conti di Marsico, potenti feudatari del Regno di Napoli, procedettero alla più profonda e capillare ristrutturazione del Castello nella forma in cui oggi si presenta. Ben presto il Castello perse la sua funzione prettamente difensiva, per diventare in epoca vicereale e nel corso del Settecento la sede prescelta dalle grandi famiglie feudatarie come i Sanseverino, i Grimaldi di Eboli, i Caracciolo di Trentinara e i Sanfelice. Oltre ad essere residenza nobiliare, il Castello aveva al suo interno le celle carcerarie, la sede del giudice e la guardia. Nel 1806, per decisione di Napoleone, il Castello fu occupato dal Genio militare divenendo, ancora una volta, centro della difesa costiera dell’intero Principato Citra. Il castello presenta l'aspetto assunto dopo le ristrutturazioni d'età aragonese (XV secolo d.C.) che devono aver notevolmente ampliato l'originario impianto, a forma triangolare. L'interno del castello è occupato dalla piazza d'armi e da edifici addossati sui lati settentrionale e orientale. La piazza, oggi adibita a giardino e a teatro all'aperto, non è frutto di un riempimento artificiale, ma poggia sulla roccia inglobata a suo tempo nelle mura del castello, mentre sul lato settentrionale si trova la "Sala dei francesi", così chiamata a ricordo della sosta del drappello delle truppe francesi nel periodo napoleonico. Il castello di Agropoli è legato a tre personaggi: Luisa Sanfelice, personaggio minore della rivoluzione napoletana del 1799, la cui vicenda umana ispirò il romanzo di Alexandre Dumas (padre), La San Felice; la scrittrice francese Marguerite Yourcenar, che lo menzionò nel racconto "Anna, soror"; Giuseppe Ungaretti, che visitò il Cilento all’inizio degli anni trenta del XX secolo e che ritrasse magistralmente Agropoli nel volume “Mezzogiorno”. Oggi il castello è un punto di riferimento per l’arte e la cultura del posto. Ospita rappresentazioni teatrali ed eventi culturali in ogni periodo dell’anno. All’interno del Castello sono presenti numerosi cunicoli dove sovente vengono organizzate mostre fotografiche o pittoriche. Tra le varie stanze troviamo la più caratteristica, la “Sala dei Francesi”, chiamata così poiché fu protagonista della sosta delle truppe napoleoniche ad Agropoli. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=WrpmQ4R2jj8 (video di Franco Carola), https://www.youtube.com/watch?v=SNmYnIPGpMI&feature=emb_logo (video di sevensalerno), https://www.cilentonotizie.it/video/castello-angioino-aragonese-di-agropoli-approvato-il-progetto-di-tutela-e-valorizzazione/2954/ (video), https://agropoliguide.com/castello-angioino-aragonese-agropoli-nel-cilento/

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Agropoli, http://www.viviagropoli.it/it/storia-e-cultura.php, https://www.alicost.it/blog/il-castello-di-agropoli-storia-della-roccaforte-angioina-aragonese/, http://www.agropolitourist.it/castello-angioino-aragonerse-agropoli/, https://www.ilcilentano.it/castello-di-agropoli-la-fortezza-angioina-aragonese/

Foto: la prima è presa da https://www.operatorituristiciagropoli.it/blog/parco-archeologico-agropoli/, la seconda è una cartolina della mia collezione

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