martedì 14 luglio 2020

Il castello di martedì 14 luglio



TORREMAGGIORE (FG) - Castelfiorentino

La città di Fiorentino, nota ai più per essere stato il luogo ove il 13 dicembre 1250 si è spento l'Imperatore Federico II, in questi ultimi anni è stata al centro dell'attenzione di archeologi e storici. I resti dell'antico abitato di Fiorentino si trovano in agro di Torremaggiore, a 9 km a sud di questa Città, sull'estremo versante ovest di una collina detta dello Sterparone: uno sperone interfluviale delimitato a nord dal Canale della Bùfola (o Bufala o Bùffala) e a sud da un piccolo corso d'acqua detto il Canaletto. I recenti scavi archeologici (1982-1992), condotti dall'Università di Bari e dall'Ecole française di Roma, hanno evidenziato elementi che fanno pensare a Fiorentino come una sede importante, una vera e propria cittadella con una cattedrale, una zona urbana e, nella parte ovest, il "Palatium" dell’Imperatore. Fiorentino vanta un'origine in comune con altre "città di frontiera" volute dai Bizantini: infatti, agli albori dell'XI secolo gli imperatori bizantini tentarono di consolidare i loro possedimenti in Italia meridionale continuamente minacciati dai Longobardi a nord e dagli arabi a sud. Per attuare tale piano, i Catapani inviati da Bisanzio si lanciano alla conquista della Daunia, al fine di spostare i malsicuri confini del Thema di Longobardia (suddivisione amministrativa dell'epoca), segnati dal fiume Ofanto, verso quelli meglio difendibili delimitati dal corso del Fortore. Nascono così, tra il 1018 ed il 1040, grazie alla febbrile attività edificatoria dei Catapani Basilio Bojohannes e dell’omonimo suo figlio, numerose città-piazzeforti con il compito di munire la nuova frontiera di efficaci baluardi contro incursioni e razzie, ripopolando il Tavoliere, allora semideserto. Questi centri neoformati, quali Fiorentino, Troia, Dragonara, Civitate, Montecorvino, Tertiveri e Devia, furono da subito elevati a sedi vescovili, ad eccezione di Devia. Fiorentino fu baluardo dei Bizantini nell'XI secolo, contea Normanna nell'XII, nel XIII secolo, con gli Svevi, entrò a far parte del demanio, mentre gli Angioini la diedero in feudo. All’inizio di dicembre del 1250, Federico II durante una battuta di caccia nelle campagne della Capitanata, fu colto da un violento attacco di dissenteria. Le sue gravi condizioni non gli permisero di rientrare nella reggia di Foggia e si decise di ricoverarlo a Castel Fiorentino, la più vicina residenza imperiale. Durante il suo male Federico veniva spesso colto da perdita di conoscenza. La dissenteria della quale soffriva si aggravò e degenerò in enterite infettiva. In uno dei rari momenti di lucidità, aveva appreso di trovarsi nella sua Domus di Fiorentino e che il suo letto era stato collocato contro una porta murata da cui, tempo addietro, si accedeva ad una delle torri del castello. Gli fu detto che i battenti della porta erano in ferro. Nell'apprendere questo particolare alla mente di Federico sovvenne immediatamente la profezia dell'astrologo di corte Michele Scoto: "...morirete vicino la porta di ferro, in un luogo il cui nome sarà formato dalla parola fiore...". A Castel Fiorentino, Federico II si spense il 13 Dicembre (il giorno della festa di s. Lucia) a soli 56 anni, alla presenza dell'arcivescovo di Palermo Berardo, del gran giustiziere della Magna Curia Riccardo di Montenero, del figlio Manfredi, allora diciottenne, di Pietro Ruffo, che dirigeva le scuderie imperiali, di Riccardo, conte di Caserta e genero dell'imperatore, e del medico Giovanni da Procida. Una curiosità: Federico II si tenne sempre lontano da Firenze, poiché la sibilla gli predisse che sarebbe morto "Apud portam ferream, ne lo loco che abet lo nome de flore", (cioè presso la porta di ferro di quel luogo che ha il nome di "fiore"), ma...ironia della sorte il "Puer Apuliae" morì proprio lì, nella sua amatissima Puglia. Le case di Fiorentino dovevano affollarsi le une accanto alle altre, fino a schiacciarsi contro le mura di cinta, ma avevano dimensioni maggiori di quelle finora supposte, come hanno acclarato gli scavi archeologici recentemente eseguiti. Costruzioni artisticamente di rilievo e di dimensioni imponenti erano la cattedrale ed il palazzo di Federico II. La strada principale era detta "magna platea" ad essa doveva corrispondere almeno un'altra strada di minore larghezza, forse parallela, come la "platea vicinalis". Le rimanenti vie erano strettissime e dovevano formare un dedalo e si riversavano nella strada principale. In epoca normanna la città conobbe un'apprezzabile espansione urbanistica con la nascita di un sobborgo, il "Carunculum", situato ad est dell'abitato, che in definitiva era l'unico versante in cui si poteva edificare. In questo periodo tutti gli spazi liberi (i casalina) vengono invasi dalle abitazioni che non risparmiano nemmeno il vallo che circondava il castello. Solo la luce che proveniva dalle strade illuminava i vari ambienti delle case, non essendovi cortili né giardini interni. I Normanni eressero, sull’estremità più alta della collina, un piccolo castello, che successivamente Federico II fece trasformare nel suo "Palatium". Esso divenne uno dei "loca Sollaciorum" (luoghi di svago), dove trascorrere il tempo dedicato alla caccia e al riposo. La domus federiciana, completamente interrata, è venuta alla luce quando si è scavata la parte più alta del sito. Collocata nel lato ovest della collina, con l'ingresso principale che volge a sud, presenta una forma di rettangolo imperfetto della lunghezza di 29 metri e della larghezza di 17 metri, con uno spazio utile interno di 275 m2 costituito da due stanze lunghe leggermente spostate l'una rispetto all'altra. I muri, spessi 1,50 m, erano coperti da un rivestimento di belle pietre. La domus si innestava su strutture preesistenti (del castello) ed è stata in seguito rimaneggiata, probabilmente in età angioina, dai signori della città. Certo la pianta della domus di Castelfiorentino era molto meno sofisticata di quella dei palazzi di Castel del Monte, di Lucera e anche di Gravina. Quattro aperture strette e protette permettevano l'accesso dall'esterno. All'interno, le pareti erano rivestite di intonaco e il suolo di mattonelle disposte in opus spicatum. La stanza ovest era munita di due camini, i muri della stanza est di banchi di pietra. Tre archi di tufo sostenevano un soffitto o una volta su ogni stanza. L'edificio doveva comprendere un piano superiore, non conservato, ma probabilmente ornato di finestre con colonnine scolpite. Frammenti di capitelli, di colonne e di pilastri, di cornicioni, di archi a ogiva, di vetrate policrome testimoniano la ricchezza della decorazione interna della residenza imperiale. Federico II, che disponeva di tante domus, in particolare nella Capitanata dove risiedeva più spesso, non avrebbe avuto occasione di visitare quella di Castelfiorentino (non visitò mai neanche Castel del Monte) se la malattia non l'avesse costretto a passare in essa gli ultimi giorni della sua vita. Probabilmente il palazzo aveva uno o due piani superiori, ciò è ipotizzabile dal grosso spessore delle pareti. Il palazzo era delimitato da un largo fossato. Nelle abitazioni di Fiorentino sono state trovate, oltre a ceramiche, vetri e colonne, molte fosse granarie e cisterne. A sud della strada principale nella zona urbana si trova la Cattedrale, una chiesa ad una sola navata e monoabsidale, intitolata al santo patrono del popolo longobardo, l'Arcangelo Michele; infatti, la popolazione di Fiorentino e delle altre città piazzeforti era composta prevalentemente da famiglie di origine longobarda, le uniche reclutabili in zona dai Bizantini per popolarle. In Fiorentino vi erano ben dodici chiese. Nella parte orientale del sito, nella zona al confine tra la città ed il sobborgo "Carunculum", è collocata la Torre ancora parzialmente conservata in altezza, che poggia su uno zoccolo tronco piramidale. Le mura della torre sono ora composte da mattoncini disposti in filari regolari (in origine, il basamento murario era costituito da una cortina lapidea a conci squadrati), l'interno mostra una copertura a crociera costolonata. Il degrado di Fiorentino iniziò già nel XIII secolo solo cinque anni dopo la morte di Federico II: il 26 Ottobre 1255 fu attaccata e distrutta dalle truppe di Papa Alessandro IV, sotto il comando del Conte Ruggero Sanseverino, perchè era rimasta fedele agli Svevi. gli abitanti superstiti si rifugiarono in maggioranza a Torremaggiore, seppur in forma graduale e non immediata. La vita a Fiorentino non si riprese mai più, tanto che la città non compare affatto nella tassazione focatica dei primi anni del 1300 imposta dagli Angioini, i quali la ricostruirono parzialmente e la usarono per fini bellici; fu una rinascita effimera, poiché nel 1300 iniziò la spoliazione del sito fino alla totale rovina. Tra gli elementi asportati vi è la gran lastra di marmo, usata come piano dell’altare maggiore nella Cattedrale di Lucera, che si dice fosse la mensa di Federico. In occasione dei settecento cinquant'anni, il 13 Dicembre 2000, si sono tenuti i dovuti festeggiamenti, con l'inaugurazione di un cippo onorario all'origine del tratturo che si arrampica su per la collina ed una stele di forma rigorosamente "ottagonale" sulla collina. Altri link suggeriti: https://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=1690 (visita virtuale), https://www.youtube.com/watch?v=_sMAj1x0eTY (video di Krish Kraft), https://www.youtube.com/watch?v=vZqr9mQCIqM (video di lupetrus), https://www.youtube.com/watch?v=2DgjuNktYpU (video di Telenorba), https://it.wikipedia.org/wiki/Torremaggiore#Fiorentino

Fonti: http://www.darapri.it/museodiocesano/casfelfiorentino/castelfiorentino.htm (in basso nella pagina ci sono dei link a video sul borgo), http://www.comune.torremaggiore.fg.it/interna.php?Rif=361, http://www.treccani.it/enciclopedia/castelfiorentino_%28Federiciana%29/

Foto: la prima è presa da https://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=1690, la seconda è di Geak su https://it.m.wikivoyage.org/wiki/File:Fiorentino-stauferstele-2008.jpg

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