LAPPANO (CS) - Castello in frazione Altavilla
Dotata di un proprio blasone, dal quale deriva quello attuale del comune, Altavilla, insieme a Lappano, fu, almeno per un certo periodo, sede di una delle Baglive dei Casali del Manco di Cosenza. Nel 1222 Federico II di Svevia concesse a San Pietro in Guarano uno stemma con tre colli sormontati da tre torri: secondo alcuni lo stemma rappresentava i tre Casali che in quel periodo facevano parte della stessa Bagliva: San Pietro in Guarano, San Benedetto e Altavilla, centri abbastanza vicini e collegati molto bene a valle. Altre fonti fanno pensare che una delle tre torri rappresentasse anche Lappano. Come suggerito dal Iusi, che da trent’anni o più studia i documenti relativi alle nostre contrade, la via Camera del paese si chiama così proprio perché qui c’era la "Camera baiulare", cioè la sede in cui il balivo o baglivo esercitava la sua autorità amministrativa e giudiziaria; tale sede potrebbe essere l’edificio al numero 18 di detta via. Sempre secondo una tradizione orale, vi fu un tempo in cui il paese veniva chiamato anche “Napoli piccolo”, forse perché vi soggiornava un signore abbastanza importante. Nel 1276 esisteva un centro abitato che faceva parte del Giustizierato di Val di Crati. Il suo nome era Vicus Casalis (chiamato poi Vicasale), localizzabile nella zona a valle della collina altavillese, sul versante Ovest, dove c'era una chiesa parrocchiale in tufo, dedicata al Protomartire Santo Stefano, da cui deriva il nome attuale della contrada. Il vicus godeva di una posizione ottimale, sia per le colture che per le attività artigianali. Il torrente Corno era molto vicino ai campi e poteva essere facilmente incanalato. Sono visibili, a pochi metri dalla sponda, ruderi di antichi mulini ad acqua. A partire dal 1343, in diversi documenti comparve il nome Motta di Corno, col quale, come suggerisce Maggiorino Iusi, veniva indicata “una torre sovrastante un gruppo di case tutte intorno circondate da mura”: l'odierna Altavilla, situata in cima ad una collina vagamente a forma proprio di corno, da cui probabilmente ebbe anche origine il nome del torrente che segna il confine col territorio di San Pietro in Guarano. La motta rappresentava praticamente un sistema di difesa introdotto nell’Italia meridionale dagli Angioini e che venne realizzato in questo luogo verso il 1300, per proteggere tutto il territorio circostante. Ci furono altre vicende e non mancarono terremoti, pestilenze e carestie. E' possibile che il castello di Altavilla, appartenuto - tra gli altri - anche ai principi Sanseverino e ora diroccato, celasse una vera e propria villa, circondata da giardini e orti, a testimonianza dell’importanza anche strategica del posto, molto panoramico, che domina buona parte della valle del Crati e che potesse considerarsi come una roccaforte o un rifugio per i sovrani del tempo. Nessuno dei paesi limitrofi della Presila cosentina presenta esempi simili. Tutto intorno al castello ci dovevano essere delle vere e proprie mura di cinta, con all’interno magazzini, forni, cisterne e tutto quello che poteva essere necessario per sopravvivere per qualche tempo ad un assedio. Tutto ciò è testimoniato da varie murature, alcune con archi a sesto acuto in stile gotico. Relativamente alle riserve d’acqua va detto che un pozzo è ancora visibile all’interno di un edificio costruito nel 1900, mentre una vasca è stata demolita nei primi anni ’70 sotto via Camera; ci sono inoltre buoni indizi che il locale appartenente al complesso della Chiesa della Madonna Assunta, cui si accede dalla sacrestia, potrebbe essere stato una vasca di raccolta dell’antico castello. Diverse case, ancora, e la stessa chiesa madre sembrano essere state riedificate su strutture antecedenti molto più consistenti. Non sono una prova ma una traccia significativa anche alcuni nomi che si sono tramandati nel corso del tempo tra gli abitanti di Altavilla. Come nel caso di “curtina”, che fa pensare ad una "corte" intorno alla motta, dove abitavano i servi, i contadini, gli artigiani e i soldati del signore locale. Come nel caso, ad esempio, della “portedda”, cioè di una porta secondaria che consentiva un esodo veloce in caso di pericolo, nel qual caso, come riferito da qualcuno, segnali di fumo potevano essere fatti agli altri castelli sopra Cosenza per chiedere eventualmente aiuto. In effetti il Castello di Altavilla risultava visibile da tutti gli altri castelli della serra cosentina, mentre non sempre questi erano visibili tra di loro. Questo è tutto quello che attualmente si sa o che ci è dato sapere su questo misterioso castello, ma esistono diverse storie e leggende che parlano di un “trisòru” (tesoro), di una chioccia coi pulcini d'oro, di scale, di cunicoli sotterranei e di pozzi che conducevano a una grotta vicino al torrente Corno, nella quale qualcuno afferma ancora oggi di essersi infilato per un po’ di metri. Un’altra misteriosa grotta sbarrata, venuta alla luce in un lavoro di ripulitura di qualche anno fa, è sotto la chiesa ed è stata usata in tempi più recenti come bagno pubblico. Vincenzo Padula riportava la seguente leggenda: «Ogni paese ha i ruderi di qualche castello. In Altavilla ve n'è uno dirupato e interrito. Vi è un tesoro legato. Per scioglierlo, bisogna un venerdì di marzo scannare un bimbo, un agnello e un gatto nero. Si conta che un sampetrese, che abitava nella casa di mastro Carmine Caruso nel quartiere Largo, invocò il diavolo e n'ebbe 3 monete quadre. Mancò alla parola, e il diavolo si presentò all'uscio.». Si narra anche di sogni fatti da alcuni abitanti e di ritrovamenti di pignatte con monete d’oro. Si narra infine del fatto che qualcuno fosse in possesso del “libro di Altavilla” che descriveva nel dettaglio fatti e circostanze. Quello che è certo è che qualcosa c’era o c’è sotto cumuli di terra e di macerie, sotto muri crollati, spessi anche due metri.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Lappano, https://sites.google.com/site/documentinelcassetto/altavilla-di-lappano-storie-leggende-tradizioni-cultura/storie-ipotesi-e-leggende, http://www.italiapedia.it/comune-di-lappano_Storia-078-065
Foto: la prima è presa da https://sites.google.com/site/documentinelcassetto/altavilla-di-lappano-storie-leggende-tradizioni-cultura/storie-ipotesi-e-leggende, la seconda è presa da https://www.mondimedievali.net/Castelli/Calabria/cosenza/lappan01.jpg
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