CELLAMARE (BA) - Castello Caracciolo
Le origini di Cellamare si fanno risalire al secolo XI; l'unico documento attendibile in tal senso può essere considerato uno statuto delle città e delle terre appartenenti all'Arcidiocesi di Bari, compilato nel 1171 dall'arcivescovo Rainaldo nel quale per la prima volta si cita una località di nome Cellamare o Cellamarii. Alcuni storici sono invece concordi nel segnalare l'esistenza di questo sito o villaggio di pastori e contadini in concomitanza con le escursioni saracene. Si racconta infatti che nel 988 i Saraceni attuarono una delle più feroci incursioni nel territorio intorno a Bari, depredando le popolazioni ed incendiando le loro abitazioni. Dopo aver distrutto Ceglie e Valenzano si trasferirono nel territorio di Capurso, ma qui furono respinti ed uccisi dai capursesi e cellamaresi. La zona ancora oggi viene chiamata Massaracina per ricordare il massacro dei saraceni. In quanto al toponimo "Cellamare" gli storici rimandano all'episodio riguardante l'arcivescovo di Bari Giovanni V, che a seguito della distruzione di Bari perpetrata dal sovrano normanno Guglielmo il Malo si rifugiò col suo seguito nel territorio che da allora mutò il nome da Cella Amoris in Cella Amaris per sottolineare il dolore degli esuli. Si ignora come e quando Cellamare si tramutò in feudo. Il primo signore di cui si hanno notizie è Roberto Venato. Gli successe il fratello Galeotto Venato, morto nel 1294. Con la sua scomparsa il feudo di Cellamare passò al Regio Fisco, cioè allo Stato per mancanza di eredi. Trasformatosi nuovamente in feudo nel 1407, Cellamare fu appannaggio di diverse famiglie (Sandionigi, Di Sangro, Marra, Giudice Caracciolo), fino a quando con l'avvento di Murat passò al regno di Napoli. Non esistono cronache, atti, documenti che possano stabilire con certezza la data in cui fu costruito l'antico castello baronale situato nel borgo antico di Cellamare, né il nome del feudatario che ne commissionò i lavori. Il primo nucleo fortificato doveva esistere già nel XIII secolo, quando si procedette alla costruzione delle mura e si insediarono i primi feudatari, Roberto e Galeotto Venato, dopo il periodo di giurisdizione vescovile. La parte più antica del palazzo è indubbiamente l'ala a destra del portale d'ingresso, comunicante con la terrazza, come evidenziano sia il tipo di muratura, sia l'ingresso interno con arco a tutto sesto. Durante il secolo XVI l'edificio fu in larga misura trasformato e perse le caratteristiche di fortezza militare per diventare residenza signorile. In una lastra apposta al primo piano, sopra una delle porte di ingresso, c'è lo stemma dei Della Marra costituito da una banda controdoppiomerlata, accompagnata in capo da un lambello di tre pendenti, sormontato da cimiero piumato e colomba. Si legge l'iscrizione in lettere capitali che ricorda i lavori di riadattamento voluti da Felice Della Marra nel 1544: "VETVSTATE PENE COLLAPSA/ FELIX DE MARRA ISTAVRAVIT/ M544". Nel 1631 i Del Giudice diventano principi di Cellamare e si insediano nel palazzo trasformandolo, come fecero alla fine del secolo a Napoli con il palazzo dei Carafa di Stigliano a Chiaia. M. Pasculli Ferrara nel suo studio sui rapporti tra Napoli e la Puglia, e sull'influenza della cultura napoletana sulla nostra regione nota che: "la nobiltà che è grande promotrice di arte, vuole i suoi palazzi tutti egualmente decorati, secondo la solita parata ufficiale, sia il palazzo di Napoli, sia il palazzo che a noi può sembrare sperduto in un paesino". L'edificio è a pianta quadrangolare, con la zona basamentale a bugnato rustico delimitata da un cordolo, interrotto in facciata dal portale centrale a tutto sesto, con l'arma dei Giudice-Caracciolo al centro. L'androne ha la volta a botte unghiata ed è concluso all'interno da un basso arcone con un frammento scultoreo al centro, appartenente, probabilmente, ad una figura panneggiata e databile, con inevitabile approssimazione, tra il XIII e XIV secolo. Nel cortile centrale, con archi tompagnati, si affacciano i locali da lavoro, il frantoio, il mulino, le cantine, le stalle, l'antico accesso alla torre ed un piccolo ambiente sopraelevato con muratura a vista con archetti pensili. Il grande locale attiguo alla torre, a pian terreno e voltato a botte, dovrebbe appartenere al nucleo più antico del palazzo, per la presenza delle stesse finestre della torre, strette e lunghe, lievemente strombate. L'originario basamento a scarpa oggi non è più leggibile perché occultato da un muro rettilineo, tranne che nella parte terminale del palazzo dove in una stretta intercapedine, è ancora visibile l'antico paramento murario. Infatti su via Marconi è ancora visibile un tratto dell'antica scarpata, nascosta successivamente dalla realizzazione dell'avancorpo settecentesco, con l'ampia terrazza e la superficie bugnata. Il rivestimento a bugne corre uniforme anche lungo la parete di via Pacifico fino al prospetto in Largo Castello dove al di là del seicentesco portale si apre un grande androne che consente l'accesso alla corte interna. Qui si osservano le aggiunte, le manomissioni e i rifacimenti che ne hanno modificato la forma rendendola complessa e affascinante. Durante il periodo fascista, la casa castellana fu adibita a scuola dalla parte che si affaccia su via Marconi e la sede municipale su vico II dietro il castello. Altri link per approfondire: https://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/bari/cellamare.htm, http://www.rossirestauri.com/prcastellocellamare.html, http://www.nobili-napoletani.it/Giudice-Caracciolo.htm, https://soundcloud.com/le-strade-raccontano/leggenda-largo-castello (leggenda audio), https://www.youtube.com/watch?v=QQ0UdnAzonU (video di Linda Morgese)Fonti: https://www.comune.cellamare.ba.it/vivere-il-comune/territorio/da-visitare/item/castello, https://www.lavocedimaruggio.it/wp/fortezze-e-castelli-di-puglia-il-castello-di-cellamare.html
Foto: la prima è presa da https://soundcloud.com/le-strade-raccontano/leggenda-largo-castello, la seconda è presa da https://www.barinedita.it/reportage/n4255-torri-chiese-e-castelli--e-il-piccolo-sconosciuto-ma-valorizzato-centro-storico-di-cellamare#gallery-24
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