venerdì 16 aprile 2021

Il castello di venerdì 16 aprile


CIVITELLA DI ROMAGNA (FC) - Rocca Malatesta di Giaggiolo

Vi faceva capo un'antica contea dell'Appennino romagnolo, un feudo situato a cavallo tra il territorio attuale di Romagna e Toscana. Del castello, un tempo assai noto, rimangono pochi resti, di cui è particolarmente notevole il potente bastione ottagonale, a guardia di un paio di case, di una piccola chiesa e di una ripida strada che si perde in piccole vallette interne. Anche Guido da Montefeltro, che aveva sposato Manentessa di Ghiaggiolo, nel 1263 ricevette il titolo di conte di Ghiaggiolo, dopo la morte del cognato Uberto. La posizione, infatti, nell'Appennino settentrionale, avrebbe consentito a lui e ai forlivesi, entrambi del partito ghibellino, di spalleggiarsi a vicenda. "Inoltre, il titolo di conte di Ghiaggiolo aveva aperto la strada a Guido per ottenere di diritto la cittadinanza di Forlì, cui teneva molto". La storia del castello è documentata fin dal 1021 quando, quando apparteneva agli arcivescovi di Ravenna e venne affidato a cinque fratelli nobili ravennati, figli di tal Rodolfo da Sigio, che fondarono la vasta contea di Giaggiolo. Estintosi il ramo maschile della famiglia la contea fu investita ai Malatesta di Verucchio cui si contrappose immediatamente Guido da Montefeltro (cognato di Umberto ultimo conte di Giaggiolo). La disputa terminò nel 1266 quando Paolo Malatesta detto il Bello decise di prendere in sposa Beatrice Orabile (1255-1303 circa), l'unica figlia dei conti Severi di Giaggiolo. La tragica storia di Paolo, capostipite del ramo dei Malatesta di Giaggiolo, invaghitosi della cognata Francesca, figlia di Guido da Polenta e moglie del fratello Giangiotto, fu immortalata da Dante nel V canto dell'inferno. La rocca rimase a lungo possedimento dei Malatesta assumendo notevole potenza ed inglobando anche i territori di Cusercoli. Il figlio di Paolo, Uberto Malatesta, conte di Giaggiolo, fu ucciso a tradimento nel 1324 per aver aderito al partito ghibellino. Una copia dello statuto del castello di Giaggiolo del 1376 è conservata nell'Archivio Vescovile di Sansepolcro. Nel 1371 ai tempi della relazione del cardinale Anglico così viene descritta: "E' in un altissimo monte, ha una rocca, un palazzo fortissimo e bello, ed è atto alla guerra. Confina con Valdinoce a Aquilano". Nel 1471 i possedimenti vennero affidati ai conti Guidi di Bagno, che tennero il castello fino al XVI secolo, anno in cui ebbe inizio la sua decadenza. Così lo descrive il Mambrini nel 1932: "Del castello rimane, in gran parte, intatta nel suo perimetro, la cinta alta e ferrigna, che però non è quella antica, perchè appare ricostruita con pietre regolari lavorate a scalpello che portano tracce di antichi incendi". Altri link proposti: https://www.facebook.com/romagnadascoprire/posts/-castello-di-giaggiolo-civitella-fc-lunico-poco-conservato-bastione-che-rimane-a/652804585129331/, http://www.nazionefutura.it/politica/il-castello-di-giaggiolo-feudo-di-paolo-il-bello-a-breve-distanza-da-forli/

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Giaggiolo, https://www.fondoambiente.it/luoghi/rocca-di-giaggiolo, https://www.appenninoromagnolo.it/castelli/giaggiolo.asp

Foto: la prima è di ilicemonti50 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/92970/view, la seconda è presa da https://www.forlitoday.it/cronaca/dante-Rocca-Giaggiolo-civitella.html

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