CASTEL SAN PIETRO ROMANO (RM) - Rocca Colonna
Castel San Pietro in un lontano passato era l’acropoli della vecchia Praeneste, l’odierna Palestrina, fungendo da valido punto fortificato per l’estrema difesa. L'origine della fortezza, costruita sulla sommità del Monte Ginestro è da porsi nel X secolo, quando il feudo di Praeneste con territori annessi, che erano di proprietà della Santa Sede, venne concesso da Papa Giovanni XIII alla sorella Stefania, senatrice romana, con l'obbligo di erigere una fortezza sul Monte di Preneste. Questa costruzione era già realizzata nel 980, denominata Rocca di Preneste. Nel 1012 fu cinta d'assedio dalle milizie di Benedetto XII che muovevano contro Giovanni, lì rifugiatosi, nipote della senatrice Stefania. In seguito Pietro Colonna, discendente di Giovanni, e in continua lotta con il papato per i feudi dell'area prenestina, vi fece rinchiudere San Berardo dei Marsi, legato pontificio della Campania. Dalla dura rappresaglia operata dal pontefice, che distrusse completamente Palestrina, la Rocca, ormai definita Rocca dei Colonna, venne risparmiata. Un altro personaggio illustre che fu rinchiuso nella Rocca fu Corradino di Svevia, dopo la sconfitta di Tagliacozzo contro gli Angiò. Le guerre tra i Colonna e la Chiesa ricominciarono sotto il pontificato di Bonifacio VIII (1294-1299), che dichiarò decaduta la nobile famiglia dai suoi possedimenti. I Colonna a loro volta dichiararono illegittima l'elezione del pontefice (successiva all'abdicazione di Celestino V) e lo accusarono di simonia, provocandone in tal modo la vendetta. Il Pontefice decretò la distruzione totale di tutti i loro feudi, a cominciare da Colonna e Zagarolo, che furono saccheggiate e rase al suolo senza pietà. Preneste, dopo vari tentativi di tregua, compresa la pubblica umiliazione a cui si sottoposero volontariamente i Colonna, non sfuggì alla stessa sorte e neppure la Rocca sul Monte che la sovrastava (1299). In essa fu rinchiuso Jacopone da Todi, che aveva parteggiato per i Colonna contro Bonifacio VIII e che vi rimase fino alla morte del pontefice. Fu con Papa Clemente V, nel 1306, che i Colonna rientrarono in possesso dei loro territori e Stefano Colonna ottenne di ricostruire Preneste. Tuttavia nel 1436 si riaccesero nuovi rancori e contrasti e Papa Adriano IV, per punirli della loro disubbidienza e per rientrare in possesso dei loro territori, incaricò il cardinale Vitelleschi di scacciarli da Preneste. Nel 1437 il Vitelleschi rase di nuovo al suolo la città, nonostante i Colonna si fossero dati alla fuga, per punire gli abitanti della loro fedeltà a quel casato. L'anno dopo toccò alla Rocca. Dieci anni dopo Lorenzo Colonna, pacificatosi con il papà Nicolò V, ebbe il consenso di ricostruire Preneste e alcune opere difensive. Nel 1482 anche la Rocca fu riedificata. La data è attestata da un'iscrizione posta sulla torretta del ponte di raccordo con il borgo. Tuttavia la sua funzione di fortificazione era definitivamente tramontata e l'abbandono in cui fu lasciata sia dagli stessi Colonna che, poi, dai Barberini, non ne arrestò il progressivo degrado.
La struttura dell'edificio è a pianta quadrata con torrioni angolari anch'essi quadrati, ben visibili ancora oggi; al centro è ancora un bastione cilindrico, utilizzato tradizionalmente come carcere. Alla Rocca si accede tramite un ponte levatoio con portale ad arco, che la collega al borgo adiacente.Recentemente la rocca è stata oggetto di importanti restauri che l'hanno riportata al suo antico splendore. Chi la visita rimane di sicuro positivamente impressionato dallo splendido panorama che si può ammirare dai suoi spalti.
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