GAVIGNANO (RM) - Castello Aldobrandini
Situato nel punto più alto della collina gavignanese, con ogni probabilità venne realizzato dai Conti di Segni, proprietari di vasti possedimenti territoriali. Uno dei loro discendenti, nato in questo stesso palazzo nel 1160, diventerà il celebre Pontefice Innocenzo III. Dopo la distruzione avvenuta nel 1495, il castello subì notevoli trasformazioni che hanno lasciato solo una minima traccia della struttura originaria. Una generale ristrutturazione dell’edificio fu avviata alla fine del XV secolo ad opera del nuovo feudatario, il Cardinale Pietro Aldobrandini. In particolare è da segnalare l’inversione della facciata principale, con l’ingresso del palazzo in posizione più elevata rispetto al livello della piazza. Superata definitivamente per l’avvento dell’artiglieria, la concezione del Castello come estremo baluardo di difesa e dimora protetta del signore, l’edificio venne dunque trasformato in palazzo baronale. Nel giardino interno al castello, sul quale si affacciava il primitivo ingresso, vi è tuttora una loggia del Banditore affiancata ad una finestra in pietra finemente lavorata risalente al ‘500. Nell’attuale ingresso, invece, si nota un portale in tufo intitolato al Cardinale Pietro Aldobrandini. Gli interventi più recenti vengono effettuati nel XX secolo con lo scopo di restituire al palazzo l’antico aspetto medievale: innalzamento della torretta e realizzazione della merlatura. Nel 1920, il Palazzo Baronale divenne la Casa-madre delle Pie Operaie e centro propulsore di molte attività. Nel 1990, dopo il suo abbandono da parte delle suore, il castello è rimasto disabitato e solo di recente è stato riutilizzato per lo svolgimento di alcune attività, quali: prove teatrali, congressi, prove musicali e altre manifestazioni socio-culturali. Dal Giugno 2007 quattro delle sue stanze ospitano il Museo della Civiltà Contadina.
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