OSILO (SS) - Castello Malaspina
Posto sulla sommità del "Monte Tuffudesu", a circa 650 m.s.l., a guardia del centro abitato che si estende ai piedi della rocca, venne edificato dalla potente famiglia dei Malaspina. Pur trovandosi in una importantissima posizione strategica, il castello non era di grandi dimensioni, racchiudendo una superficie interna di circa mille metri quadri. Articolato in una pianta ovale allungata, esso consta, oltre che della cinta muraria, di due torri, una circolare realizzata con conci di basalto scuro, e una quadrata fatta con blocchi di tufo. Da un disegno aragonese del 1358 risulta anche una terza torre, mai però accertata realmente. Circa la suddivisione degli ambienti interni non si può dire molto, vista la scarsità di resti; tuttavia si può immaginare che vi fossero alloggi per le truppe e per il castellano, così come depositi per viveri ed armi. Gli armati posti a difesa del castello pare dovessero essere mediamente una trentina. Originari della Lunigiana, i Malaspina giunsero per la prima volta in Sardegna in occasione della "crociata" bandita nel 1016, con l'appoggio dei Comuni di Pisa e di Genova, dal Pontefice Benedetto VIII, che aveva promesso grosse investiture a chi avesse contribuito a liberare la Sardegna dalla dominazione araba capitanata da Museto. In conseguenza del successo di questa spedizione i Malaspina ebbero in ricompensa, dalla Santa Sede, una serie di terre sulle quali fecero costruire fortificazioni: una di queste era il castello di Osilo, a guardia delle frontiere dell'Anglona, della Nurra e della Gallura. Il loro possesso del castello è comunque storicamente accertato, per la prima volta, nel 1272. Nel 1297 il Papa Bonifacio VIII concesse l'investitura della Sardegna al re aragonese Giacomo II, e i Malaspina avviarono intense trattative per raggiungere accordi con esso. Nel 1308 il castello di Osilo venne espugnato e incendiato dai sassaresi, ma un anno dopo esso tornò alla famiglia lunigiana, in seguito all'investitura del re d'Aragona, che i Malaspina avevano aiutato nella conquista della Sardegna. L'investitura venne confermata a più riprese, fino al 1324, quando, approffitando delle difficoltà degli Aragonesi, i Malaspina, alleati con altre forze isolane, diedero vita a una ribellione. Sconfitti, furono costretti a cedere il castello di Osilo a tale Gerardo Alòs, rappresentante regio. Il castello, seppure attraverso alterne vicende che portarono i Malaspina a rientrarne in possesso per brevi periodi, rimase in mano agli Aragonesi fino al 1365, anno in cui venne espugnato dal giudice Mariano d'Arborea. La rocca di Osilo fu ancora al centro di aspre contese, fin verso la metà del 1400, quando iniziò il suo lento declino.
Nel 1528 essa tornò, però, al centro di azioni militari, in seguito all'invasione dei francesi, e nel 1720 passò, con tutta la Sardegna, sotto Casa Savoia.
Il castello fece ancora parlare di se sul finire del XVIII, primi del XIX secolo, quando venne eletto a propria fortezza da uno dei contendenti in una sanguinosa guerra fra le famiglie dei Serra e dei Fadda. Assolta anche questa funzione, il castello venne definitivamente abbandonato, e andò in quasi totale rovina, finché nei primi anni '60 del '900 non subì un parziale restauro. L'escursione al maniero è sempre di grande suggestione, sia perché essa si compie attraverso le strette viuzze del centro storico di Osilo, ancora in acciottolato, talora con volte a botte; sia per il mistero dei luoghi; sia per la straordinaria vista su larga parte della Sardegna Nord-Occidentale, che dall'alto della sua sommità si gode.
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