MORI (TN) - Castel Albano
Senza la presenza di documenti storici risulterebbe difficoltoso interpretare come castello i ruderi delle sue mura che si confondono con quelli di contenimento sparsi nella campagna. Di epoca assai antica (forse recinto - rifugio usufruibile dal sottostante Borgo di Mori), Castel Albano rappresenta forse l’esempio più noto della fitta rete d’insediamenti fortificati risalenti all’epoca medioevale, presenti nel territorio del Comune di Mori. Esso appartenne ai Montalbano (XII secolo), ai Castelbarco, cui passò intorno al 1230 e rimase fino al 1439 circa, quando Guglielmo di Castelbarco, appartenente alla linea di Lizzana e successore di Ottone di Castelbarco - morto nel 1413 senza lasciare eredi diretti - si ribellò alla Serenissima, con cui invece Ottone aveva stretto in precedenza un patto di alleanza e di amicizia. Il castello di conseguenza fu preso, espugnato, saccheggiato e dato alle fiamme dai veneziani. Al momento non è possibile ricostruire l’aspetto originale del castello, visto che ancora non sono mai state condotte accurate ricerche archeologiche. Quello che è giunto fino ai nostri tempi sono alcuni inventari riguardanti il castello. Gli inventari avevano validità giuridica e pertanto la loro attendibilità è alta. Dal documento datato 16 agosto 1413 si evince che il castello, edificato in muratura con solai in legno e copertura in coppi, fosse composto da un edificio a due piani addossato alla torre principale. Al piano terreno si trovavano più stanze, tra cui una affrescata per i forestieri, una con caminetto, un magazzino,una dispensa, un forno, una cucina e una loggia che probabilmente si apriva sul cortile interno. Al di sopra vi erano le camere per il feudatario. Vi erano poi la cantina, la cantina inferiore, il torchio e una piccola mola a mano, ospitati in un unico locale. Il granaio, la fucina, il fienile e le stalle con il relativo letamaio sembrano collocati nel cortile interno. Per quanto riguarda le pertinenze del castello si sa che vi erano tre orti, un frutteto e alcune arnie per le api (nel medioevo l’unico dolcificante diffuso era il miele). Economicamente il castello di Albano appariva in discrete condizioni e abbastanza fornito, molto probabilmente era autosufficienza grazie anche alle attività piuttosto diversificate svolte al suo interno. La presenza di numerosi strumenti per muratore fanno supporre che vi fosse una discreta attività di manutenzione dell’edificio. Ulteriore danno all'edificio, una volta distrutto dalle truppe veneziane, si ebbe nel secolo successivo poichè parte dei suoi materiali venne impiegata sia per la costruzione delle case sottostanti sia per quella nel 1556 del Santuario adiacente.
3 commenti:
Il Castello divenne in seguito di proprietà della famiglia Fiumi di Castel Albano (Cavalieri dell'Impero Austroungarico con titolo conferito dall'Imperatore d'Austria)
Il castello divenne in seguito di proprietà della famiglia Fiumi di Castelalbano, Cavalieri dell'Impero Austroungarico con diploma dell'Imperatore d'Austria
grazie per l'aggiunta ;-)
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