martedì 30 novembre 2010

Il castello di martedì 30 novembre



CACCAMO (PA)- Castello Chiaramonte

Il castello di Caccamo, realizzato in pietra calcarea, sorge sulla sommità di una massiccia rupe e con il suo aspetto ricco di bastioni e merlature sembra quasi fungerne da corona. Le prime notizie che ne fanno riferimento risalgono al XIV secolo quando gli Angioini tentarono invano di espugnarlo. L'edificio, in seguito all'alternarsi nei secoli di diverse famiglie signorili, si presenta oggi come un insieme di corpi di fabbrica non omogenei. Ai Chiaramonte, nobile famiglia palermitana che per più di un secolo condizionò la storia della Sicilia medievale contrapponendosi al potere regio degli Aragonesi, e in particolare a Manfredi I, si deve lo sviluppo e il potenziamento del maniero tra il 1300 e il 1392. Purtroppo del periodo chiaramontano sono rimaste visibili pochissime tracce a causa dei continui rimaneggiamenti subiti nei secoli successivi. Manfredi I fortificò la struttura e fece erigere una nuova torre, chiamata Gibellina, solidificando la già esistente torre di Pizzarrone. In seguito il castello passò alla famiglia Prades-Cabrera che, temendo ritorsioni da parte della popolazione rimasta fortemente legata ai Chiaramonte, fortificò ulteriormente il castello con alcune torri scarpate nell'angolo a nord-est e fece realizzare un’ intera ala adibita al piano terra a scuderie e al primo piano a salone delle udienze, in seguito convertito in teatro di corte. Con la signoria degli Amato (1646-1813) il castello da edificio difensivo divenne palazzo baronale seppur arricchito dagli stessi da un'abbondanza di merli. In particolare la parte sud del castello venne arricchita di soffitti lignei dipinti, pareti decorate da fasce affrescate. Tra gli ambienti più caratteristici e rilevanti che troviamo all’ interno del Castello di Caccamo ricordiamo: la piccola chiesa di corte; le prigioni - vani dalle pareti umide e annerite, con incisi motti e improperi e figure varie esprimenti lo stato d'animo di chi si trovava lì in attesa di giudizio; il balcone detto della «bella vista» per il meraviglioso panorama che vi si può ammirare; il salone detto «della congiura», ove, secondo la tradizione, nel 1160 si riunirono i baroni del reame di Sicilia ribelli a re Guglielmo, capitanati dal signore di Caccamo Matteo Bonello. Suggestive le sue pareti dove sono appese diverse armi da guerra: elmi, scudi, pugnali, spade, scimitarre, frecce. Dal 1963 il castello è di proprietà della Regione Sicilia.

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