giovedì 2 giugno 2011

Il castello di giovedì 2 giugno



CALTANISSETTA – Castello di Pietrarossa

Sorge in prossimità della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, nei pressi dell'antico quartiere arabo della città, da cui domina, dall'alto del burrone sul quale si erge, tutta la vallata fino al fiume Salso. Sulle sue origini c’è incertezza. Secondo la versione più accreditata, sarebbe stato fondato dai bizantini tra il 750 e l’800, ma vi sono studiosi che ne attribuiscono la costruzione ai greci, altri ai saraceni, altri ai romani, altri ai pregreci e infine vi è anche un ipotesi di origine gotica. Ancora oggi, nonostante gli studi, le uniche notizie certe sul castello riguardano il periodo successivo all'insediamento del normanno Ruggero d’Altavilla, che conquistò Caltanissetta nel 1086. Nel 1282 il castello venne saccheggiato durante la guerra del Vespro e nello stesso anno Pietro d'Aragona nominò Bernardo de Sarrià castellano di Caltanissetta dopo la rimozione di Ruggiero Barresi. Fu durante il periodo aragonese che raggiunse il massimo prestigio, essendo stato scelto come sede di tre Parlamenti generali siciliani: nel 1295, quando vi si svolse il convegno dei baroni di Sicilia; nel 1361, quando Federico III vi si rifugiò per sfuggire alla morsa dei baroni siciliani; nel 1378, quando, alla morte di Federico III, vi si riunirono i quattro Vicari per spartirsi il governo dell’Isola. Nel 1407 il castello venne concesso in feudo da re Martino a Matteo II Moncada. Iniziò il suo periodo di decadenza in quanto, adibito ormai alle sole funzioni militari, fu ritenuto inadatto come residenza nobiliare. Sul finire del XV secolo i suoi sotterranei vennero impiegati come carceri. I Moncada tennero il castello fino alla soppressione del Feudalesimo. Nella notte del 27 Febbraio 1567, forse per una scossa di terremoto, il maniero crollò. Rimasero in piedi solo un muro diroccato, una torre di guardia in pietra viva, terrapieni, bastioni ed un ponte di comunicazione. Nel 1591 vennero iniziati dei lavori di manutenzione, ma questi finirono per trasformare il castello in una cava di pietra da costruzione. In seguito a questo progressivo smantellamento, nel 1600 fu trovato il cadavere di Adelasia, nipote di Ruggero d'Altavilla, cinta da una corona di rame che ne indicava il nome e la progenie. Nel corso del XVII secolo continuò la demolizione del castello, parzialmente crollato. La pietra venne utilizzata per le principali costruzioni dell'epoca. Il castello deve il suo nome al tipo di pietra usata per la costruzione, parte della quale è ancora visibile, riutilizzata, nella muratura dell'attiguo convento dei padri Riformati. Planimetricamente articolato su vari livelli, risultava costituito da 3 torri collegate da cortine murarie, delle quali oggi risultano visibili resti di quella alta circa 25 metri, e della torre di vedetta nord. In cima alla torre è posizionata una cisterna per liquidi rivestita con intonaco che ingloba frammenti ceramici di invetriate piombifere verdi a decorazione solcata e invetriate a decorazione dipinta, databili tra la fine del XII secolo ed i primi del XIII. Ai piedi della torre, nell'area dello sperone, lo scavo delle murature parzialmente interrate ha portato alla luce un ambiente la cui esatta consistenza non è individuabile a causa del crollo della parete ovest, dovuto all'utilizzo della rocca come cava da costruzione. Lo scavo in tale area ha consentito il rinvenimento di ceramica da fuoco che testimonia una fase abitativa del XIII secolo. Il panorama che si può ammirare da questo castello è davvero spettacolare anche se oggi il castello, di proprietà comunale, si trova in uno stato di totale abbandono.

Nessun commento: