FRASCAROLO (PV) - Castello Visconti
Frascarolo, per la sua vicinanza al Po (importantissimo confine naturale fra le terre lombarde e quelle piemontesi), aveva un interesse strategico rilevante. Ecco perchè fu teatro di numerose battaglie che durante quasi tutto il XIII secolo. Costruito nella metà del XIV sec., per volontà di Marco Visconti, nelle immediate vicinanze dei ruderi di due piccole fortezze, il castello venne incendiato nel 1404 da Facino Cane e irreparabilmente distrutto. Altra guerra di una certa importanza fu quella che intrapresero i duchi di Savoia per tentare di assoggettare tutta la Lomellina, ma alla fine essi dovettero sottostare ai voleri degli Sforza e il 30 agosto 1454 firmarono un trattato con il quale si impegnarono a desistere dalle loro mire e a riconoscere la supremazia dei Signori lombardi che durò fino al 1535.
Nel frattempo nel 1512 il castello fu riedificato nell'impianto attuale, su permesso accordato dal Duca Ludovico il Moro. Dopo la dominazione sforzesca, il paese passò di mano in mano tra le più importanti famiglie dell’epoca, e giunti alla metà dell’800, il castello e gli annessi possedimenti terrieri divennero proprietà della famiglia Vochieri cui rimase fino agli anni ’60 del XX secolo. L'aspetto attuale del maniero si deve al progetto dell'architetto Vendone di Vigevano, incaricato dei lavori nel 1882 da Giovanni Vochieri. L'originaria struttura prettamente militare del castello venne quindi radicalmente trasformata in una sorta di residenza signorile. Sostanzialmente il Vandone creò un complesso dall'elegante impatto scenografico e con un discreto gusto archittetonico. L'edificio è a pianta quadrata ai cui quattro angoli si innalzano altrettante torri cilindriche. Ammirando nella sua totalità la costruzione non si può fare a meno di notare gli evidenti rifacimenti ottocenteschi (anche nelle torri), soprattutto nelle parti superiori, sovrastanti le antiche strutture. L'edificio, in mattoni a vista, è una delle architetture più note della Lomellina. L'ingresso all'antico maniero è ricavato nel centro del fronte ovest, sovrastato da un massiccio torrione - in forma di rivellino - che supera di un piano l'altezza della cortina muraria. Un ponte in muratura - caratteristica comune alla maggior parte dei castelli lomellini - sostituisce l'antico ponte levatoio, le cui tracce (si vedano le sedi dei bolzoni) sono comunque ricostruite, e attraversa il fossato, trasformato in elegante giardino, conducendo a un semplice portale con arco a tutto sesto, vigilato da due leoni accucciati posti ai suoi lati; sopra l'arco sono visibili una targa marmorea e il biscione viconteo. L'edificio venne dichiarato monumento nazionale agli inizi del '900, e per merito dei Vochieri prima, e degli attuali proprietari ora - famiglia Danovi -, se ne può constatare la perfetta conservazione. Da un punto di vista architettonico la caratteristica più rilevante della costruzione è costituita dalla presenza di una serie ininterrotta di loggette poggianti su beccatelli tra i quali sono interposti balconcini su cui s'affacciano finestre - di cui alcune false, frescate sull'intonaco di fondo dei balconcini ciechi, chiusi nella parte alta da archivolti schiacciati - in linea con lo stile ottocentesco che domina l'opera di restauro. Il loggiato è uniformemente distribuito su tre lati dell'edificio; il lato posteriore, rivolto a oriente, in gran parte mancante in seguito alle antiche vicende belliche, è meno elaborato essendo il loggiato presente solo in una piccola porzione della parete che fa capo alla torre sud-est. Interessante è la triplice dentellatura dei torrioni. L'interno è completamente arredato. A fianco del castello sorge una chiesa che una volta era la Cappella del castello. Si dice che vi sia un tunnel nascosto che collegava le due costruzioni e che serviva come via di fuga in caso di attacchi o assedi (nel passato le chiese sono state spesso considerate dei porti franchi). Oggi il castello è anche sede del Museo del Contadino ed è visitabile nell'ala della rassegna. Per approfondire si può visitare il seguente sito web: http://www.museodelcontadino.it
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