SORIANO NEL CIMINO (VT) – Castello Orsini
La sua possente mole domina Soriano e il territorio circostante, quasi incombendo, con la sua ombra, sulle case strette e arroccate del vecchio borgo medievale. Papa Niccolò III Orsini, che aveva strappato il feudo di Soriano ai Guastapane accusati di eresia, intorno al 1279 lo fece costruire lì dove esisteva già un palazzo-torre alto circa 35 metri (che costituisce tuttora la parte più elevata del complesso architettonico) affiancandogli un massiccio cassero a forma di parallelepipedo, per quella che sarà la sua struttura più o meno definitiva. Il pontefice vi stabilì la propria dimora estiva, lo concesse in feudo al nipote, Orso Orsini, e vi morì improvvisamente nel 1280. La signoria degli Orsini si protrasse fino agli inizi del XV secolo quando papa Martino V diede il castello ai suoi familiari, i Colonna, e nel 1435 papa Eugenio IV affidò il feudo a Giovanni Vitelleschi. E’ a Soriano che ebbe fine la storia della potente famiglia dei prefetti Di Vico, guerrieri prepotenti e senza scrupoli, che da un piccolo castello in riva all’omonimo lago, arrivarono a diventare signori di Viterbo. Qui, nel 1433, il cardinale Vitelleschi fece decapitare Giacomo, l’ultimo rappresentante della famiglia che contasse qualcosa, preso prigioniero a Vetralla col favore di alcuni infiltrati. Con papa Nicolò V sia il castello che il feudo furono posti sotto il diretto controllo della chiesa e papa Innocenzo VIII diede in vicariato perpetuo la rocca a Rodrigo Borgia, detto il Valentino. Nel 1492 gli Orsini tornarono proprietari del vecchio maniero per poi cederlo ai della Rovere, ai Carafa, agli Altemps ed infine, dal 1715, agli Albani che lo tennero fino alla metà del XIX secolo. Alla morte del cardinale Giuseppe Clemente Albani la fortezza passò a Filippo Albani alla cui morte, nel 1852, il castello fu ceduto ai Chigi e da questi allo Stato della Chiesa. Nel corso del Novecento la struttura fu adibita a carcere (prima della Santa Sede e poi dal 1871 dello Stato Italiano), ruolo che ha mantenuto fino a pochi decenni fa e che ne ha compromesso e snaturato la funzione originaria. Nel 1989 venne definitivamente chiuso. L'intero complesso è sormontato da merli guelfi, poggianti su archetti pensili, a loro volta sostenuti da beccatelli, ed è circondato da un camminamento di ronda, delimitato da un massiccio bastione. Attraverso tale camminamento si giunge al cortile circondato da arcate a tutto sesto, aggiunte probabilmente nel corso del Quattrocento, che nascondono al loro interno una sala con pregevoli volte a crociera ed un pilastro di fattura gotica. Per mezzo di una scala seicentesca si giunge alla parte superiore, trasformata in piano nobile durante la signoria degli Albani, di cui si conservano pochi elementi decorativi, tra i quali residui di decorazioni ad affresco, probabilmente appartenuti alla cappella. All’interno del castello è conservato un prezioso altare in peperino, precedentemente collocato nella chiesa della SS. Trinità del Cimino. Nel Rinascimento la rocca sorianese fu sottoposta a varie aggiunte e modifiche. Il Castello Orsini, certamente uno degli esempi migliori tra i manieri medievali dell'intero Lazio, è giunto ai nostri giorni in buone condizioni ed è visitabile. Per approfondire si può visitare anche la seguente pagina: http://www.castellidelazio.com/castellodisorianonelcimino.htm
Nessun commento:
Posta un commento