sabato 2 settembre 2017

Il castello di domenica 3 settembre




GIARRATANA (RG) – Castello dei Settimo

Le origini di Giarratana sono antichissime. Il paese, prima del terremoto del 1693, si trovava in un sito diverso, chiamato ora Terravecchia. Nei suoi dintorni sono state scoperte delle stazioni preistoriche, come quella di Scalona, risalente al secondo millennio a.C. e Donna Scala, di un periodo piú recente. ln queste stazioni si ha già l'evidenza Storica che la zona è stata abitata da popoli antichi, sicuramente dei Siculi. L'abitato che ha dato i migliori risultati archeologici è quello di Monte Casale, nei pressi di Monte Lauro. Qualcuno vuole che sia Acrilla, altri Herbessus, ma piú probabilmente si tratta di Kasmenai, la mitica città fondata dai greco-siracusani, al limite dei loro domini, e che svolgeva per la sua eccezionale posizione un mirabile ruolo strategico-militare. Non si hanno documenti anteriori al periodo normanno, ma solo notizie della loro esistenza. Le prime notizie storiche di Giarratana, fanno supporre che sia appartenuta, assieme alla contea di Ragusa, a Goffredo, figlio del conte Ruggero. In questi anni iniziò la fortificazione del paese, con mura e un castello, anche se Giarratana solo agli inizi del XIII secolo fu inserito nell'elenco dei "castella di Sicilia". Nel periodo svevo Enrico IV, re di Sicilia, donò la cittá nel 1195 a Rinaldo Acquaviva, suo familiare. Sotto Manfredi ne era signore Gualtiero di Caltagirone, cui confermò il possesso Pietro I d'Aragona, dopo la cacciata dei Francesi. Il paese fu retto da importanti famiglie nel basso Medioevo; tra i più importanti feudatari ricordiamo Nicola Lancia, Nicola Alagna e Sancio Heredia. Il borgo prese parte ai Vespri Siciliani schierandosi contro gli Angioini che furono massacrati nel 1299 dagli Aragonesi dopo una battaglia, che diede il nome a una contrada: Porta dei Francesi. Nel 1308 il Vaticano citò il paese poiché la già antica Chiesa di San Bartolomeo, Patrono ab antiquo, contribuiva alla decima, una tassa medievale. Dopo il periodo chiaramontano la contea di Modica passò a Bernardo Cabrera, il quale aggiunse alla contea anche Giarratana ed altre cittá, costituendo per la prima volta l'intero territorio dell'attuale provincia. Ma Cabrera, dopo un periodo di disgrazia, per pagare i debiti, dovette vendere oltre ad altre città, anche Giarratana a Guglielmo e Niccolò Caseggia, ricomprata poi da Simonetto Settimo nel 1454. Questa famiglia, di origine pisana, possedette Giarratana per più di tre secoli. Nel paese furono costruite nuove chiese, che si aggiunsero a quelle già esistenti, per un totale di ben 12 chiese. Nel 1559 Carlo Settimo, per essersi distinto nella lotta contro i turchi, ottenne l'elevazione del feudo da baronia a marchesato. L'importanza di Giarratana crebbe notevolmente con la signoria dei Settimo, tanto che papa Alessandro VII nel 1600 vendette il corpo della santa ai signori di Giarratana; il corpo di Santa Ilaria fu in verità acquistato a Roma dal sacerdote Antonio Distefano. La reliquia oggi è custodita nella secolare chiesa di San Bartolomeo. Per quanto concerne l'acquisto del corpo di Santa Ilaria cf. "Documenti per la storia della chiesa di S. Bartolomeo apostolo di Giarratana nel '600" Ragusa 2010, pag. 14; il sacerdote Antonino Distefano, come attestano alcuni documenti esaminati nell'opera citata (pag. 43, 57) acquistò "suo munere" (prima del 1667) il corpo della martire da papa Alessandro VII (Fabio Ghigi). Nel 1686 fu castellano di Giarratana don Giuseppe Distefano, nobile dei baroni di Cutolia. Nel 1644 la Madonna della Neve venne proclamata, per ordina regio, Patrona della città. L'antica Cerretanum con il terremoto dell'11 gennaio del 1693 ebbe 541 morti e l'abitato fu "demolitum totum". Fu allora deciso di ricostruire la nuova Giarratana su un colle vicino detto Poju di li ddisi, dove attualmente si trova, piú esposta al sole e in posizione più felice. In cima a tale colle i Settimo posero la prima pietra del loro palazzo baronale il 24 marzo 1703. Dopo un decennio dal terrificante sisma, Don Girolamo Settimo Calvello, volendo fare un regalo al figlio Traiano, fece costruire questo grande palazzo che, pur essendo rimasto incompleto, si presentava come una vera e propria fortezza, dalle strutture colossali molto simili a quelle della Chiesa Madre. All’interno dell’edificio piccole stanze si alternavano a splendidi saloni adornati da pitture ed affreschi con scene di costumi familiari, scene di battaglie, di caccia e paesaggi di campagna. Secondo la tradizione il castello era dotato di prigioni. Le scuderie dovevano trovarsi nella parte posteriore del palazzo. Lo storico Vito Amico, nel suo Dizionario Topografico della Sicilia a pag. 503, vol. I, edito a Palermo nel 1855, così scrisse: “nel novello paese, primo ed ammirabile il palazzo baronale di non poca eleganza e grandezza”; passato al rango di castello, diviene roccaforte dei Principi di Fitalia. Antonio dell'Agli, storiografo locale, nel 1886, nel suo volume Ricerche storiche di Giarratana a pag. 166 paragrafo 3, così scriveva: “ne è inferiore per ispesa e senso artistico l'incompleto Castello, oggi in parte diruto per economica speculazione dei censualisti del Settimo. è un fabbricato colossale, fra le cui macerie osservansi tuttavia delle colonne, dei grandi vestiboli, qualche balcone tracciato alla romana e delle muraglie coperte di nero e verde muschio. è bella anche la sua posizione, per la quale i quattro venti principali si frangono alle quattro cantonate, poste in direzione del Greco, dello Scirocco, del Libeccio e del Maestro. ...». In questo castello dimorarono, ma sempre saltuariamente, i marchesi Traiano, Ruggero, Girolamo e Pietro. Alla morte di quest’ultimo, nel 1865, la corte Marchionale si stabilì a Palermo. Di conseguenza il castello fu abbandonato e cominciò lentamente a decadere. Nel dopoguerra le sue strutture furono oggetto di riutilizzo nella costruzione di nuovi edifici, o nel restauro di altri danneggiati. Oggi di quella grande costruzione di non poca eleganza non è rimasto che un ammasso di macerie. Come ogni castello signorile, anche quello di Giarratana ha le sue leggende. Si racconta che i Settimo Calvello, prima di partire definitivamente per Palermo, abbiano nascosto all’interno di una grotta vicino al castello un immenso tesoro costituito da armature e forzieri pieni d’oro. Questa leggenda, che ci fa capire quanto fossero ricchi i Settimo, ha alimentato nel corso del tempo la fantasia dei giarratanesi, che si sono cimentati nella ricerca del tesoro. Oggi i luoghi del castello sono diventati lo scenario del suggestivo presepe vivente che viene allestito ogni Natale. Link suggeriti: https://www.foap.com/photos/arco-castello-dei-settimo-dettaglio-arco-castello-dei-settimo-a-giarratana-354158b3-c77f-4871-9f73-f993ffd7e4bd (con alcune foto).   
Fonti: http://sicilyweb.com/giarratana/, https://it.wikipedia.org/wiki/Giarratana, http://www.virtualsicily.it/Monumento-Castello%20dei%20Settimo%20Calvello-Giarratana-RG-1051
Foto: la prima è di gianlucaeffe su https://www.panoramio.com/photo/114260562, la seconda è presa da http://www.virtualsicily.it/public/luoghi/tgiarratana/settimo.png

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