PERUGIA - Castello di Civitella d'Arna
La città, un tempo importante, vanta origine umbre anche se gli Etruschi
furono i principali artefici del suo sviluppo, nel IV secolo a.C. Il nome
originale
Arna, in etrusco, significa "corrente del fiume",
dovuto probabilmente al fatto che la città sorgeva tra due grandi corsi
d'acqua, il Tevere ed il Chiascio (un piccolo torrente present a tutt'oggi è
chiamato Rio d'Arno). Arna si sviluppò anche durante il periodo romano, tanto
che intorno al VI secolo era sede vescovile. Il suo declino cominciò con le
devastazioni portate dal passaggio delle orde barbariche di Totila e terminò
con le lotte secolari fra Bizantini e Longobardi. Il massimo sviluppo
urbanistico di Arna dovette attuarsi nei primi secoli dell’età imperiale sulla
sommità del colle di Civitella, dove poi si insediò il castello, e sui ripiani
orientali e meridionali. Le notizie storiche scarseggiano dopo il VI sec. d.C.,
la sua decadenza e scomparsa si possono far risalire al suo coinvolgimento
nella guerra Gotica; trovandosi Arna nella scomoda posizione tra il Ducato
Bizantino di Perugia e il Gastaldato longobardo di Assisi, infatti fu occupato
da Teodorico il Grande (454 ca-526); e nel 726 venne distrutta da Liutprando (+
744), re dei Longobardi, durante la campagna per la conquista dell’Esarcato. Nel 1059 papa Niccolò II (1058-61) donò a Bonizone, abate di San Pietro in
Perugia, per la sua
fidelitas i beni che la Chiesa Romana possedeva
nel territorio, tra cui Civitella d’Arna e Pilonico Paterno. Nel 1209 fu
assegnato in pegno ad Assisi per la pace stipulata tra il podestà perugino
Pandolfo di Figura e il console Marangone. Ritornato sotto Perugia e aggregato
al contado di porta Sole, nel 1282 era già classificato come
castrum
con ben 71 focolari (pari a circa 355 persone). Negli
Annali Decemvirali del 1380 e nella coeva Rassegna di castelli e
ville del Rione di Porta Sole compare con il toponimo “
Villa Civitelle
Arnis“, e come “
Castrum Civitelle Arni“, a proposito di una
visita pastorale di Giuliano Della Rovere nel 1571, alla cappella di S.
Germano, presso il castello di Civitella. Nel 1381 fu conquistato dai
fuoriusciti perugini, ma l’anno successivo ripreso con l’aiuto delle milizie
assisane. Nel 1394 Barzo di Angelello di Nino Barzi, cittadino perugino,
vendette alla città di Perugia la rata della Rocca di “
Castel d’Arno”
che era stata occupata alcuni mesi prima da Francesco Barzi. Nel 1494 fu
assalito e depredato da Jacopo e Alessandro Fiumi di Assisi con la conseguente
ritorsione da parte dei Baglioni di Perugia. Il 2 gennaio 1522 si radunarono
nelle vicinanze del castello le milizie (circa 3500 uomini) di Malatesta IV e
Orazio II Baglioni, figli di Giampaolo, intenzionati a riprendere il controllo
di Perugia. A Civitella cominciarono le trattative con lo zio Gentile Baglioni
(+ 1527) affinché la vicenda si risolvesse senza spargimento di sangue:
nonostante la mediazione di Mario Orsini tutti i tentativi fallirono. Il 4
gennaio Perugia venne assalita, senza esito. La veemenza, il perpetuarsi degli
attacchi e la paura di una sollevazione popolare indussero, però, Gentile e i
suoi familiari a fuggire a Città di Castello ospitati da Vitello Vitelli (+
1528) e da sua moglie Angela Rossi. Nel secolo XVII il castello fu per un lungo
periodo il covo del bandito perugino Francesco II Alfani, morto a Cortona nel
gennaio 1635 all’età di 72 anni. Da Civitella controllava il passaggio
obbligato della strada Gualdo Tadino-Perugia commettendo delitti e rapine ai
danni degli incauti viaggiatori: a lui vennero, infatti, attribuiti circa 78
omicidi. Imprigionato nella fortezza di Perugia e confortato dalla compagnia di
Stratonica, figlia del carceriere, evase poco dopo e si rifugiò a Monte Santa
Maria. Gli Alfani già dal 1441 possedevano estese tenute intorno a Civitella
(oltre 80 ha) con Alfano, discendente del famoso giurista Bartolo da
Sassoferrato. Nel secolo XVIII Civitella d’Arpa divenne residenza degli Azzi di
Arezzo iscritti ai nobili collegi del Cambio e della Mercanzia. Nei primi anni
dell’800 Ugo Maria degli Azzi, erudito di storia e filosofia, sposò una
Vitelleschi e aggiunse al suo casato il cognome. Dagli Azzi Vitelleschi nel
1912 la proprietà passò a Francesco Paolo Spinola e nel 1955 all’ingegner
Ubaldo Baldelli. Il castello (XIII secolo) è costruito su fondamenta di antiche
cisterne romane, i cui resti sotterranei sono osservabili tuttora. Rimaneggiato
più volte per ospitare i signori locali (i Sozi, i Degli Azzi Vitelleschi, gli
Spinola, fino agli attuali proprietari, i Baldelli), conserva il bastione di
ingresso e un bell'arco del XIV secolo. Un alto mastio guelfo con beccatelli
spicca all’interno del castello, racchiuso da possenti mura dentro le quali
sono stati ricavati nuclei abitativi. In buono stato anche due torri quadrate
angolari, una delle quali funge da ingresso principale.
Tratti di mura
etrusco-romane sono ancor oggi individuabili nelle mura esterne. Altri link
suggeriti: http://www.fotodiaries.com/italia/civitella-darna-e-il-dialetto-perugino/,
https://www.youtube.com/watch?v=DYucB7k6-Sw (video di Mister Jack rosi).
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Civitella_d%27Arna, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-civitella-darna-civitella-darna-pg/,
Foto: la prima è del mio amico Claudio
Vagaggini, scattata ieri 14 settembre sul posto, mentre la
seconda è presa da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-civitella-darna-civitella-darna-pg/
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