lunedì 11 settembre 2017

Il castello di lunedì 11 settembre






STINTINO (SS) - Torre di Cala d'Arena e Torre Oliva

La torre venne eretta a partire dal 1610 e prende il nome Cala d’Arena dall’omonima spiaggia ai suoi piedi. Le torri erette sull’isola svolgevano generalmente le loro primarie funzioni di sorveglianza e protezione delle flotte navali che trasportavano le merci care alla corona spagnola tra Italia, Francia e Spagna, con particolare riferimento al pescato del tonno e del corallo, oltre a trovare riparo sicuro dalle imbarcazioni barbaresche. Durante la realizzazione della torre, nel 1611, gli operai furono costretti a fuggire dal cantiere con mezzi di fortuna e infatti, proprio a causa di tali frequenti incursioni, si rese necessario, su richiesta dell’impresa costruttrice, presidiare il cantiere con un’apposita guarnigione. Nel 1637, a seguito dell’assalto delle galere di Biserta, la torre venne praticamente distrutta e abbandonata fino al 1678, anno in cui la città di Sassari chiese alla reale amministrazione delle torri della corona spagnola la riparazione della torre di Cala d’Arena e di dotarla di adeguati armamenti e soldati. La richiesta restò inascoltata fino a tutto il 1767, anno in cui venne redatto un progetto di ristrutturazione che rimase anch’esso solo sulla carta. La Torre di Cala d’Arena è di tipo classico, a forma troncoconica, con diametro alla base di circa 12 metri ed ingresso a circa 4,5 m dal suolo attraverso il boccaporto che conduce all’unico vano interno. Sulla piazza d’armi ancora sono riconoscibili gli alloggiamenti per i cannoni. Trovandosi all’interno del Parco Nazionale dell’Asinara, il transito carrabile è possibile con i mezzi pubblici e con i mezzi autorizzati dal Parco Nazionale, oltre che a piedi e con le biciclette. Lasciata l’auto ai porti turistici di Stintino o di Porto Torres, ci si imbarca nei traghetti che sbarcano rispettivamente ai moli di Fornelli e Cala Reale, dai quali si possono prendere i mezzi autorizzati dal parco i quali consentono di attraversare tutta l’isola per giungere fino al borgo di Cala d’Oliva. Oltre Cala d’Oliva, si può raggiungere l’estremità nord dell’isola esclusivamente con i mezzi fuoristrada, trovando la torre sulla destra a pochi metri dalla strada accidentata a circa 15 metri sul livello del mare.
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Come altre torri costiere anche quella di Cala d’Oliva mutua la sua denominazione dal nome del sito in cui venne eretta. Nel 1556, probabilmente, esisteva già una fortificazione quando si rese necessario dotare la struttura di armi da fuoco. La torre di Cala d’Oliva, nella sua conformazione attuale, venne costruita nel 1611 su un progetto del capitano ordinario delle Opere del Regno di Sardegna, Andrea Perez. La sua posizione le permetteva il controllo di una spiaggia frequentata dai barbareschi per la manutenzione delle loro barche. In seguito alla realizzazione della torre l’approdo non risultò più apprezzabile per intrattenersi indisturbati. La vista che si domina dalla torre permetteva agli addetti di comunicare con i responsabili presenti nella torre di Porto Torres. La torre si trova a circa 20 metri sul livello del mare, sul lato nord orientale dell’isola dell’Asinara. Dopo le incursioni del 1637 in cui furono tante le torri a subire pesanti attacchi da parte dei corsari di Biserta, la torre subì importanti interventi di ammodernamento. Altri lavori di manutenzione più o meno importanti nel 1720, 1766, 1778, 1786, 1834 e nel 1840. La torre nel 1729 risultava presidiata da un comandante, un artigliere e tre soldati e risulta presidiata fino al 1843. Essendo una torre de armas di dimensioni medie per la sua categoria, ha forma tronco-conica, con ingresso a circa 5 m da terra ed un altezza totale di circa 11 m ed un diametro di base di circa 11 metri. Internamente la torre è composta da un unico vano circolare di diametro interno di 3,5 m con una cisterna interna al basamento. Una scala conduce alla piazza d’armi caratterizzata dagli alloggiamenti dei cannoni ancora riconoscibili. Trovandosi all’interno del Parco Nazionale dell’Asinara il transito carrabile è possibile con i mezzi pubblici e con i mezzi autorizzati dal Parco Nazionale, oltre che a piedi e con le biciclette. Lasciata l’auto ai porti turistici di Stintino o di Porto Torres ci si imbarca nei traghetti che sbarcano rispettivamente ai moli di Fornelli e Cala Reale dai quali si possono prendere i mezzi autorizzati dal parco i quali consentono di attraversare tutta l’isola per giungere fino al borgo di Cala d’Oliva. Pochi tornanti prima del borgo, si giunge ai piedi della collina su cui si erge la torre a circa 20 metri sul livello del mare. Intorno alla prima metà del XVIII secolo la torre di Cala d’Oliva fu al centro di un fatto gravissimo: l’alcaide con alcuni suoi complici salirono furtivamente a bordo di un bastimento francese e dopo aver trucidato quasi tutto l’equipaggio (era scampato all’eccidio un certo Mayolo che si era salvato a nuoto) si impadronirono della nave per poi fuggire verso la Corsica. Il fatto in sè suggerisce, forse, l’esistenza di una sorta di complicità dei torrieri con i contrabbandieri. Questa complicità indusse, nell’ottobre del 1755, il vicerè a proporre un servizio di almeno 4 sciabecchi guardacoste che avrebbero garantito non solo la difesa dei litorali ma anche controllato l’attività dei torrieri. Il cannone (oggi posizionato d'innanzi alla torre aragonese di Cala d'Oliva) non faceva parte del sistema difensivo del borgo omonimo. Il pezzo di artiglieria era stato spostato, alla fine degli anni 40 del secolo scorso dal molo di Fornelli (sotto gli alberi di tamerici), nei pressi della struttura dove si trovava il sanatorio nota oggi come "supercarcere di Fornelli". Si presume che tale cannone fosse destinato alla fortezza del "Castellazzo" oppure fosse una preda di guerra che doveva essere portata via dall'isola. La ditta Mazzei di Livorno che aveva l'incarico di raccogliere il ferrovecchio presente nell'isola, tentò di portarsi via il cannone imbarcandolo dal molo di Cala Reale ma il giovane Gianfranco Massidda residente nel borgo di Cala d'Oliva denunciò il fatto all’allora direttore del carcere Fadda, che provvedete immediatamente al suo trasferimento nel borgo di Cala d'Oliva. Alla fine degli anni 60 fu il brigadiere Agnelli (il realizzatore di tutti i più importanti invasi presenti sull'isola) a far si che il cannone fosse posizionato d'innanzi alla torre di Cala d'Oliva così da abbellire il tratto di strada che va dal borgo a "Cala Murighessa" (nota erroneamente come "Cala dei Detenuti"): infatti in quel periodo, gli abitanti del borgo, in quel tratto di strada illuminata con i pali della luce,  erano soliti fare delle passeggiate.

Altri link suggeriti: http://wikimapia.org/7166651/it/Torre-di-Cala-d-Oliva, https://it.wikipedia.org/wiki/Cala_d%27Oliva

Fonti: http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=189743&v=2&c=9448&idsito=23, http://www.sognasinara.it/asinara-tra-storia-e-natura/difese-costiere/torre-di-cala-d-oliva.html, http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=189744&v=2&c=9448&idsito=23

Foto: la prima, relativa alla torre di Cala d'Arena, è presa da http://www.maredisardegna.net/images/spiagge/18/221/Torre_Cala_Arena.jpg; la seconda, relativa a , è presa da http://www.visiteasinara.com/images/Torre_Oliva_2.jpg

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