STINTINO (SS) - Torre di Cala d'Arena e Torre Oliva
La torre venne eretta a partire
dal 1610 e prende il nome Cala d’Arena dall’omonima spiaggia ai suoi piedi. Le
torri erette sull’isola svolgevano generalmente le loro primarie funzioni di
sorveglianza e protezione delle flotte navali che trasportavano le merci care
alla corona spagnola tra Italia, Francia e Spagna, con particolare riferimento
al pescato del tonno e del corallo, oltre a trovare riparo sicuro dalle
imbarcazioni barbaresche. Durante la realizzazione della torre, nel 1611, gli operai
furono costretti a fuggire dal cantiere con mezzi di fortuna e infatti, proprio
a causa di tali frequenti incursioni, si rese necessario, su richiesta
dell’impresa costruttrice, presidiare il cantiere con un’apposita guarnigione.
Nel 1637, a seguito dell’assalto delle galere di Biserta, la torre venne
praticamente distrutta e abbandonata fino al 1678, anno in cui la città di
Sassari chiese alla reale amministrazione delle torri della corona spagnola la
riparazione della torre di Cala d’Arena e di dotarla di adeguati armamenti e
soldati. La richiesta restò inascoltata fino a tutto il 1767, anno in cui venne
redatto un progetto di ristrutturazione che rimase anch’esso solo sulla carta. La
Torre di Cala d’Arena è di tipo classico, a forma troncoconica, con diametro
alla base di circa 12 metri ed ingresso a circa 4,5 m dal suolo attraverso il
boccaporto che conduce all’unico vano interno. Sulla piazza d’armi ancora sono
riconoscibili gli alloggiamenti per i cannoni. Trovandosi all’interno del Parco
Nazionale dell’Asinara, il transito carrabile è possibile con i mezzi pubblici
e con i mezzi autorizzati dal Parco Nazionale, oltre che a piedi e con le
biciclette. Lasciata l’auto ai porti turistici di Stintino o di Porto Torres,
ci si imbarca nei traghetti che sbarcano rispettivamente ai moli di Fornelli e
Cala Reale, dai quali si possono prendere i mezzi autorizzati dal parco i quali
consentono di attraversare tutta l’isola per giungere fino al borgo di Cala
d’Oliva. Oltre Cala d’Oliva, si può raggiungere l’estremità nord dell’isola
esclusivamente con i mezzi fuoristrada, trovando la torre sulla destra a pochi
metri dalla strada accidentata a circa 15 metri sul livello del mare.
----------------------------------------
Come altre torri costiere anche
quella di Cala d’Oliva mutua la sua denominazione dal nome del sito in cui
venne eretta. Nel 1556, probabilmente, esisteva già una fortificazione quando
si rese necessario dotare la struttura di armi da fuoco. La torre di Cala
d’Oliva, nella sua conformazione attuale, venne costruita nel 1611 su un
progetto del capitano ordinario delle Opere del Regno di Sardegna, Andrea
Perez. La sua posizione le permetteva il controllo di una spiaggia frequentata
dai barbareschi per la manutenzione delle loro barche. In seguito alla
realizzazione della torre l’approdo non risultò più apprezzabile per
intrattenersi indisturbati. La vista che si domina dalla torre permetteva agli
addetti di comunicare con i responsabili presenti nella torre di Porto Torres. La
torre si trova a circa 20 metri sul livello del mare, sul lato nord orientale
dell’isola dell’Asinara. Dopo le incursioni del 1637 in cui furono tante le
torri a subire pesanti attacchi da parte dei corsari di Biserta, la torre subì
importanti interventi di ammodernamento. Altri lavori di manutenzione più o
meno importanti nel 1720, 1766, 1778, 1786, 1834 e nel 1840. La torre nel 1729 risultava
presidiata da un comandante, un artigliere e tre soldati e risulta presidiata
fino al 1843. Essendo una torre de armas di dimensioni medie per la sua
categoria, ha forma tronco-conica, con ingresso a circa 5 m da terra ed un
altezza totale di circa 11 m ed un diametro di base di circa 11 metri.
Internamente la torre è composta da un unico vano circolare di diametro interno
di 3,5 m con una cisterna interna al basamento. Una scala conduce alla piazza
d’armi caratterizzata dagli alloggiamenti dei cannoni ancora riconoscibili. Trovandosi
all’interno del Parco Nazionale dell’Asinara il transito carrabile è possibile
con i mezzi pubblici e con i mezzi autorizzati dal Parco Nazionale, oltre che a
piedi e con le biciclette. Lasciata l’auto ai porti turistici di Stintino o di
Porto Torres ci si imbarca nei traghetti che sbarcano rispettivamente ai moli
di Fornelli e Cala Reale dai quali si possono prendere i mezzi autorizzati dal
parco i quali consentono di attraversare tutta l’isola per giungere fino al borgo
di Cala d’Oliva. Pochi tornanti prima del borgo, si giunge ai piedi della
collina su cui si erge la torre a circa 20 metri sul livello del mare. Intorno
alla prima metà del XVIII secolo la torre di Cala d’Oliva fu al centro di un
fatto gravissimo: l’alcaide con alcuni suoi complici salirono furtivamente a
bordo di un bastimento francese e dopo aver trucidato quasi tutto l’equipaggio
(era scampato all’eccidio un certo Mayolo che si era salvato a nuoto) si
impadronirono della nave per poi fuggire verso la Corsica. Il fatto in sè suggerisce,
forse, l’esistenza di una sorta di complicità dei torrieri con i
contrabbandieri. Questa complicità indusse, nell’ottobre del 1755, il vicerè a
proporre un servizio di almeno 4 sciabecchi guardacoste che avrebbero garantito
non solo la difesa dei litorali ma anche controllato l’attività dei torrieri. Il
cannone (oggi posizionato d'innanzi alla torre aragonese di Cala d'Oliva) non
faceva parte del sistema difensivo del borgo omonimo. Il pezzo di artiglieria
era stato spostato, alla fine degli anni 40 del secolo scorso dal molo di
Fornelli (sotto gli alberi di tamerici), nei pressi della struttura dove si
trovava il sanatorio nota oggi come "supercarcere di Fornelli". Si
presume che tale cannone fosse destinato alla fortezza del "Castellazzo"
oppure fosse una preda di guerra che doveva essere portata via dall'isola. La
ditta Mazzei di Livorno che aveva l'incarico di raccogliere il ferrovecchio
presente nell'isola, tentò di portarsi via il cannone imbarcandolo dal molo di
Cala Reale ma il giovane Gianfranco Massidda residente nel borgo di Cala
d'Oliva denunciò il fatto all’allora direttore del carcere Fadda, che
provvedete immediatamente al suo trasferimento nel borgo di Cala d'Oliva. Alla
fine degli anni 60 fu il brigadiere Agnelli (il realizzatore di tutti i più
importanti invasi presenti sull'isola) a far si che il cannone fosse
posizionato d'innanzi alla torre di Cala d'Oliva così da abbellire il tratto di
strada che va dal borgo a "Cala Murighessa" (nota erroneamente come "Cala
dei Detenuti"): infatti in quel periodo, gli abitanti del borgo, in quel
tratto di strada illuminata con i pali della luce, erano soliti fare
delle passeggiate.
Altri link suggeriti: http://wikimapia.org/7166651/it/Torre-di-Cala-d-Oliva,
https://it.wikipedia.org/wiki/Cala_d%27Oliva
Fonti: http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=189743&v=2&c=9448&idsito=23,
http://www.sognasinara.it/asinara-tra-storia-e-natura/difese-costiere/torre-di-cala-d-oliva.html,
http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=189744&v=2&c=9448&idsito=23
Foto: la prima, relativa alla torre di Cala d'Arena, è presa
da http://www.maredisardegna.net/images/spiagge/18/221/Torre_Cala_Arena.jpg; la
seconda, relativa a , è presa da http://www.visiteasinara.com/images/Torre_Oliva_2.jpg
Nessun commento:
Posta un commento