martedì 5 settembre 2017

Il castello di martedì 5 settembre





COSSIGNANO (AP) - Borgo fortificato

Cossignano è un piccolo centro di poco più di 1000 abitanti, il cui territorio (poco più di 15 kmq) occupa l’area collinare della dorsale fra le sorgenti del torrente Menocchia e del fiume Tesino. Il centro storico, a pianta ovoidale regolare di m 180×90, è nettamente delimitato dalla cinta muraria (le cui parti più antiche risalgono alla fine del XIII secolo) e sorge, alla quota di 400 m s.l.m., su una collina che domina i colli circostanti, in prossimità dell’incrocio fra la strada provinciale Cuprense e la c.d. Mezzina (che da Ascoli conduce a Fermo). Fra le caratteristiche più notevoli del territorio possono annoverarsi sicuramente i “calanchi” (affioramenti più o meno recenti degli strati di loess argilloso, modellati dagli agenti atmosferici). Nell'età cristiana e medievale la storia di Cossignano si legò a quella dello Stato Pontificio, poiché il paese entrò stabilmente in questo stato e fu sempre di parte guelfa. Cossignano deve a papa Niccolò IV, il papa ascolano, un primo riconoscimento di autonomia nel 1291. Nonostante da questa data Cossignano era di fatto autonomo la fondazione si fa risalire al 1303 quando papa Bonifacio VIII concesse la Coelestis Paterfamilias. Le ipotesi su perché proprio il 1303 sono: la prima perché ricorreva il millenario del martirio di San Giorgio, la seconda perché in questo anno Cossignano aveva ottenuto fondi sufficienti per costruirsi un comune e una campana. Probabilmente sono vere entrambe. Durante il Medioevo Cossignano adottò una politica difensiva, l'unica possibile poiché non contava più di mille abitanti già allora e aveva un castello in una buona posizione. Per far fronte al bisogno di uomini Cossignano chiedeva soprattutto aiuti ad Ascoli e allo Stato Pontificio. Questo gli provocò l'ostilità di Fermo che era interessata a Cossignano per controllare meglio le mosse della sua eterna rivale Ascoli, e dei paesi che diventavano ghibellini. Nel 1229 il duca di Spoleto Rainaldo concesse Cossignano, con facoltà di demolirla, alla vicina Ripatransone, in ricompensa per aver respinto un assedio di parte guelfa; ma la pace tra Federico II e Gregorio IX salvò il castello dalla distruzione. Nel 1377, il più spavaldo, valoroso ma crudele dei signori ghibellini, Boffo da Massa, con l’aiuto di Rinaldo da Monteverde e degli ascolani si impadronì di Cossignano e di Castignano; minacciò Carassai, castello del fermano già possesso dei suoi avi. Esiliati gli avversari, sempre nello stesso anno realizzò una piccola signoria al confine tra gli stati di Fermo e di Ascoli Piceno costituita da Carassai, Castignano, Cossignano e Porchia. Ebbe pure mire su Santa Vittoria in Matenano. Nel 1380 Antonio di Acquaviva della famiglia dei duchi di Atri, fece prigioniero Guarniero, figlio di Boffo e lo rinchiuse nel carcere di Santa Vittoria. Lo tenne in ostaggio a lungo e minacciò di ucciderlo se il padre non gli avesse consegnato i castelli di Porchia e Cossignano. Il 4 settembre 1387 Boffo da Massa venne ucciso a Carassai. Cossignano, il giorno dopo la morte del Tiranno (e Porchia il giorno susseguente) si confederò con Fermo. Passarono solo 6 mesi e Cossignano, il 7 Maggio 1388 si ribellò e discacciò i Podestà ed i soldati Fermani. Nel 1396, Andrea Tomacelli, il governatore della Marca, decise di risiedere per un breve periodo a Cossignano che divenne il capoluogo della regione da lui governata. Nel 1581 venne redatto lo statuto del Comune di Cossignano. Oggi questo documento è conservato presso l'Archivio di stato a Roma e nella British Library di Londra. All'indomani della nascita del Regno d'Italia gli intellettuali cossignanesi difesero e mantennero l'autonomia del comune, messa in discussione per via delle esigue dimensioni di Cossignano. Il centro storico, che presenta la consueta architettura in laterizio degli incasati marchigiani, racchiude nel suo breve perimetro alcuni edifici di qualche interesse, che qui di seguito si elencano: la Chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta, la Casa all’attuale nr. 61 di via Donna Orgilla, la Porta di Levante (detta anche “porta del Burgo” o “di S.Giorgio”), la Chiesa dell’Annunziata (già chiesa di S. Paolo) e il Palazzo comunale. Di qualche interesse è la torre campanaria, ora incorporata nel palazzo, che reca un’iscrizione con la data 1586, l’anno in cui per volontà di Sisto V fu costituito il Presidato, con capoluogo a Montalto, includente anche Cossignano. Recenti lavori di restauro hanno reso praticabile la via di accesso alla cella campanaria, dalla quale si domina sul vastissimo panorama dei colli circostanti e dove si può ammirare l’antica campana tubolare fusa nel 1303 (ossia, secondo un’ipotesi erudita, nella ricorrenza del millenario del martirio del patrono S. Giorgio), decorata sul collo dallo stemma del Comune [contornato dalla scritta s(igillum) communis Coseniani] e da un’iscrizione in caratteri gotici recante la data MCCCIII e le iniziali dell’Ave Maria e del motto derivato derivato dall’epitafio di S.Agata: M(entem) T(uam) S(anctam) S(pontaneam) H(onorem) D(eo) E(t) P(atriae) L(iberationem). La Porta di Levante è il resto meglio conservato dell’antica cinta muraria del castello (è assai diffusa l’iconografia del santo guerriero a decorazione di porte urbiche (Schwabthor di Freiburg im Breisgau; Porte di S. Giorgio in Firenze e in Verona etc.). La porta (che è l’unica porta castellana attualmente residua) si presenta come una torre portaia a pianta quadrangolare attrezzata per la difesa piombante e ficcante, con le caditoie aperte tra i beccatelli che sostengono, su archetti a sesto lievemente ribassato, lo sporto anticamente fornito di merli guelfi (cioè parallelepipedi). La Porta di Levante, attraversata da via Cimicone, è costitutita da un arco a sesto acuto la cui armilla è decorata da una sobria modanatura. Le caratteristiche architettoniche indicano come epoca di costruzione la prima metà del XIV secolo, e tale ipotesi è rafforzata dalla circostanza che la sistematica fortificazione del paese, così come la fusione della campana della torre civica (datata 1303) sembrano inequivocabilmente ricollegarsi – come si è detto sopra – con la raggiunta autonomia del Comune, già in vero riconosciuta nel 1291 dal pontefice Niccolò IV (Girolamo Masci da Lisciano) e confermata, come tutto lascia credere, in forza della Constitutio detta Coelestis Patrisfamilias, emanata da Bonifacio VIII nel settembre del 1303, ma va notata – come già detto – l’ipotesi secondo la quale la campana fu fusa nella ricorrenza del millenario del martirio di S. Giorgio. La torre portaia sarebbe stata restaurata nel 1433 per disposizione di Francesco Sforza e in quell’occasione, immediatamente sopra l’ogiva, sarebbe stata aperta la feritoia destinata a fungere da cannoniera.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cossignano, testo di Mariano Malavolta su http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-cossignano-ap/

Foto: tutte e tre prese da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-cossignano-ap/

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