COSSIGNANO (AP) - Borgo fortificato
Cossignano è un piccolo centro di poco più di 1000 abitanti,
il cui territorio (poco più di 15 kmq) occupa l’area collinare della dorsale
fra le sorgenti del torrente Menocchia e del fiume Tesino. Il centro storico, a
pianta ovoidale regolare di m 180×90, è nettamente delimitato dalla cinta
muraria (le cui parti più antiche risalgono alla fine del XIII secolo) e sorge,
alla quota di 400 m s.l.m., su una collina che domina i colli circostanti, in
prossimità dell’incrocio fra la strada provinciale Cuprense e la c.d. Mezzina
(che da Ascoli conduce a Fermo). Fra le caratteristiche più notevoli del
territorio possono annoverarsi sicuramente i “calanchi” (affioramenti più o
meno recenti degli strati di loess argilloso, modellati dagli agenti
atmosferici). Nell'età cristiana e medievale la storia di Cossignano si legò a
quella dello Stato Pontificio, poiché il paese entrò stabilmente in questo
stato e fu sempre di parte guelfa. Cossignano deve a papa Niccolò IV, il papa
ascolano, un primo riconoscimento di autonomia nel 1291. Nonostante da questa
data Cossignano era di fatto autonomo la fondazione si fa risalire al 1303
quando papa Bonifacio VIII concesse la Coelestis Paterfamilias. Le
ipotesi su perché proprio il 1303 sono: la prima perché ricorreva il millenario
del martirio di San Giorgio, la seconda perché in questo anno Cossignano aveva
ottenuto fondi sufficienti per costruirsi un comune e una campana.
Probabilmente sono vere entrambe. Durante il Medioevo Cossignano adottò una
politica difensiva, l'unica possibile poiché non contava più di mille abitanti
già allora e aveva un castello in una buona posizione. Per far fronte al
bisogno di uomini Cossignano chiedeva soprattutto aiuti ad Ascoli e allo Stato
Pontificio. Questo gli provocò l'ostilità di Fermo che era interessata a
Cossignano per controllare meglio le mosse della sua eterna rivale Ascoli, e
dei paesi che diventavano ghibellini. Nel 1229 il duca di Spoleto Rainaldo
concesse Cossignano, con facoltà di demolirla, alla vicina Ripatransone, in
ricompensa per aver respinto un assedio di parte guelfa; ma la pace tra Federico
II e Gregorio IX salvò il castello dalla distruzione. Nel 1377, il più
spavaldo, valoroso ma crudele dei signori ghibellini, Boffo da Massa, con
l’aiuto di Rinaldo da Monteverde e degli ascolani si impadronì di Cossignano e
di Castignano; minacciò Carassai, castello del fermano già possesso dei suoi
avi. Esiliati gli avversari, sempre nello stesso anno realizzò una piccola
signoria al confine tra gli stati di Fermo e di Ascoli Piceno costituita da
Carassai, Castignano, Cossignano e Porchia. Ebbe pure mire su Santa Vittoria in
Matenano. Nel 1380 Antonio di Acquaviva della famiglia dei duchi di Atri, fece
prigioniero Guarniero, figlio di Boffo e lo rinchiuse nel carcere di Santa
Vittoria. Lo tenne in ostaggio a lungo e minacciò di ucciderlo se il padre non
gli avesse consegnato i castelli di Porchia e Cossignano. Il 4 settembre 1387
Boffo da Massa venne ucciso a Carassai. Cossignano, il giorno dopo la morte del
Tiranno (e Porchia il giorno susseguente) si confederò con Fermo. Passarono
solo 6 mesi e Cossignano, il 7 Maggio 1388 si ribellò e discacciò i Podestà ed
i soldati Fermani. Nel 1396, Andrea Tomacelli, il governatore della Marca,
decise di risiedere per un breve periodo a Cossignano che divenne il capoluogo
della regione da lui governata. Nel 1581 venne redatto lo statuto del Comune di
Cossignano. Oggi questo documento è conservato presso l'Archivio di stato a
Roma e nella British Library di Londra. All'indomani della nascita del Regno
d'Italia gli intellettuali cossignanesi difesero e mantennero l'autonomia del
comune, messa in discussione per via delle esigue dimensioni di Cossignano. Il
centro storico, che presenta la consueta architettura in laterizio degli
incasati marchigiani, racchiude nel suo breve perimetro alcuni edifici di
qualche interesse, che qui di seguito si elencano: la Chiesa parrocchiale di
S.Maria Assunta, la Casa all’attuale nr. 61 di via Donna Orgilla, la Porta di
Levante (detta anche “porta del Burgo” o “di S.Giorgio”), la Chiesa dell’Annunziata
(già chiesa di S. Paolo) e il Palazzo comunale. Di qualche interesse è la torre
campanaria, ora incorporata nel palazzo, che reca un’iscrizione con la data
1586, l’anno in cui per volontà di Sisto V fu costituito il Presidato, con
capoluogo a Montalto, includente anche Cossignano. Recenti lavori di restauro
hanno reso praticabile la via di accesso alla cella campanaria, dalla quale si
domina sul vastissimo panorama dei colli circostanti e dove si può ammirare
l’antica campana tubolare fusa nel 1303 (ossia, secondo un’ipotesi erudita,
nella ricorrenza del millenario del martirio del patrono S. Giorgio), decorata
sul collo dallo stemma del Comune [contornato dalla scritta s(igillum) communis
Coseniani] e da un’iscrizione in caratteri gotici recante la data MCCCIII e le
iniziali dell’Ave Maria e del motto derivato derivato dall’epitafio di S.Agata:
M(entem) T(uam) S(anctam) S(pontaneam) H(onorem) D(eo) E(t) P(atriae)
L(iberationem). La Porta di Levante è il resto meglio conservato dell’antica
cinta muraria del castello (è assai diffusa l’iconografia del santo guerriero a
decorazione di porte urbiche (Schwabthor di Freiburg im Breisgau; Porte di S.
Giorgio in Firenze e in Verona etc.). La porta (che è l’unica porta castellana
attualmente residua) si presenta come una torre portaia a pianta quadrangolare
attrezzata per la difesa piombante e ficcante, con le caditoie aperte tra i
beccatelli che sostengono, su archetti a sesto lievemente ribassato, lo sporto
anticamente fornito di merli guelfi (cioè parallelepipedi). La Porta di
Levante, attraversata da via Cimicone, è costitutita da un arco a sesto acuto la
cui armilla è decorata da una sobria modanatura. Le caratteristiche
architettoniche indicano come epoca di costruzione la prima metà del XIV
secolo, e tale ipotesi è rafforzata dalla circostanza che la sistematica
fortificazione del paese, così come la fusione della campana della torre civica
(datata 1303) sembrano inequivocabilmente ricollegarsi – come si è detto sopra
– con la raggiunta autonomia del Comune, già in vero riconosciuta nel 1291 dal
pontefice Niccolò IV (Girolamo Masci da Lisciano) e confermata, come tutto
lascia credere, in forza della Constitutio detta Coelestis Patrisfamilias,
emanata da Bonifacio VIII nel settembre del 1303, ma va notata – come già detto
– l’ipotesi secondo la quale la campana fu fusa nella ricorrenza del millenario
del martirio di S. Giorgio. La torre portaia sarebbe stata restaurata nel 1433
per disposizione di Francesco Sforza e in quell’occasione, immediatamente sopra
l’ogiva, sarebbe stata aperta la feritoia destinata a fungere da cannoniera.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cossignano, testo di
Mariano Malavolta su http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-cossignano-ap/
Foto: tutte e tre prese da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-cossignano-ap/
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