ZEME (PV) - Castello
Nel medioevo era indicato
come Cemide o Zemide. Appartenne forse fin
dal X secolo al Vescovo di Pavia e successivamente al priorato
di Santa Croce di Mortara; per metà nel 1311 però veniva confermato
ai conti Palatini di Lomello. È altresì nominato nei diplomi imperiali
(1191, 1220) che assegnano la Lomellina a Pavia (ma non nel più
antico del 1164). In epoca viscontea venne in potere di Filippino, figlio
di Facino Cane, che nel 1524 lo vendette al condottiero
Angelo della Pergola (allora signore anche di Sartirana);
nel 1518 il pronipote Francesco della Pergola vendeva Zeme ai San
Cassiano, ma nel 1532, costituita la diocesi di Vigevano, la Contea di
Zeme fu assegnata al capitolo e alla Mensa Vescovile di quella città; il
dominio feudale della Mensa cessò solo con l'abolizione del feudalesimo.
Nel 1707 (e ufficialmente nel 1713) Zeme, con la Lomellina, passò
sotto il dominio dei Savoia. Nel 1818 vennero definitivamente uniti a Zeme
i soppressi comuni di Marza e Sant'Alessandro,
costituiti dalle omonime cascine. Il castello è un edificio a blocco
unico, con pianta rettangolare, dal basamento scarpato, situato in
corrispondenza dell'angolo nordoccidentale dell'abitato. Sull'angolo
meridionale si innalza una torretta cilindrica munita di caditoie. Benché sia
noto in luogo come "castello", è in realtà una palazzina
settecentesca, dunque un edificio d'abitazione, sia pure probabilmente ricavata
da una preesistente casa-forte, di cui non sono note le vicissitudini. I
fabbricati adiacenti, fra i quali una cappella sconsacrata, indurrebbero a
ipotizzare la presenza in luogo di un ricetto. Il castello mostra finestre con
semplici ma eleganti cornici settecentesche racchiudenti teste muliebri. Sul
lato posto a nord si vede un affresco raffigurante un santo in piviale e
mitria. Sul tetto si nota un curioso comignolo a doppio fungo. La cinta ad
ovest ha due portali d'ingresso, uno dei quali reca la data 1741. La facciata
meridionale, in cui si apre l'ingresso, mostra agli angoli due corpi di
fabbrica sopraelevati, rappresentazione scenografica delle antiche torri
angolari. Le pareti verso il cortile sembrano conservare un tessuto murario più
antico ove l'intonaco settecentesco lascia intravedere l'ordito dei mattoni;
alla sommità dei muri perimetrali sono osservabili tracce di merlatura
tamponata. Le basi dell'edificio sono a scarpa, anche se un innalzamento del
terreno circostante effettuato molti decenni fa nasconde alla vista questa
particolarità, insieme con ogni eventuale traccia del preesistente fossato.
Anziani del luogo affermano che dal castello si diparte un cunicolo che venne
parzialmente esplorato molti decenni orsono, senza esito. Esso si dirigerebbe
verso l'attuale cascina "Marza".
Fonti: http://www.comunezeme.pv.it/index.php?mod=Storia,
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00259/, http://www.infolomellina.net/html/zeme.htm
Foto: la prima è presa da http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00259/,
la seconda è presa da http://www.infolomellina.net/img/zeme_cast.jpg
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