SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) - Torre dei Gualtieri
Più propriamente denominato "Mastio della Roccia" e più popolarmente noto come "Torrione" (lu Turriò o lu Campanò) rappresenta il simbolo della città, spiccando dall'altura del Paese Alto a dominio dell'intero abitato. Venne eretta nell'ultimo ventennio del XV secolo, a seguito di una ristrutturazione della cinta muraria dopo uno dei tanti conflitti tra Ascoli e Fermo, presumibilmente dai Gualtieri. Nell'anno 1145, il Vescovo di Fermo Liberto, sotto la cui giurisdizione era il territorio di San Benedetto in Albula, concesse loro terra sufficiente per costruire un castello con annessi orti e autorizzò la costruzione e forse la rinnovazione e il rafforzamento del torrione difensivo del Castro, affidandone la cura e la proprietà ai nobili Berardo ed Azzo figli di Gualtiero, già signori di terre d'oltre Tronto e della rocca di Acquaviva. Il castello fu terminato dopo circa tre secoli con la costruzione di questa insolita torre dalla particolare conformazione a pianta esagonale schiacciata. La sua altezza è infatti relativamente modesta (20 m), realizzata interamente in laterizio, presenta un orologio sulla faccia rivolta verso il mare che scandisce le ore della giornata e una merlatura superiore eseguita nel restauro del 1901 su progetto dell'architetto Giuseppe Sacconi. L'interno è suddiviso in quattro livelli forniti di copertura a volta (a botte cuspidata per i primi due livelli). Certamente il torrione d'avvistamento poteva sorvegliare un ampio spazio costiero che andava da oltre il Tronto sino ai confini di Cupra, tenuto conto che il mare era arretrato di oltre 500 metri e nel suo cono di osservazione non vi erano altre costruzioni che ne precludevano la visuale.
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