martedì 12 aprile 2011

Il castello di martedì 12 aprile



PORANO (TR) - Castel Rubello

Millenario come le aspre rupi d'Orvieto, distanti solo sei chilometri, si trova morbidamente poggiato su un colle, nel Comune di Porano. Teatro d'antiche leggende, fu luogo sacro agli Etruschi, le cui pazienti mani, ferendo la rupe ne scavarono la parte più arcaica: le cantine, a vari livelli di profondità, da sempre chiamate: "l'inferno, il purgatorio ed il paradiso". In età consolare i Romani vi sovrapposero un accampamento militare fortificato (castrum bellum), da cui ereditò il nome, ancora oggi pronunciato dai nativi: Castrubbello. Le sue mura di tufo furono erette, intorno all'anno 1000, dai Monaldeschi della Vipera, un ramo della famiglia Trinci, medioevali Signori dell'Umbria, con la funzione tattica di presidiare una delle vie d'acqua che rifornivano la città di Orvieto. Sorto come guarnigione militare a pianta quadra, in origine era sormontato da quattro torri guelfe, delle quali, oggi, sopravvive solo il Maschio. Circondato da un profondo fossato, l'accesso alla corte interna ed al piccolo borgo era controllato da un ponte levatoio. La sua funzione di presidio tattico venne meno nei secoli successivi e, Castel Rubello, assecondando la moda dell'epoca, fu trasformata in sontuosa residenza rinascimentale. Il complesso fortificato è costituito dall’unione di diversi corpi di fabbrica, su cui si innalzano quattro torri. Un gruppo di edifici, che comprende anche un complesso chiesastico, è naturalmente difeso da un bastione roccioso e da un’imponente torre; un secondo nucleo è dato da una grossa costruzione cui si aggiungono una torre ed edifici di dimensioni più modeste, che formano una gradevole corte. Parte integrante del complesso è la Chiesa che, ristrutturata dalla famiglia Avveduti nel XVI secolo, si trova attualmente in cattivo stato di conservazione. Conteso fra le famiglie nobili della zona, per tutto il medioevo fu teatro d'aspre lotte. Nel XIV secolo tra i Malcorini e i Muffati, nel XV tra Ladislao e la vicina Orvieto, tanto che, per i danni delle guerre sopportate, fu esentato da papa Martino V dal pagamento delle tasse. In seguito fu conteso tra i Della Rovere, gli Avveduti ed i Valenti, che nel 1500 se ne aggiudicarono il dominio. Da allora il castello godette di serenità e prosperità e i proprietari arricchirono alcuni suoi ambienti di affreschi, ristrutturarono il piano nobile del palazzo ed affidarono allo Scalza (padre del celebre Ippolito Scalza, scultore del Duomo di Orvieto) la posa in opera di un imponente camino, datato 1541 e fitto di iscrizioni, che ancora troneggia nella monumentale cucina. Nel XVIII secolo il ponte levatoio venne sostituito da uno in pietra, il fossato venne trasformato in giardino e le sale del piano nobile furono colorate di tempere policrome e paesaggistiche. Ma è nel 1800, epoca romantica per eccellenza, che la storia del castello si tinse di rosa in quanto qui fu confinato il primogenito del ricchissimo Marino Marini, mecenate e finanziatore di Garibaldi, il quale nominato Senatore del Regno in seguito all'Unità d'Italia si era trasferito a Roma con la famiglia. La drastica decisione venne presa per proteggere il figlio, autentico dongiovanni, dai guai in cui si andava a cacciare per le sue turbolente relazioni con le signore dell'alta societài e i continui duelli cruenti con gli infuriati consorti. A testimonianza dei "corsi e ricorsi storici" nel 2000 è ritornato di proprietà di un'unica coppia: Fabrizio Serafini Degli Abbati Trinci e Maria Carolina Matranga di Manticaceme. Oggi è una prestigiosa location per eventi e cerimonie e vi sono appartamenti che possono ospitare turisti. Per approfondire si può visitare il sito: www.castelrubello.it

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