AIETA (CS) - Palazzo Cosentino-Spinelli
Maestoso edificio rinascimentale che sorge nell'antico centro abitato e domina, con la sua imponenza, le sottostanti costruzioni. Costruito come castello baronale nel sec. XIII da Riccardo di Loyra, rimase di sua proprietà fino al sec. XVI. Nel 1529 l'imperatore Carlo V confiscò a Francesco di Lorya, che si era schierato con i francesi, il feudo di Aieta e ne fece donazione a un non ben precisato Lonquingen e nel 1530 a un certo Stringhen. Dopo vari passaggi, il feudo con il maniero, fu venduto all'asta e aggiudicato a Giovanni Villani e di nuovo venduto per 15mila ducati nel 1534 a Giovanni Battista Martirano, e lo intestò al giglio Bernardino. I Martirano tennero il feudo fino al 1571. Per prestigio della famiglia e per adeguarsi alla concezione rinascimentale fecero ristrutturare e ampliare l'antico e mal ridotto castello baronale e crearono il nuovo palazzo con la meravigliosa facciata rinascimentale che è modello unico nell'Italia meridionale. Altri lavori di restauro, di modifiche nelle strutture
esterne e interne, di rifacimento e di sopraelevazione furono effettuati successivamente dai Cosentino che acquistarono il feudo di Aieta nel 1571 e lo tennero fino al 1767. I Cosentino continuarono ad
abitare nel Palazzo e mantenere il possesso anche dopo la vendita del feudo ad Antonio Spinelli, poiché quest'ultimo non versò l'intera somma pattuita per l'acquisto del feudo. Nel 1913 fu dichiarato monumento nazionale. Dopo un secolo d'inerzia ed abbandono, con sentenza del pretore di Scalea, il palazzo è diventato proprietà del Comune di Aieta per usucapione nel 1980. I lavori di restauro sono terminati nel 2000, restituendo l'importate bene culturale alla collettività. Il palazzo, dalla forma irregolare, è lungo circa 50 metri e largo 40 e ha strutture di notevole spessore (i muri perimetrali esterni misurano ben 1,75 m. e quelli di partimento 0,55 m.). Visto da ovest, nella sua struttura definitiva che si può ancora in parte osservare, presenta una facciata a tre piani che si conclude in alto con il meraviglioso cornicione in cui sono visibili nove mascheroni. Al centro della facciata il loggiato con colonne ed archi in pietra locale grigia scolpita circondato da balconi e finestre con stipiti e cornici realizzati con la medesima pietra. Nel piano dei sotterranei, a cui si scendeva con scalette, si trovavano le prigioni, le cantine e le cisterne dell'acqua illuminate da nove finestrini rettangolari munite di inferriate. Al primo piano, o piano terra rispetto all'entrata principale, vi era il corpo di guardia, le sale di vigilanza e di attesa, la Cappella, l'ufficio del Marchese e del vassallo, quello del Governatore, la sala di ricevimento, le sale di soggiorno, di musica e quelle di giuoco, i servizi igienici, la sala d'armi, le cucine e le dispense. Al secondo piano si trovavano tutte le camere da letto con nove balconi sulla facciata. Ad est erano le due torri di servizio e di sorveglianza. La prima, con volta a botte a sud-est a destra dell'ingresso, aveva al di sotto la cisterna per la raccolta delle acque piovane e il pozzo e sopra i locali per il personale di servizio e di vigilanza con sovrastante una terrazza da cui si vigilava l'ingresso al palazzo, il piazzale antistante e l'ampio territorio circostante; la torre era fornita di feritoie per la difesa. L'altra torre, ubicata a nord-est, a pianta quadrangolare e collegata alla prima dal cammino di ronda, nella parte bassa ospitava la cucina con tutte le masserizie ed i forni, la dispensa e la sala d'armi e nella parte alta il vano adibito a dimora del personale di servizio. A questa torre era attaccata la colombaia per allevare sia i colombi viaggiatori di cui ci si serviva per inviare messaggi e comunicazioni e sia per i comuni colombi domestici (il muro esterno presenta ancora una serie di fori simmetrici). Le torri e la colombaia con i sottostanti locali facevano certamente parte della primitiva struttura del Palazzo Feudale.
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